Differenziata, 7 comuni rifiuti free e 8 ricicloni: i promossi e i bocciati da Legambiente
di Andrea Rifatto | 21/12/2023 | AMBIENTE
di Andrea Rifatto | 21/12/2023 | AMBIENTE
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Non basta più raggiungere il 65% di differenziata
Passi in avanti, conferme e bocciature. È il quadro che emerge nel comprensorio jonico nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, analizzando i risultati del dossier “Comuni Ricicloni Sicilia 2023” presentato da Legambiente, che fa riferimento ai dati del 2022. E per la prima volta la città di Taormina entra nella classifica dei promossi, visto che nel 2022 ha superato la soglia minima di legge del 65% (seppur di poco), segno che è possibile risalire la china e migliorare le performance. Tra gli 80 comuni siciliani Rifiuti Free (30 in più rispetto all’anno precedente), classificati sulla base della minore produzione pro-capite di rifiuto secco indifferenziato, ossia che hanno prodotto non più di 75 kg/abitanti/anno, sfuggendo in questo modo alle cicliche crisi dovute all’esaurimento delle discariche, ne entrano sette tra i 56 con popolazione sotto i 5.000 abitanti: al 10imo posto Pagliara con l’81,9% (39,2 kg rispetto ai 64,8 del 2021); al 23esimo posto Alì con il 69,9% di raccolta differenziata (54,5 kg/abitanti/anno), 26esimo Antillo con il 76,1%, (56,1 kg), 30esimo Fiumedinisi con il 73,3% (58,6 kg), al 40esimo Mandanici con l’80,7% di differenziata (63,9 kg), al 45esimo Casalvecchio Siculo con il 71,7% (67,4 kg), al 50esimo Roccafiorita con la differenziata al 73,1% (69,1 kg). Un ottimo segnale in merito alla necessità di ridurre significativamente la produzione di rifiuti indifferenziati intervenendo innanzitutto sulla riduzione e di migliorare, al contempo, anche la qualità della raccolta stessa dei rifiuti differenziati. Classificati tra i 274 comuni ricicloni siciliani, invece, otto centri che nel 2022 hanno raggiunto la soglia minima del 65% di differenziata: in testa nel comprensorio jonico Forza d’Agrò con il 74,63%, seguito da Francavilla di Sicilia 73,5%, Alì Terme 72,85%, Furci Siculo 72,67%, Santa Teresa di Riva 72,66%, Roccalumera 71,21%, Taormina 65,85% e Nizza di Sicilia 65,66%. Altri 17 comuni tra Jonica e Alcantara, invece, non rispettano ancora l’obbligo di legge del raggiungimento del 65%: Scaletta Zanclea 63,65%, Castelmola 62,02%, Gallodoro 61,20%, Itala 60,38%, Mongiuffi Melia 56,79%, Savoca 55,44%, Gaggi 52,75%, Letojanni 52,15%, Sant’Alessio Siculo 47,70%, Giardini Naxos 40,31%, Limina 33,16%, Santa Domenica Vittoria 28,35%, Roccella Valdemone 26,63%, Mojo Alcantara 23,93% Malvagna 17,92%, Graniti 15,30% e Motta Camastra 14,57%. La valle dell’Alcantara si conferma quindi ancora ferma al palo, visto che sui 13 comuni siciliani con una differenziata più basse del 30% ben sei ricadono in questo comprensorio. Al 2030 gli obiettivi per i Comuni sono più sfidanti e selettivi e spingono sempre di più verso il recupero di materia, sia a valle che a monte. Non basterà più, quindi, raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Per molte amministrazioni locali sarà un impegno straordinario che richiederà una rimodulazione dei servizi di raccolta che dovranno essere sempre più puntuali ed efficaci, a partire dalla implementazione del porta a porta che favorisca sempre di più la raccolta monomateriale, l’introduzione della tariffa puntuale, la promozione dei prodotti sfusi e del vuoto a rendere, la realizzazione dei centri di riuso e di preparazione al riutilizzo e l’introduzione dei criteri minimi ambientali nei bandi della Pubblica Amministrazione.