Estate 2017, tra Giardini Naxos e Messina 20 km di mare non balneabili
di Andrea Rifatto | 07/03/2017 | AMBIENTE
di Andrea Rifatto | 07/03/2017 | AMBIENTE
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La spiaggia di S. Teresa e sullo sfondo Capo Sant’Alessio
Anche quest’anno 20 km di costa tra Giardini Naxos e Messina non saranno balneabili. Puntuale è arrivato infatti il decreto dell’assessorato regionale alla Salute che disciplina il monitoraggio delle acque marine ma soprattutto individua le zone di mare precluse alla balneazione per inquinamento o altre motivazioni. Il provvedimento, firmato dal dirigente del Dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, Ignazio Tozzo, stabilisce cha la stagione balneare 2017 avrà inizio l’1 aprile e si concluderà il 31 ottobre e che saranno off limits per i bagnanti, nel tratto da Giardini a Messina, 19,345 km di costa, di cui 7,58 per inquinamento. A Giardini lo stop alla balneazione dalla foce del fiume Alcantara sino a 150 metri in direzione nord, mentre a Messina risultano inquinati 6,63 km di costa dalla foce del torrente Larderia al torrente Portalegni, un tratto di 600 metri a partire da 50m a sud dell’ex ospedale “Margherita” fino a 100 metri a nord della foce del torrente Annunziata e altri 200 metri a partire da 100m a sud a 100m a nord del canale Lago Piccolo Torre Faro. Nella cittadina naxiota sono off limits anche i 400 metri dell’area portuale (da radice barriere frangiflutti a radice molo di sopraflutto), così come nel capoluogo sono interdetti 480 metri dal lato sud del porto di Tremestieri al torrente Larderia e 9 km di costa dal torrente Portalegni a via Brasile. Capitolo a parte, invece, per i tratti di mare interessati dalle immissioni delle condotte sottomarine dei depuratori, motivo che ha portato il Dipartimento regionale Attività sanitarie ed Osservatorio epidemiologico a disporre per precauzione il divieto di balneazione per diversi comuni jonici. I tratti di costa classificati come non balneabili sono stati individuati a Letojanni, dove lo stop interessa un tratto di 200 metri in direzione del torrente San Filippo, in corrispondenza del depuratore; S. Alessio Siculo (100m in direzione nord e 100m in direzione sud dal torrente Salice, dove scarica il depuratore utilizzato anche da Forza d’Agrò); S. Teresa di Riva (100m verso nord e 100m verso sud dalla foce del torrente Agrò, in direzione del depuratore intercomunale con Savoca); Roccalumera (100m verso nord e 100m verso sud dalla foce del Pagliara, vista la presenza della condotta del depuratore consortile con Roccalumera, Furci e Pagliara) e Nizza di Sicilia (100 m direzione nord e 100 in direzione sud dal torrente Fiumedinisi a causa dello scarico del depuratore consortile di Nizza, Alì Terme e Fiumedinisi. A Messina non balneabili per immissioni quattro tratti: 200 metri in corrispondenza del torrente Giampilieri, 200m alla foce del torrente Briga, 600 metri al torrente Annunziata e altri 200 in corrispondenza dello scarico dell’Acqualadroni. Ai sindaci dei comuni territorialmente interessati toccherà emettere le apposite ordinanze e “l'affissione dei cartelli metallici di divieto della balneazione in numero adeguato e posizionati in aree facilmente visibili, di formato minimo 50 x 80 cm, i cui contenuti dovranno essere espressi almeno in due lingue”. L’articolo 2 del decreto prevede che “il periodo di campionamento delle acque di mare, anche per l’anno 2017, ha inizio nel mese di aprile e ha termine nel mese di ottobre. Il prelievo di pre-campionamento (gli ultimi risalgono allo scorso anno) dovrà essere effettuato dieci giorni prima dell’inizio della stagione balneare (a partire dal 20 marzo)”. In caso di riscontro di inquinamento “i direttori dei Dipartimenti di Prevenzione e i Direttori dei Laboratori di Sanità Pubblica delle Asp hanno l'obbligo di comunicare con la massima tempestività ai sindaci dei comuni rivieraschi i tratti di mare non balneabili individuati”. “La comunicazione – si legge nel decreto – dovrà specificare il motivo della non balneabilità, l'estensione del tratto di costa e le coordinate geografiche e ciò ai fini dell’emissione, da parte degli stessi sindaci delle ordinanze”.