S. Teresa, parte una nuova battaglia legale sulle antenne delle telefonia
di Andrea Rifatto | 11/08/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 11/08/2018 | ATTUALITÀ
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Le antenne esistenti dal 2005 sul lungomare
Nuova battaglia legale tra il Comune di S. Teresa e un colosso della telefonia. In municipio è infatti giunto nei giorni scorsi un ricorso presentato da Telecom Italia Spa, che si è vista negare l’autorizzazione (Scia) ad eseguire l’adeguamento tecnologico dell’impianto di telefonia mobile esistente dal 2005 su un edificio del lungomare Borsellino all’angolo via Agrumaria, nel quartiere Sacra Famiglia, perché l’Ufficio tecnico comunale ha ritenuto che “l’impianto non rientra nei parametri che ne consentono la localizzazione” in quel punto in base al Regolamento per l’installazione delle antenne, approvato dal Consiglio comunale nel novembre 2016, che ha previsto nuove regole per tutelare maggiormente la salute dei cittadini, consentendo stazioni radio di piccola potenza (max 2,50 watt per direzione) nel centro abitato e il resto delle apparecchiature sulle colline. Telecom, tramite uno studio legale di Salerno, ha chiesto l’annullamento, previa sospensione, della nota del 5 giugno con cui il dirigente dell’Ufficio tecnico ha respinto la Scia; della nota con cui ha invitato la società ad attenersi al Regolamento; degli articoli 1, 2, 3, 5 e 7 del Regolamento; della delibera di Consiglio comunale con cui è stato approvato; della proposta di delibera del sindaco e del decreto dello scorso aprile dell’Assessorato Territorio e Ambiente che ha dato parere favorevole al Regolamento, inserito nelle Norme di attuazione del vigente Piano di Fabbricazione del 1978. Tutti documenti che la società ha dichiarato di non conoscere al momento della presentazione dell’istanza per adeguare le antenne, condivise con Vodafone Omnitel. La Giunta comunale ha quindi stanziato 2mila 674 euro per resistere dinanzi al Tar e saranno gli Uffici a conferire l’incarico legale. “Ci opporremo facendo valere i nostri diritti – ha detto il sindaco Danilo Lo Giudice – prima di tutto quello alla salute pubblica e la tutela della cittadinanza”. Il ricorso è stato notificato sia al Comune che all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente. Telecom Italia rileva come il Comune abbia dichiarato l’incompatibilità della Scia presentata il 4 dicembre 2017 solo il 5 giugno scorso e dunque ben oltre i 30 giorni stabiliti per il diniego; la mancata comunicazione dei motivi di diniego; la mancata specifica delle norme del Regolamento che sarebbero state violate; l’impossibilità di applicare le nuove regole agli impianti esistenti ma solo a quelli nuovi; che a voler seguire le regole del Comune dovrebbe rimuovere l’impianto per poi installarne uno nuovo con un palo autonomo portante in altro luogo, con gravissimi disservizi e costi economici elevatissimi; l’illegittimità della norma che prevede l’adeguamento entro 36 mesi degli impianti esistenti e l’illegittimità di distanze e altezze specificate e dell’obbligo di installare scatole nere per registrare i livelli di emissione. Il colosso della telefonia sostiene di subire un gravissimo pregiudizio perché il Comune impedirebbe di eseguire il programmato adeguamento tecnologico dell’impianto e che i lavori hanno carattere di necessità e urgenza, poiché indispensabili per garantire l’adeguamento della rete comunale e consentire l’erogazione capillare ed efficiente del servizio di telefonia e internet. Secondo la compagnia è pregiudicato anche l’interesse pubblico perché il servizio di telefonia e internet costituisce un servizio pubblico essenziale che supporta milioni di utenti e molteplici attività, comprese quelle fondamentali di pubblica sicurezza, protezione civile e soccorso sanitario.