Articoli correlati
"Aethina tumida", il parassita delle api arriva in Sicilia
di Andrea Rifatto | 11/12/2014 | AMBIENTE
di Andrea Rifatto | 11/12/2014 | AMBIENTE
3206 Lettori unici
La zona di protezione delimitata dall'Istituto zooprofilattico
Dopo la Calabria, tocca anche alla Sicilia combattere contro il coleottero Aethina tumida, il parassita della api originario dell'Africa che potrebbe mettere in ginocchio l'apicoltura e la produzione di miele dell'Isola. L’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia ha comunicato che il centro di referenza nazionale per l’apicoltura, con sede presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, ha confermato la presenza del coleottero in materiale prelevato presso un apiario ubicato in contrada Sparto del comune di Melilli (Sr): da qui l’avvio delle procedure per la gestione del focolaio e per prevenire la diffusione della malattia nel territorio interessato e nelle zone contigue, secondo le disposizioni impartite dalla Direzione generale della Sanità animale e dei Farmaci veterinari del ministero della Salute. L'Istituto zooprofilattico siciliano ha al contempo redatto una elaborazione grafica relativa al territorio dove è stata rilevata la presenza del parassita, con la delimitazione dell'area ricompresa in un raggio di dieci chilometri dal sito presso il quale è stato prelevato il campione risultato positivo: l’area, dichiarata “Zona di protezione” da Aethina tumida, comprende i territori dei comuni di Melilli, Augusta, Sortino, Carlentini e Lentini, tutti ricadenti in provincia di Siracusa, e solo marginalmente una ristrettissima area di territorio del versante sud-orientale del comune di Catania. Per scongiurare l'eventuale diffusione del parassita e salvaguardare il patrimonio apistico regionale è fondamentale, infatti, adottare con urgenza misure precauzionali con l'istituzione di una apposita zona di protezione. Tutti gli apiari presenti nell’area individuata dovranno essere censiti e posti sotto sequestro: sugli apiari presenti dovranno essere inoltre effettuati controlli clinici. Il territorio del comune di Catania è stato escluso in quanto marginalmente interessato dal raggio di calcolo e poiché all’interno di quella ristretta porzione di territorio non risultano presenti allevamenti di api né apiari in transumanza.
Accanto alle misure di prevenzione, il Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico ha disposto l'immediata distruzione dell’apiario di Melilli, così da gestire il focolaio, e l’effettuazione di una indagine epidemiologica diretta a verificare eventuali movimentazioni dal focolaio che possano avere determinato la diffusione della infestazione verso altri apiari. L'Aethina tumida distrugge le colonie dell'ape mellifera, causa il danneggiamento dei favi cibandosi del miele immagazzinato e del polline: quando l'infestazione diventa sufficientemente grave, le api possono essere indotte ad abbandonare il loro alveare. Le larve dello scarabeo scavano gallerie tra le celle contenenti miele, alimentandosi e defecandovi, causando lo sbiadimento e la fermentazione del miele. La Sicilia è una realtà produttiva abbastanza importante nel panorama nazionale: sono circa mille i produttori ufficialmente censiti che detengono più di 160 mila arnie, che adesso sono in stato di massima allerta. In attesa dei provvedimenti che saranno adottati dalla Autorità comunitaria, la Regione Siciliana ha disposto il divieto di movimentazione di api, regine e bombi dal territorio siciliano verso altre regioni e verso il restante territorio comunitario.