Differenziata, l'Ars ripristina i fondi per i Comuni. Lo Giudice: "Ora il nuovo decreto"
di Redazione | 12/12/2018 | ATTUALITÀ
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Danilo Lo Giudice all'Ars
"Ha prevalso il buon senso e la nuova formulazione della legge, che basa il contributo sulla popolazione residente nei comuni interessati è più logica". Lo ha dichiarato in serata Danilo Lo Giudice, parlamentare regionale, che oggi pomeriggio aveva segnalato all'Assemblea regionale siciliana l'anomalia del decreto di distribuzione dei fondi per i Comuni che superano il 65% della differenziata. L'Aula ha ripristinato la dotazione originaria dei 5 milioni di euro, "dunque ora il Governo - aggiunge Lo Giudice - provveda a riformulare il decreto, riconoscendo somme eque a tutti i Comuni." Lo Giudice aveva segnalato l'anomalia del decreto dell’Assessorato per gli Enti locali che ha ridistribuito le somme per i cosiddetti Comuni “virtuosi” in materia di raccolta differenziata, segnalando un grossolano errore di matematica che di fatto inverte i criteri di assegnazione delle somme, dando un contributo maggiore a quei Comuni che in base alla legge avrebbero diritto ad un contributo minore. Il parlamentare aveva ricordato come la normativa regionale prevedesse che la somma di 5 milioni venisse ridistribuita “al 50% in maniera uguale fra tutti i comuni e al 50% in base alla densità demografica”. Il decreto interassessoriale del 6 dicembre (Economia e Autonomie locali) pubblicato dal Governo però, incredibilmente inverte il criterio della ripartizione su base demografica, in quanto nella tabella allegata si legge un “criterio inverso alla densità demografica” che stravolge del tutto il volere del Parlamento e il significato della legge. In questo modo ci saranno Comuni con bassa densità demografica che beneficeranno di contributi sproporzionati rispetto alla propria popolazione, mentre Comuni con maggiore densità che avranno contributi esigui. Lo Giudice, sindaco di S. Teresa di Riva, paese che ha ottenuto dal decreto 34mila 372 euro di cui solo 2mila 144 in base alla densità demografica oltre ai 32mila 258 di quota fissa, aveva chiesto al Governo di ritirare il decreto sottolineando che “non è ammissibile che gli uffici degli Assessorati emettano provvedimenti contrari alla legge. Nessuno tranne il Parlamento stesso – aveva rimarcato il deputato – può modificare la legge; certamente non possono farlo gli uffici con degli atti amministrativi. È stato solo un errore di matematica o che?”. Lo Giudice inoltre, per evitare che si possano ripetere errore e rendere la norma più chiara, aveva proposto che al parametro della densità demografica fosse sostituito quello della popolazione. Cosa che è avvenuta in serata. Il decreto interassessoriale (sotto una parte della tabella di ripartizione)