Torrenti, siparietto tra Lo Giudice e Migliastro: "Da sindaco protesta ma da onorevole..."
di Andrea Rifatto | 01/02/2019 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 01/02/2019 | POLITICA
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Il confronto in Consiglio tra Lo Giudice e Migliastro
Se da sindaco contesta la burocrazia regionale che rallenta lo svuotamento dei torrenti, perché da deputato all’Ars non si attiva per cambiare le leggi? È quanto ha chiesto in Aula il consigliere di minoranza Giuseppe Migliastro al primo cittadino di S. Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice. “Lei fa parte della maggioranza o dell’opposizione – ha esordito Migliastro – perché nel primo caso, visto che il potere legislativo viene esercitato dall’Ars, non avrebbe problemi a far approvare una norma sulla messa in sicurezza dei corsi d’acqua. Va bene la protesta da sindaco, un po’ meno da deputato che sostiene il governo, mi sarebbe piaciuto che lei più che protestare facesse qualcosa di più efficace, magari presentando un disegno di legge sullo svuotamento dei torrenti, non limitandosi a rilasciare interviste a Striscia la notizia”. L’esponente di opposizione ha ricordato come esista all’Ars un ddl del 2015, sottoscritto dai deputati Miccichè, Turano, La Rocca Ruvolo, Ragusa e Cani, “alcuni dei quali candidati nella lista dell’Udc nella quale era presente anche lei”, che prevedeva il superamento della Legge regionale 24/1991, che vieta lo svuotamento dei torrenti, consentendo ai privati di prelevare la sabbia per l’utilizzo nell’edilizia e sulle spiagge: “La invito a portare avanti questo ddl, si potrebbe modificare e arricchire – ha aggiunto Migliastro – se ha la fortuna di essere in maggioranza le verrebbe facile ottenere i voti del cartello a cui appartiene, così si sfatano le voci sulla sua appartenenza o meno alla maggioranza o sul fatto che non dipende solo da lei come votare all’Ars. Tra l’altro lei stesso si è smentito visto che qualche giorno dopo lei ha votato favorevolmente alla manovra finanziaria che ha tagliato gli stanziamenti per i torrenti”. Lo Giudice, evidenziando di appartenere al Misto e di votare in Aula nell’esclusivo interesse dei cittadini, ha specificato di essere stato intervistato dal tg satirico solo nella qualità di sindaco, denunciando un sistema che non va bene. “Quel ddl del 2015 è decaduto a fine legislatura e non venne mai discusso perché tecnicamente non sta in piedi – ha replicato Lo Giudice – e ci sto lavorando, perché un problema così rilevante non può essere risolto con un battere di ciglio o con un ddl. Oggi le norme prevedono dei passaggi, anche a livello nazionale, che non possono essere superati da una legge regionale che prevede di tornare agli Anni ’70 o anche prima, quando si prendeva la sabbia e se ne faceva ciò che si voleva. Sono per una linea di mezzo tra la tanta burocrazia e la totale liberalizzazione: cercherò di individuare quella che secondo me può essere la strada giusta”. In merito al taglio di risorse per alcuni settori, Lo Giudice ha ricordato come si trattasse di fondi che se non spesi entro il 31 dicembre 2018 avrebbero costituito delle economie di bilancio e che dunque l'Ars ha deciso di destinarli ad altri capitoli per non perderli. Il ddl citato dal consigliere Giuseppe Migliastro, il 1072 del 2015, prevedeva la rifunzionalizzazione idraulica dei corsi d’acqua consentendo alle ditte private di prelevare a costo zero la sabbia, previa autorizzazione e con la sorveglianza del Genio civile, sia per l’utilizzo nell’edilizia che con finalità di ripascimento delle spiagge.