Il ricordo di Onofrio e il dovere di sconfiggere le mafie: la speranza è nei giovani
di Andrea Rifatto | 05/08/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 05/08/2019 | ATTUALITÀ
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D'Arrigo, Teresi, Andreozzi e Caminiti
Il ricordo di Onofrio Zappalà, il dovere di uscire dalla zona grigia e cercare le verità nascoste e la memoria del passato da tramandare alle nuove generazioni sono stati il filo conduttore delle due serate dedicate al giovane alessese scomparso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980, nel 39esimo anniversario dell’eccidio. Dopo il primo incontro a Villa Genovesi a Sant’Alessio, che ha visto in particolare gli studenti della scuola primaria esibirsi in una recita che ripercorre i fatti che portarono alla strage, legandoli alla storia personale e lavorativa di Onofrio grazie a un lavoro di analisi e studio dei fatti e delle fonti storiche, nel giardino di Villa-Crisafulli Ragno a S. Teresa l’associazione “Amici di Onofrio Zappalà” ha ricordato “un figlio della nostra terra che ha sempre avuto la schiena dritta – ha detto il presidente Antonello D’Arrigo – e che non possiamo dimenticare”. Ospiti Francesca Andreozzi, nipote di Pippo Fava e vicepresidente della fondazione a lui intitolata e il magistrato Vittorio Teresi, pubblico ministero al primo processo sulla Trattativa Stato-Mafia. A moderare la serata il vicepresidente dell’associazione, Natale Caminiti. “Le generazioni che verranno daranno il contributo fondamentale per sconfiggere le mafie – ha detto Andreozzi ripercorrendo la vita del nonno – ed è fondamentale fare rete tra territorio e scuole per tenere viva la memoria. Io porto avanti un’operazione per far conoscere la storia di Pippo Fava, un giornalista con la schiena dritta che ha lasciato un grande patrimonio, perché possa essere fonte di ispirazione per altri, persone che come lui sentono il bisogno di capire e non rimanere spettatori inerti”. Durante il suo intervento la nipote del giornalista catanese ucciso dalla mafia ha letto anche un articolo del nonno sulla strage di Bologna. Teresi ha ribadito come sia il modo giusto per tenere viva la memoria quello di coinvolgere le giovani generazioni e gli studenti: “Per i familiari delle vittime di stragi e mafia vi è un fine pena mai, come l’ergastolo per gli autori degli stessi eccidi”, parlando poi della Trattativa Stato-Mafia del 1993 e dei risvolti che ha avuto nella vicende siciliane di mafia e politica, rimarcando quanto sia fondamentale la presenza di una stampa libera che diffonda i segreti: “Questo paese continua a pagare ritardi e coperture di ogni tipo perché le prime coperture e i primi depistaggi hanno nella stampa asservita il primo complice - ha evidenziato - e si deve esaltare il messaggio di Pippo Fava quando parla di giornalismo fatto di verità. Siamo uno strano Paese, che invoca verità e giustizia durante le cerimonie e poi l’indomani dimentica questo bisogno, questo diritto alla verità e alla giustizia. Le verità nascoste delle grandi stragi si legano tutte tra loro perché rispondono a una medesima logica di conservazione del potere becero ed è proprio contro questa logica che dobbiamo cercare di unirci – ha detto il magistrato palermitano – e sono ottimista per quanto potranno fare le nuove generazioni, continuando ad andare nelle scuole a parlare instilliamo nel loro Dna una nuova consapevolezza, una capacità di parlare ma soprattutto una nuova capacità di capire cosa un popolo democratico deve pretendere e come pretenderlo dalle istituzioni. Poi dobbiamo continuare a fare la nostra parte nelle scelte”. Durante la serata è stato proiettato il cortometraggio “Le facce del silenzio”, realizzato dagli studenti della III C del plesso di San Teodoro dell'Istituto comprensivo "Don Luigi Sturzo" di Cesarò, guidati dalla professoressa Anna Rita Fittaiolo, vincitori al Concorso bandito dalla Consulta dei Nebrodi in memoria della strage di Capaci. A Francesca Andreozzi e Vittorio Teresi è stato consegnato il Premio Onofro Zappalà, mentre le borse di studio intitolate al giovane di Sant’Alessio morto nella strage di Bologna sono state consegnate agli studenti Ludovica Pia Scarcella (III B Liceo Classico) e Antonio Messina (VA Scientifico). Durante la serata è stato anche recitato magistralmente da Giovanni Fiumara, studente di Sant'Alessio, il monologo sull’annuncio della morte di Peppino Impastato, letto a Radio Aut nel 1978. Presenti le dirigenti scolastiche dell'istituto "Caminiti-Trimarchi" e dell’Istituto comprensivo di S. Teresa, Carmela Maria Lipari ed Enza Interdonato, che da alcuni anni collaborano con l’associazione “Amici di Onofrio Zappalà” e gli amministratori dei due comuni. Alla manifestazione hanno partecipato anche il Movimento Agende Rosse-Gruppo Graziella Campagna di Messina e Libera-presidio Nina e Ida Agostino di Messina.