Sant’Alessio, una bomba ecologica pronta a esplodere sul torrente Agrò - FOTO
di Andrea Rifatto | 06/08/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 06/08/2019 | ATTUALITÀ
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La discarica a cielo aperto
Una vera e propria bomba ecologica, una discarica a cielo aperto invisibile alla cittadinanza ma che potrebbe esplodere da un momento all’altro con effetti incalcolabili, soprattutto viste le alte temperature che innalzano il rischio incendi. L’estremità nord di Sant’Alessio è un immondezzaio e nessuno, da anni, si cura di rimuoverlo. Tutta l’area limitrofa al torrente Agrò, alle spalle del campo da calcio, è ormai sito di stoccaggio di scarti di ogni tipo: basta girare l’angolo provenendo dalla stradina che collega con la Strada provinciale 12, sbarrata alle auto, per trovarsi davanti a una distesa lunga almeno 50 metri e larga tre-quattro fatta di scarti di potature, tronchi, rami, sacchi di immondizia differenziata, accatastati negli anni dal Comune o dalle ditte che per conto dell’Ente hanno effettuato gli interventi di manutenzione del verde in paese in attesa di essere rimossi dall’Ato Me4. Rimozione che pèrò non è mai avvenuta, se non per gli sfalci che addirittura lo scorso anno erano stati ammassati all’interno del terreno da gioco prima di essere prelevati e forse solo spostati all’esterno. Il pericolo è elevatissimo, considerano che basterebbe una scintilla o la mano di un piromane per innescare un violento rogo. E i precedenti non mancano. Sfugge, evidentemente, che il deposito incontrollato di rifiuti è un reato punito dalla legge. Proseguendo lungo la stradina che costeggia il muro di cinta dell’impianto sportivo comunale si continuano a trovare altri rifiuti, sfusi o in sacchetti, mobili, ingombranti, soprattutto sotto i ponti della Statale 114 e della ferrovia. Un degrado incontrollato, complice anche il facile accesso lasciato aperto agli incivili che dalla diramazione che collega con la passerella del torrente Agrò possono giungere facilmente dal lato mare anche in auto per sbarazzarsi del loro carico inquinante. Stradina che nel 2003 era stata chiusa, con ordinanza sindacale firmata dall’attuale primo cittadino Giovanni Foti che dispose l’interdizione di tutti i varchi verso il torrente, con una sbarra posta insieme ad un cartello che indica l’accesso consentito solo agli autorizzati e il divieto di scarico. Tutto inutile, oggi quella striscia ai lati della sponda destra dell’Agrò è terra di nessuno.