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A passeggio nel corridoio dell'Agrò: doveva essere un paradiso e invece è un inferno
di Andrea Rifatto | 11/06/2013 | AMBIENTE
di Andrea Rifatto | 11/06/2013 | AMBIENTE
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“Recupero ambientale del torrente Agrò e creazione di corridoi ecologici tra le aree protette”: questo il titolo del progetto presentato dal Pit n.13 e finanziato nel 2007 con i fondi del Por Sicilia, per un importo totale di 3.903.000 euro, per riqualificare le sponde del Torrente Agrò e creare aree protette fruibili dai cittadini. Furono costruiti due anfiteatri, all’inizio e alla fine del percorso, e due sentieri in asfalto biologico collegati tra loro tramite due ponti in legno: il tutto contornato da piante autoctone. L’opera fu inaugurata nel 2008: sono passati 5 anni e qualcosa nella gestione da parte dei comuni sembra non aver funzionato. Abbiamo fatto un giro lungo tutto il percorso per vedere la situazione attuale. S. Teresa: nomadi, incendi e immondizia Vi accediamo dall’ingresso posto nel comune di S. Teresa di Riva, da piazza Mercato. Il tracciato appare subito in cattive condizioni: l’asfalto è in buona parte sgretolato, cumuli di rifiuti circondano l’area, l’aria è irrespirabile; proseguiamo e troviamo un accampamento di nomadi nascosto tra la vegetazione, piccoli focolai accesi e rifiuti dati alle fiamme, degrado e sporcizia. Il Comune di S. Teresa sembra abbia fatto un minimo intervento di scerbatura ai lati del percorso ma… arrivati sotto il cavalcavia dell’autostrada le erbacce tornano ad essere vigorose: evidentemente gli operai si sono fermati lì, nonostante il tratto di competenza santateresina sia il più piccolo e meno impegnativo da gestire. Dove non ha pulito l’uomo però ci pensa il fuoco: ampi tratti sono segnati dal passaggio delle fiamme, che hanno divorato la vegetazione esistente e hanno anche distrutto l’impianto di irrigazione. S. Alessio: il verde che non c'è più e il laghetto vuoto Proseguiamo e arriviamo al ponte di legno che ci porta sulla sponda destra del torrente, nel territorio di competenza del Comune di Sant’Alessio Siculo: qui è stato realizzato un anfiteatro e tre punti di ristoro coperti attrezzati con tavoli e panchine in legno, il tutto contornato da un laghetto artificiale. Inutile dire che la zona in cui era stato seminato il prato ha avuto vita breve: le erbacce infatti hanno preso presto il sopravvento cosi come un tavolo con le relative panchine è scomparso, probabilmente per mano dei soliti incivili. Il laghetto invece non è mai stato riempito e viene utilizzato per scagliarci dentro massi, come fosse un impianto di lancio del peso. Anche qui i rifiuti fanno da sfondo all’area, sembrano quasi “integrati” nell’ambiente. Il Comune di Sant’Alessio sembra però che abbia fatto un intervento di manutenzione del verde lungo tutto il tratto di propria competenza: a parte qualche punto segnato dal fuoco le erbacce sono state eliminate, la vegetazione è rigogliosa, l’impianto di irrigazione è funzionante e viene attivato quotidianamente. Superata l’area di ristoro notiamo che nel canale di scolo destinato al deflusso dell’acqua di risalita del torrente scorre anche altro: probabilmente si tratta di uno scarico fognario proveniente da un insediamento rurale della zona, che si riversa poi nell’alveo del torrente. Forza d'Agrò: scarti edili e persino la fogna Proseguendo verso monte capiamo di essere arrivati nel territorio di Forza d'Agrò quando ritorna puntualmente la vegetazione infestante: gli alberi cominciano a mostrarsi sofferenti, i rovi attraversano il tracciato e l’asfalto è in pessime condizioni; un rivolo di fogna proveniente da un ampio laghetto maleodorante segna il percorso per poi riversarsi nell’alveo del torrente; ai lati cumuli di rifiuti e scarti edili emergono tra gli arbusti. Casalvecchio: cassonetti strapieni e carcasse di animali Giungiamo al secondo ponte in legno, nel territorio di Casalvecchio Siculo e ci portiamo sulla sponda sinistra del torrente: qui è stata realizzata un’altra area attrezzata con punti di ristoro e il solito anfiteatro. L’odore non è dei migliori e notiamo alcuni cassonetti strapieni, rifiuti ingombranti e persino carcasse di animali in putrefazione abbandonate al suolo: ovunque regnano i rifiuti probabilmente lasciati dopo le gite fuori porta di Pasquetta e del Primo Maggio. Scendiamo verso valle lungo il tracciato: il verde è scomparso, gli alberi sono ormai appassiti per la mancanza di acqua e la vegetazione spontanea restringe sempre più il percorso; qualche cavallo lasciato a brucare l’erba dà un piccolo contributo alla pulizia del sentiero, ma è poca cosa. Savoca: l'oasi del centro polisportivo Raggiungiamo il territorio di Savoca: un cartello ci avvisa che da qual punto la competenza è del comune collinare ma la situazione non cambia. Qualche alberello sembra sopravvivere, l’impianto di irrigazione funziona a tratti ma di interventi di pulizia non se ne vede traccia. Superato il Torrente Rina, dove il percorso è interrotto, arriviamo in direzione del centro polisportivo del comune di Savoca, dove si intravede finalmente una natura rigogliosa, alberi in fiore e acqua in abbondanza. Ancora S. Teresa, ancora erbacce e rifiuti La competenza del Comune di Savoca termina in corrispondenza del Torrente Botte dove si ritorna nel Comune di S. Teresa di Riva: e puntualmente ritornano le erbacce, i rovi, i cumuli di rifiuti abbandonati nell’alveo del torrente; proseguendo arriviamo in corrispondenza del depuratore comunale: la vegetazione è sempre più infestante, il fuoco ha lambito la struttura polverizzando una parte della flora lasciata all’abbandono. Scorgiamo delle persone intorno all’area, dove vi è un altro accampamento precario utilizzato da nomadi stranieri. Proseguiamo fino ad arrivare al punto di partenza, dove notiamo altri rifiuti ammassati nel canale di scolo delle acque piovane. Un atto di responsabilità, prima che sia troppo tardi Concludiamo così il nostro giro attraverso i corridoi ecologici nel Torrente Agrò ritornando a Piazza Mercato, da dove eravamo partiti, con un auspicio: che i Comuni gestori dell’opera si attivino affinché venga garantita la manutenzione necessaria alla salvaguardia dell’opera e si possa finalmente dire che i fondi spesi non sono stati buttati al vento. Almeno si spera … Guarda tutte le foto