Furci, la maggioranza scappa dall’Aula per evitare lo scioglimento del Consiglio
di Andrea Rifatto | 23/12/2017 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 23/12/2017 | POLITICA
1967 Lettori unici
La seduta consiliare di ieri sera
Se al termine della legislatura mancano ancora sei mesi, di fatto a Furci Siculo non esiste più una maggioranza di governo e si naviga a vista, cercando di mantenere a galla fino a giugno una nave che imbarca ormai acqua da tutti i lati. L’ennesima dimostrazione è arrivata ieri sera in Consiglio comunale, quando si è registrata la fuga della maggioranza consiliare nel corso della seduta straordinaria urgente convocata dal presidente Gianluca Di Bella per gli adempimenti di natura finanziaria da approvare entro fine anno, tra cui il provvedimento di ripiano del disavanzo di amministrazione dell’esercizio 2016, l’approvazione del Documento unico di programmazione e il Bilancio di previsione 2017/2019. Una seduta fissata nonostante non fossero ancora trascorsi i 20 giorni di pubblicazione dalla data di approvazione del Bilancio da parte della Giunta, anche per la disponibilità della minoranza che ha concesso la liberatoria. I lavori sono iniziati in seconda convocazione in quanto all’orario stabilito non vi era il numero legale. Poi, dopo l’approvazione di tre debiti fuori bilancio, è scattato il panico ed è andato in scena uno spettacolo per nulla edificante, allestito da un gruppo politico che non sa più dove aggrapparsi per non dichiarare il fallimento. Poco prima della votazione sul ripiano del disavanzo, il capogruppo di maggioranza Angelo Garufi, rendendosi conto che non vi erano i numeri per approvare il documento e quindi neanche il Previsionale 2017/2019, la cui bocciatura avrebbe comportato lo scioglimento del Consiglio e l’arrivo del commissario ad acta già nominato dalla Regione, ha chiesto la sospensione della seduta. Richiesta respinta con sette voti contrari (i consiglieri di minoranza Francesco Rigano, Sarah Vita, Chiara Cocuccio, Pietro Trimarchi e Francesco Moschella e gli indipendenti Raluca Sandra e Santi Settimo) e sei favorevoli (Di Bella, Garufi, Giovanni Curcuruto, Agatino Pistone, Rosaria Ucchino e Concetto Ralli). A quel punto Garufi e Curcuruto hanno immediatamente abbandonato l’Aula, seguiti dopo poco da Pistone, Ucchino e Ralli, la cui uscita ha fatto venire meno il numero legale e costretto il presidente Di Bella a dichiarare chiusa la seduta. Al Consiglio di ieri erano assenti in maggioranza il vicepresidente Rosario Ferrara e la consigliera Martina Casablanca, che non partecipa più da diverso tempo alle sedute. Dall’Aula si è allontanato rapidamente anche il sindaco Sebastiano Foti ed è rimasto solo il vicesindaco Maria Vera Scarcella. “Un teatrino vergognoso – ha commentato il capogruppo di opposizione Rigano – avevamo accettato la convocazione anticipata per senso di responsabilità e per venire incontro agli Uffici e ci troviamo davanti a una fuga per paura di andare a casa e perdere la poltrona. Sarebbe meglio che si dimettessero tutti ammettendo il fallimento e si finisca qui. Adesso si rischia un danno erariale per il Comune in quanto vanno saldate entro fine anno le rate dei mutui e senza Bilancio non è possibile”. Preoccupazione, quest’ultima, che serpeggia in particolare tra i funzionari dell’Area Economico-Finanziaria, visto che entro il 29 dicembre è necessario mandare in pagamento le rate dei prestiti e sbrigare altri adempimenti finanziari. Salvi invece gli stipendi dei dipendenti comunali, a cui è stato versato il 50% della tredicesima. Il presidente Gianluca Di Bella, rimasto in Municipio fino a sera con la segretaria comunale per la pubblicazione degli atti del Consiglio di ieri, ha quindi riconvocato una nuova seduta straordinaria e urgente per mercoledì 27 dicembre alle ore 10, con all’ordine del giorno il provvedimento di ripiano del disavanzo di amministrazione dell’esercizio 2016, l’approvazione del Documento unico di programmazione e del Bilancio di previsione finanziario 2017/2019 e l’approvazione di una transazione tra il Comune e un legale, rinviata ieri perché la minoranza ha chiesto maggiori chiarimenti. In quella sede si rischierà nuovamente che la maggioranza, o meglio quel che ne resta, non abbia i numeri, in quanto su 15 consiglieri totali si è ormai delineato uno schieramento contrario all’Amministrazione formato dai cinque di minoranza e i due indipendenti, per un totale di sette, contro altri sette consiglieri (escludendo Martina Casablanca, che difficilmente parteciperà più alle sedute) contando i sei presenti ieri e Ferrara: in caso di parità il Bilancio non passerebbe e ciò significherebbe scioglimento del Consiglio comunale (la Giunta rimarrebbe al suo posto) e insediamento del commissario regionale.