Giornate Fai, all’abbazia di Casalvecchio visite guidate con studenti ciceroni
di Redazione | 23/03/2018 | ATTUALITÀ
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Apertura speciale nel fine settimana per l’abbazia di San Pietro e Paolo di Casalvecchio Siculo. Il monumento simbolo della Val d’Agrò è infatti tra i 17 luoghi visitabili della provincia di Messina nell’ambito delle Giornate di primavera del Fondo Ambiente Italiano, iniziativa giunta alla 26esima edizione. Sabato 24 e domenica 25 marzo, grazie al Gruppo Fai di Giardini Naxos-Taormina con la delegata Fulvia Toscano, l’abbazia sarà fruibile dalle ore 10 alle 13 e dalle 14:30 alle 17:30, con ultimo ingresso 17:00. Le visite saranno curate dagli apprendisti ciceroni delle classi VA S, VB S, 3A, 3L, 4A e 4L del Liceo scientifico “Caminiti” di Giardini Naxos e saranno garantite anche in inglese, francese e tedesco. Il contributo suggerito è minimo a 3 euro. In caso di grande affluenza gli ingressi potrebbero essere sospesi prima dell'orario di chiusura indicato. Domenica è in programma una iniziativa speciale: alle 11.30 l’abbazia di San Pietro e Paolo ospiterà l’incontro di presentazione del progetto: “L'omphalos e lo scriptorium . La rifondazione digitale della perduta biblioteca dell'abbazia dei SS.Pietro e Paolo", a cura dell' architetto Ketty Tamà del Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò, di Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Jonica e e del sindaco di Castelvecchio Marco Saetti. Edificata nel 1116-1117 probabilmente sui resti di un edificio preesistente risulta, dopo le grandi cattedrali, l’abbazia di Casalvecchio è il monumento più complesso costruito il Sicilia in epoca normanna. In essa vive il sincretismo dell’arte bizantina, araba e, appunto, normanna. Lo schema planimetrico è a tre navate e secondo qualche autore servì addirittura da modello per la Cappella Palatina di Palermo. Gli elementi decorativi esterni sono lesene di origine bizantina, che s’intrecciano in archi ciechi, transfer artistico di derivazione islamica. Mirabili gli effetti coloristici ottenuti grazie all’utilizzo dei mattoni, dell’arenaria, della pietra lavica e della pietra rossa di Taormina. Le due cupole sorrette e spinte verso l’alto da splendide nicchie alveolari di matrice islamica, le muqarnas. La perduta biblioteca dell’abbazia, dispersa a seguito della conquista spagnola, è stata recentemente rifondata digitalmente.