Giovane morto in incidente a Giardini, una condanna e un rinvio a giudizio
di Andrea Rifatto | 10/05/2018 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 10/05/2018 | CRONACA
6962 Lettori unici
Alessio Monte
Una condanna e un rinvio a giudizio per la morte di Alessio Monte, il 23enne di Motta Camastra che perse la vita in un incidente stradale a Giardini Naxos la notte del 2 aprile 2017. All’udienza preliminare di oggi il Gup Maria Vermiglio ha condannato a due anni di reclusione per omicidio stradale (pena sospesa), accogliendo la richiesta di patteggiamento, la fidanzata di Monte, Stefania Lo Castro, 31 anni di Malvagna, e ha disposto l’apertura del processo per Roberto D’Agostino, 33enne di Mascali, anche lui accusato di omicidio stradale. Quella notte Monte era seduto sul sedile anteriore lato passeggero della Fiat Panda guidata dalla fidanzata che viaggiava sulla Statale 114 in direzione Catania con a bordo altre due persone, tutte di ritorno da una serata in una discoteca della cittadina naxiota: intorno alle 2.45 l’utilitaria, arrivata all’imbocco dello svincolo autostradale di Giardini, si scontrò frontalmente con una Volkswagen Polo che proveniva dalla direzione opposta, condotta da D’Agostino. Nel violento impatto Alessio Monte, portiere dell'Atletico Francavilla, riportò gravissime ferite e dopo un primo ricovero all’ospedale di Taormina, morì poche ore dopo al Policlinico di Messina. Nello scontro rimasero ferite anche la 31enne di Malvagna e un’amica. Nell’inchiesta aperta dopo il sinistro finirono sotto indagine i conducenti delle due auto. Oggi il giudice dell’udienza preliminare ha accolto la richiesta di patteggiamento di Stefania Lo Castro, difesa dall’avvocato Maria Cinzia Panabianco, accusata di non essersi fermata allo stop e di aver eseguito la manovra di svolta a sinistra senza dare precedenza alla Polo. D’Agostino, difeso dall’avvocato Graziano Cavallaro, deve rispondere dello stesso reato perché secondo la Procura, rappresentata dal pubblico ministero Anna Maria Arena, procedeva ad alta velocità tale da non consentirgli di frenare e quindi evitare lo scontro. Tesi che il suo legale non ha condiviso e che punta a smontare in dibattimento. A Roberto D’Agostino, tra l’altro, i carabinieri della Compagnia di Taormina elevarono dopo l’incidente mortale una multa per eccesso di velocità, poi annullata dal giudice di pace per assenza di elementi da cui si evincesse che quella notte avesse premuto troppo il piede sull’acceleratore. Sarà adesso il processo a stabilire cose avvenne esattamente. Le parti offese, ossia i familiari del giovane di Motta Camastra, sono difese dagli avvocati Filippo Brianni, Giusy Statella e Vincenzo Torre.