Venerdì 01 Novembre 2024
Sentenza della Cassazione per fatti commessi dall'ex dirigente nel 2010


Giardini, tecnico comunale condannato per istigazione alla corruzione

di Andrea Rifatto | 10/03/2019 | CRONACA

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Il municipio di Giardini Naxos

È definitiva la condanna per istigazione alla corruzione dell’ex dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Giardini Naxos, l’architetto Sebastiano La Maestra. La Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dal suo legale, l’avv. Rosario Trimarchi e ha quindi confermato la sentenza della Corte d’appello del luglio 2017, che ha condannato il tecnico a un anno (pena sospesa), come già deciso in primo grado a novembre 2014. I fatti risalgono al marzo 2010, quando La Maestra, secondo l'ipotesi accusatoria convalidata dalle sentenze, sollecitò la dazione di denaro o altra utilità da parte di un cittadino per compiere un atto contrario al suo ufficio, rappresentando che, ai fini del rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione di un chiosco, era necessario "un regalino". Un mese prima il cittadino aveva presentato alla Capitaneria di Porto la richiesta di rilascio di una concessione di un'area demaniale marittima, trasmettendo l’istanza anche al Comune, uno degli enti competenti ad emettere i pareri. L'istanza per il rilascio del parere comunale era indirizzata allo Sportello Unico per le Attività produttive, inserito nel IV Settore del Comune facente capo all'arch. La Maestra. Dopo circa un mese dalla presentazione dell’istanza, ricevuto positivo riscontro da parte degli altri enti, il cittadino si recò con la madre nell'ufficio di La Maestra ed acquisì notizia del fatto che, sebbene fosse stato regolarmente firmato da lui e dal responsabile del Suap, il parere non era stato ancora formalmente rilasciato. Dopo circa una settimana, non essendogli stato recapitato l'atto, il richiedente si recò nuovamente, sempre con la madre, dal dirigente La Maestra, che gli rappresentò l'importanza ed il valore dell'atto che stava per rilasciare e, sventolandoglielo sul volto, gli chiese "un regalino" a titolo di corrispettivo. Richiesta cui il cittadino non diede corso, vedendosi negata l’autorizzazione edilizia con un provvedimento poi sospeso dal Tar, sporgendo denuncia ai Carabinieri.


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