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Taormina. Scontro nella Fondazione Mazzullo, azzerato il Cda
di Andrea Rifatto | 14/10/2014 | ATTUALITÀ
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Alfio Auteri e Giuseppe Ragonese: aspro lo scontro tra i due
Tutti a casa, arriva il commissario. È questo l’esito del braccio di ferro che da mesi vede contrapposti alcuni membri del Consiglio di amministrazione della Fondazione Mazzullo di Taormina, in particolare il presidente Alfio Auteri e il direttore artistico Giuseppe Ragonese. A far giungere ai ferri corti i due rappresentanti della Fondazione, nata nel 1981 in seguito ad una convenzione firmata dall’artista e scultore Giuseppe Mazzullo, scomparso nel 1988, e dall’allora sindaco di Taormina, Nicolò Garipoli, allo scopo di salvaguardare, tutelare e conservare le opere dell’artista originario di Graniti, sono stati gli atti di accusa lanciati da Ragonese nei confronti del massimo esponente della fondazione taorminese, che a detta del direttore artistico avrebbe assunto decisioni e organizzato eventi senza consultare il Cda, violando così lo statuto. “Per l'ennesima volta il presidente Auteri - aveva commentato Ragonese su Facebook - arrogandosi prerogative che non può legittimamente vantare, ha agito in nome e per conto di un Ente che non gli ha conferito alcun mandato in proposito. Al momento è in atto l'espropriazione di poteri di un organo collegiale - continuava il direttore artistico della Fondazione Mazzullo - che per legge e per statuto è l'unico a poter deliberare l'accoglienza o meno, presso i locali della propria sede, di manifestazioni ed eventi.
Ciò accade perchè l'autore di tale espropriazione interpreta in maniera erronea il ruolo che è stato chiamato a ricoprire: egli è presidente di un ente culturale e non il monarca di un piccolo posto di sottogoverno”. Il riferimento è alla mostra dell'artista statunitense Frank Denota ospitata nel Palazzo dei Duchi di S. Stefano, sulla quale Giuseppe Ragonese lamenta la mancata deliberazione in merito da parte del Cda della Fondazione. Rimane dunque solo il presidente Auteri, mentre vengono defenestrati dalla Fondazione, oltre al direttore artistico Giuseppe Ragonese, la segretaria del Cda Giovanna Muccio e i componenti Enrico Trefiletti, Daria Caminiti, Giancarlo Macrì, Francesco Latella, Giuseppe Caudo e Antonino Di Giovanni, insediatisi lo scorso febbraio. Consiglio di amministrazione che, sempre a detta di Ragonese, non si sarebbe insediato legittimamente: secondo lo Statuto l’organo è formato dal sindaco (membro di diritto) e da tre consiglieri da lui nominati; da un rappresentante della famiglia Mazzullo (membro di diritto) e da tre consiglieri da quest'ultimo indicati; dal presidente dell’ormai defunta Aast (membro di diritto), per un totale di nove componenti. “In atto – aveva scritto nei giorni scorsi l’ormai ex direttore artistico – per lo svarione politico amministrativo del sindaco, il Cda è composto dallo stesso primo cittadino e da sei membri dallo stesso nominati, dal rappresentate della famiglia Mazzullo e da due membri da quest'ultimo indicati, per un totale di dieci soci”.
In sostanza, spiegava Ragonese, il sindaco Giardina avrebbe indicato e nominato come consiglieri più membri di quanto gli fosse consentito.
A troncare ogni eventuale altra polemica (o forse ad alimentarla, vedremo) è arrivata la determina firmata oggi dal sindaco di Taormina, Eligio Giardina, che ha azzerato il Consiglio di amministrazione. “Preso atto che quanto recentemente apparso su alcuni social network fa desumere il venir meno del rapporto fiduciario con qualche componente del Cda, denotando, nel contempo, l’esistenza di incomprensioni che mal si conciliano con il sereno svolgimento delle funzioni da parte dell’intero Cda della Fondazione Mazzullo – si legge nell’atto emesso da Palazzo dei Giurati – al fine di ricostituire le normali condizioni di agibilità istituzionale, viene revocato l’intero Consiglio di amministrazione e nominato il sig. Alfio Auteri quale commissario straordinario della Fondazione Mazzullo, per lo svolgimento delle funzioni di ordinaria amministrazione fino alla ricostituzione del nuovo Cda”.
Ma Eligio Giardina ha risposto azzerando tutto e ripartendo da Alfio Auteri nelle vesti di commissario. Sulla decisione ha probabilmente inciso anche il j’accuse lanciato da Ragonese nei confronti di un dirigente del Comune, reo di essersi vantato per “aver fatto saltare la mostra dedicata a Botero, Matta e Fontana per tenermi fuori da Palazzo Corvaja e dagli altri siti espositivi comunali”. E non era mancato il commento al vetriolo dello stesso Ragonsese: “Sappi che tale spacconata ti costerà tutte le ritorsioni legali e legittime che l'ordinamento giuridico italiano mette a disposizione del cittadino per reprimere le condotte da piccolo ras di quartiere poste meschinamente in essere da chi, come te, ritiene di essere 'a legibus solutus' (qualità propria solo dei monarchi assoluti)”.
Polemiche, dunque, destinate a proseguire anche nei prossimi giorni, sui social network e per le vie della Perla, che sembra non trovare pace in nessun ambito della vita cittadina.