S. Teresa di Riva. Tassa rifiuti: 2.200 le utenze fantasma
di Andrea Rifatto | 24/09/2014 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/09/2014 | ATTUALITÀ
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Prosegue senza sosta il lavoro dell’Ufficio unico delle Entrate del Comune di S. Teresa di Riva, istituito lo scorso anno per avviare una serie di attività volte all’accertamento delle irregolarità nel pagamento dei tributi comunali e alla creazione di banche dati informatizzate propedeutiche alla realizzazione del Sit, Sistema informativo territoriale. In questi giorni i messi comunali stanno completando la notifica dei questionari relativi al tributo comunale sui rifiuti, che l’Ufficio sta inviando ai contribuenti nell’ottica della creazione di una nuova banca dati unica che rispecchi la reale situazione, per una corretta applicazione del tributo. L’indagine sta interessando sia le utenze domestiche che quelle destinate ad altri usi: 1509 sono i nuclei familiari che secondo quanto rilevato dal Comune non ricevevano la bolletta della tassa rifiuti, mentre 715 risultano le utenze non censite destinate ad altri usi. L’incrocio dei dati Tarsu/Tares con l’anagrafe comunale ha permesso infatti di accertare, per le utenze destinate ad abitazione, come non sempre vi sia corrispondenza tra l’intestatario della scheda anagrafica o gli altri componenti del nucleo familiare e il soggetto che effettua il versamento del tributo: nella maggior parte dei casi si tratta di incongruenze che non nascondono l’evasione del tributo e che saranno risolte con la compilazione delle dichiarazioni da parte dei cittadini. Dai primi dati elaborati dall’Ufficio unico delle Entrate, costituito con il supporto di due professionisti esterni, l’arch. Gianfranco Giunta e il perito informatico Roberto Cicala, è emerso inoltre come lo scorso anno, con l’introduzione della Tares, l’ente non abbia incassato quanto previsto riguardo alla parte variabile del tributo, determinata in relazione al numero degli occupanti le singole abitazioni. Diverso invece il caso delle utenze non domestiche, dove l’attività si è concentrata sulla ricerca dei contribuenti in base alle Partite Iva operanti nelle aziende, nelle attività commerciali, negli studi professionali e in tutti gli immobili adibiti ad uso diverso dall’abitazione. Numerosi professionisti si sono visti notificare i moduli da compilare con la motivazione che il Comune non è in possesso di una dichiarazione relativa alla tassa sui rifiuti. Va però considerato che in molti casi, come ad esempio attività dove opera più di un professionista, la tassa viene già versata da uno di essi, e non è quindi dovuta anche dagli altri soggetti che in quel determinato immobile svolgono la loro attività lavorativa. In questi casi basterà che il professionista non proprietario o detentore dell’immobile da tassare produca una dichiarazione che attesti di trovarsi in una situazione di comodato d’uso. In caso di più unità collegate ad una sola utenza ma con autonomi identificativi catastali, come ad esempio più punti vendita o uffici e magazzini utilizzati dalla stessa ditta, occorrerà compilare un modello per ciascuna unità immobiliare. Il secondo step coinvolgerà poi le utenze relative ai non residenti, che verranno rintracciati in base alla proprietà degli immobili. Per le utenze non domestiche mancano invece ancora circa 30 attività di recente costituzione, di cui la Camera di Commercio comunicherà a breve i dati.
L’invio dei questionari dovrebbe quindi consentire di scovare le situazioni poco limpide e i tentativi di elusione adottati dai contribuenti “furbetti”, che negli hanno fatto spesso leva su dichiarazioni basate su categorie catastali di comodo o non pagando del tutto il tributo. Il caso limite si registra a Fautarì: secondo quanto accertato in municipio, i 29 nuclei familiari residenti nella frazione a monte del centro abitato sarebbero stati “esentati” per decenni dal pagamento dell’imposta sui rifiuti. Una scelta politica che non ha trovato spiegazioni in municipio a cui si potrà adesso ovviare chiedendo il pagamento degli importi arretrati a decorrere dal 2008.
Le informazioni che verranno raccolte riguardano gli anni a partire dal 2008 ad oggi: la mancata restituzione dei questionari inviati ai contribuenti o l’eventuale consegna con risposte incomplete o non veritiere determinerà l’applicazione di una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro.