Domenica 24 Novembre 2024
Reportage di un giorno speciale per il borgo, che non è solo il paese de 'Il Padrino'


Savoca, boom di visite all'apertura del castello: "Puntiamo al turismo di qualità" - FOTO

di Gianluca Santisi | 27/04/2016 | ATTUALITÀ

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Visitatori guidati alla scoperta del castello Pentefur

“Excuse me, where is the Godfather's bar?”. Il turista dall'accento americano è appena arrivato in piazza Fossia. Sono le 2 del pomeriggio e mentre chiede informazioni si asciuga una goccia di sudore che compare dietro i suoi ray ban a specchio blu. Accanto a lui la moglie e i due figli adolescenti si guardano intorno con aria smarrita. Qualcuno indica alle loro spalle. È lì, davanti all'ormai celebre bar Vitelli, che è stata girata la scena del matrimonio tra Michael Corleone-Al Pacino e Apollonia-Simonetta Stefanelli, una delle sequenze indimenticabili de “Il Padrino”, il capolavoro di Francis Ford Coppola del 1971, uno dei film più importanti della storia del cinema mondiale. Il turista fa un cenno per ringraziare e si avvia verso il locale. Fino a qualche anno fa, ad accoglierlo, avrebbe trovato la “signorina” Maria D'Arrigo con le sue intramontabili granite al limone, servite non con le brioche ma con i “zuccarati”, tipici biscotti locali. Dopo la sua morte, la nipote assieme al marito, l'ingegnere catanese Lorenzo Motta, ha acquistato l'edificio settecentesco che ospita il bar, avviando la completa ristrutturazione. Dopo aver riaperto la cantina, ne farà un “boutique hotel”, con camere di gran pregio al piano superiore.

Siamo appena arrivati. Piazza Fossia brulica di vita: i tavolini dei due locali che vi si affacciano sono pieni di gente, alcuni ragazzi giocano a bigliardino. I volontari dei Rangers “arruolati” dall'Amministrazione comunale cercano di dirottare il flusso di auto verso una via secondaria, trasformata in parcheggio. Due pullman sono fermi e attendono di riempirsi nuovamente di turisti per fare rientro nella vicina Taormina. “Da stamattina – ci dice un cameriere – ne sono arrivati già sette”. I tour operator hanno fiutato l'affare e offrono pacchetti completi per chi vuole scoprire i luoghi del Padrino. Ma Savoca non è solo questo. Anzi, è molto di più: è uno scrigno prezioso colmo di storia, arte e cultura, con il suo labirinto di viuzze e abitazioni ben conservate, pronto a schiudersi davanti al visitatore, mostrando d'improvviso i suoi tesori più nascosti. Non è un caso se da alcuni anni fa parte dell'esclusivo club dei “Borghi più belli d'Italia”.

Oggi per Savoca è una giornata speciale. Per la prima volta e solo per un giorno sarà possibile visitare il castello Pentefur, struttura privata di proprietà della famiglia Nicotina che, grazie ad un accordo con l'Amministrazione, è stato messo a disposizione del pubblico. Di epoca bizantina, il castello ebbe un’importanza fondamentale per la sua posizione strategica che ne faceva una roccaforte inespugnabile a controllo del territorio. Residenza estiva dell’archimandrita, fu l’unica dimora-fortezza in Sicilia che assunse i titoli di “castello feudale” e di “castello regio”. Abbellito per l’ultima volta nel 1631 dall’archimandrita Diego Requesenz, fu distrutto dal terremoto del 1693 e poi abbandonato.
Dopo qualche centinaio di metri a piedi, all'ingresso del sentiero che porta in cima troviamo l'assessore alla Cultura, Enico Salemi. Dall'inizio della mattinata non si è fermato un attimo. Il suo walkie-talkie continua a gracchiare: “Qui hanno quasi finito, puoi far partire un altro gruppo”, dice al suo interlocutore. Per ragioni di sicurezza il castello è visitabile solo da una ventina di persone per volta. La guide dell'associazione “Proposta Turistica 3.0”, che dall'agosto dello scorso anno curano l'accoglienza turistica a Savoca, sono chiamate ad un super lavoro. Il presidente Antonino Sapienza fornisce a tutti un biglietto: l'ingresso è gratuito ma serve a tenere conto degli ingressi. "Quanti ne avete staccati?" Passa rapidamente in rassegna i blocchetti: “Circa 400 (a fine giornata saranno più del doppio: 855, nda), siamo molto soddisfatti. Il nostro obiettivo è fornire un servizio di qualità”. Che significa guide autorizzate e multilingue: inglese, francese e tedesco. Antonella Siligato è una di queste. Mentre ci accompagna lungo il percorso, racconta quello che è stato il castello attraverso i secoli.
Arriviamo in cima e incrociamo la famiglia del turista americano che avevamo lasciato davanti al bar Vitelli: “Wonderful”, si lascia scappare la donna mentre scatta col suo smartphone una foto al panorama. Di quello che un tempo era un imponente castello rimangono in piedi soltanto parti di cinta muraria, un paio di cisterne e i resti di un mastio quadrangolare, ma la vista che si gode da quassù è unica. Da togliere il fiato: lo Stretto di Messina, la cima dell'Etna, l'azzurro dello Jonio, il verde delle vallate circostanti. E sotto di noi il borgo medievale di Savoca. Arriva il sindaco Nino Bartolotta e gli si illuminano gli occhi quando gli chiediamo un bilancio giornata: “Quella di oggi è stata una iniziativa in linea con il nostro modo di immaginare un turismo sostenibile per il nostro borgo. Puntiamo a una offerta turistica peculiare, capace di rappresentare una sintesi di storia, tradizioni, beni culturali del nostro territorio con servizi e ricettività di qualità per il visitatore. Ringrazio la famiglia del prof. Pierantonio Nicotina per la disponibilità dimostrata”. L'assessore Salemi gli fa eco: “La strada è quella giusta. Abbiamo dimostrato che Savoca non è da “turismo mordi e fuggi”, non è solo il paese del Padrino, ma può offrire tanto altro. E poi che dalla collaborazione con i privati possono nascere ottime iniziative come questa”.

Turismo di qualità, dunque, con un obiettivo concreto: portare sino a 140 i posti letto disponibili entro la fine dell'anno. Il Comune farà la sua parte affidando in gestione l'alberghetto comunale e un'altra struttura ricettiva che sorge accanto al convento dei Cappuccini. “A fine mese – continua Bartolotta - ospiteremo un convegno con l'assessore regionale Anthony Barbagallo proprio per discutere di turismo”. Il walkie-talkie dell'assessore Salemi interrompe la chiacchierata. “Sì, avanti con l'altro gruppo”. È tempo di tornare a casa.



COMMENTI

Salvatore Coglitore | il 27/04/2016 alle 09:13:51

Speriamo che questa iniziativa possa essere ripetuta anche per il Castello di Capo Sant'Alessio e non solo! Le viste dovranno essere ripetute, nei tempi e modi da stabilire, così da creare un flusso continuo di visitatori.

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