S. Teresa-Fuveau, da Comitato a rigida associazione: ecco il nuovo Statuto
di Andrea Rifatto | 06/01/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 06/01/2018 | ATTUALITÀ
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“L’associazione è costituita con lo scopo di perseguire e diffondere ideali di pace”. Ma di pace, all’interno del Comitato di gemellaggio tra S. Teresa di Riva e Fuveau, cittadina francese con cui quella jonica è legata dal 2002, non ne regna molta vista la presenza al suo interno di diverse fazioni. L’organismo è risalito agli onori della cronaca a fine novembre, quando il gruppo consiliare di minoranza di S. Teresa ha chiesto al Consiglio comunale di procedere all’elezione dei due membri di propria competenza all'interno del Consiglio direttivo del Comitato, così come previsto dallo Statuto approvato nel settembre 2004. L’argomento è stato portato in Aula il 29 novembre ma al momento di discutere la proposta di deliberazione per l’elezione dei due componenti, munita di parere favorevole da parte del direttore dell’Area Amministrativa del Comune, il sindaco ha proposto e ottenuto dalla maggioranza il rinvio dell’argomento a una seduta successiva. Nel frattempo il Comitato di gemellaggio S. Teresa-Fuveau, presieduto da Marilena Stracuzzi, nell’assemblea straordinaria del 12 dicembre ha approvato un nuovo Statuto in sostituzione di quello del 2004, che lunedì approderà in Consiglio comunale per l’approvazione. Il documento contiene importanti modifiche, che probabilmente faranno discutere soprattutto perché limitano la possibilità di adesione di nuovi soci e i poteri di azione di quelli attuali e modificano anche il diritto al voto e l'elezione del presidente, tra l'altro a breve distanza dalla scadenza del mandato, con la potenziale conseguenza di inasprire i rapporti. Recentemente, inoltre, al Comitato sono pervenute tre nuove richieste di adesione, a cui non è stata data ancora risposta, da parte di persone che con le nuove regole potrebbero essere anche escluse oppure non poter concorrere per ricoprire cariche, ossia la dirigente dell’Istituto comprensivo di S. Teresa, Enza Interdonato; la presidente dell’associazione culturale Sikilia, Cettina Sciacca, e Letterio Interdonato, genero dell’ex dirigente scolastica Rosy Crupi e del marito Duilio Franchina, entrambi soci del Comitato. Vediamo perché. Inanzitutto il Comitato assume la forma di associazione, con un numero massimo di 15 componenti e tre organi: Assemblea dei soci, Consiglio direttivo e presidente. Membro di diritto è il sindaco e possono far parte del Comitato tutti i cittadini residenti a S. Teresa da almeno cinque anni con età compresa tra i 18 e i 70 anni. All’articolo 3 viene specificato che “non possono farne parte gli impiegati e i dirigenti comunali, al fine di evitare eventuali conflitti di interesse; la richiesta di adesione potrà essere presentata da un solo componente della stessa famiglia (dove per famiglia è intesa madre, padre, figli, generi, nuore, nipoti, sorelle, fratelli, marito e moglie)”: una famiglia "allargata" quindi. Così, ad esempio, sorgerebbe un’incompatibilità tra Letterio Interdonato e l’ex preside Crupi o il marito. I soci sono divisi in tre categorie: fondatori, ordinari e onorari: fondatori sono coloro che hanno sottoscritto l’atto costititutivo del Comitato, ordinari tutti quelli accolti come soci che si impegnano a rispettare lo Statuto, onorari le persone che si sono particolarmente distinte nel promuovere gli obiettivi del gemellaggio, i fondatori al compimento del 70esimo anno di età (tre quelli attualmente in carica) e i fondatori firmatari dell’atto costitutivo che non sono in possesso dei requisiti dell’articolo 3. I soci onorari a qualunque titolo non hanno però diritto di voto, ad esempio per l’elezione del presidente. L’articolo 5 prevede che “l’ammissione di un nuovo socio è deliberata dal Consiglio direttivo a seguito di richiesta scritta motivata dall’interessato”, in cui bisognerà fornire tutti gli elementi utili per la valutazione dell’ammissibilità da parte del Consiglio direttivo. Si diventa soci con la sottoscrizione per accettazione dopo la deliberazione di ammissione da parte del direttivo. Una selezione più rigida dei nuovi soci rispetto al passato, dunque, quando bastava condividere lo Statuto per entrare senza dover ottenere il placet del Consiglio direttivo. Introdotte restrizioni anche per l’elezione del presidente, di competenza dell’Assemblea: non possono infatti concorrere per la carica i soci che sono presidenti di altre associazioni (ad esempio Sciacca) e i dirigenti degli Enti locali e della Pubblica amministrazione (in questo caso non dovrebbe rientrare la dirigente Interdonato), al fine di evitare conflitti di interesse tra amministrazioni; con lo Statuto del 2004 tutti i soci sono invece eleggibili. Dal nuovo Statuto spariscono i due membri del Consiglio direttivo eletti dal Consiglio comunale: l’articolo 8 stabilisce infatti che il Direttivo è composto da otto membri e non più da undici: uno di diritto, il sindaco, e sette eletti dall’assemblea. Se lunedì il Consiglio comunale dovesse approvare il documento, posto al secondo posto dell’ordine del giorno, verrebbe automaticamente stroncata la proposta di elezione dei due membri avanzata dalla minoranza, inserita al quinto punto della seduta dalla presidente Domenica Sturiale. In caso di approvazione, le disposizioni finali del nuovo Statuto prevedono che il Direttivo, nella prima riunione utile, accerti i requisiti di ogni singolo socio in virtù di quanto disposto dall’articolo 3, adottando i provvedimenti in virtù di quanto disposto. Se lo Statuto venisse approvato il Consiglo direttivo procederà quindi all'"epurazione" di quei membri che si trovano in situazioni di incompatibilità. Confermato il legame con l’Amministrazione comunale. Il nuovo Statuto ribadisce infatti come “il Comitato di gemellaggio è parte integrante dell’attività culturale comunale e l’Amministrazione, anche in quanto istituzione membro del Comitato, prevede ogni anno in bilancio un’apposito stanziamento per il funzionamento del Comitato stesso, del Consiglio direttivo e per il finanziamento delle attività promosse dagli stessi”. Le cariche sociali vengono assunte a titolo gratuito, salvo il rimborso di eventuali spese. Ora la parola passa al Consiglio comunale.