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Mare inquinato, tutta colpa di Messina? I sindaci scriveranno al commissario nazionale
di Andrea Rifatto | 02/10/2019 | AMBIENTE
di Andrea Rifatto | 02/10/2019 | AMBIENTE
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L'incontro di Pagliara
Cosa possiamo fare per risolvere il problema del’inquinamento del mare che nell’estate appena trascorsa ha fatto insorgere residenti e villeggianti? Se lo sono chiesti i sindaci del comprensorio compreso tra Scaletta Zanclea e Sant’Alessio (assenti solo i rappresentanti dei comuni di Alì, Itala e Forza d’Agrò) riuniti a Pagliara su convocazione del presidente dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, il sindaco di Antillo Davide Paratore, stimolato a portare in discussione l’argomento dal collega di S. Teresa, Danilo Lo Giudice. “Proviamo a capire se è possibile fare qualcosa, è una richiesta che cigiunge dai cittadini e in estate ho ricevuto una lettera da alcuni villeggianti che segnalavano l’inquinamento dell’acqua – ha esordito Paratore – e ho risposto loro che avremmo affrontato il problema congiuntamente, perché non lo possiamo nascondere. L’Unione non ha nessuna competenza in materia ma è un organo che rappresenta tanti comuni e si può fare carico di coinvolgere le amministrazioni tra Giardini e Scaletta”. La soluzione finale individuata su suggerimento del sindaco di Casalvecchio, Marco Saetti, è stata quella di inviare una lettera al commissario straordinario unico per la depurazione del Governo nazionale, Enrico Rolle, per segnalare la problematica e chiedere interventi immediati, “perché noi come Unione non abbiamo competenze tecniche e dati reali sulle fonti di inquinamento e dunque non possiamo arrivare a determinazioni precise – ha evidenziato Saetti – ma possiamo solo evidenziare che non ci sono responsabilità nostre, perché i depuratori della zona funzionano, spiegando i danni che subiamo allo sviluppo turistico del territorio”. Bocciata, quindi, la proposta avanzata durante l’incontro di istituire un tavolo tecnico con le autorità locali e provinciali (Capitaneria di Porto, Arpa, Amam, ecc.) per cercare le cause del fenomeno, in quanto si tratta di un problema più ampio a livello regionale.
“È fondamentale discuterne ma inopportuno farlo in estate perché si massacrano gli sforzi che ogni singola amministrazione fa per portare anche un solo turista – ha detto nel suo intervento Lo Giudice – anche con articoli che mostrano il territorio come se fosse una terra dei fuochi, vanificano i sacrifici fatti in termini economici e di servizi. La problematica va affrontata senza comunque voler nascondere nulla perché quello che succede è sotto gli occhi di tutti. I nostri impianti funzionano e i materiali solidi che abbiamo visto galleggiare nel nostro mare non possono provenire dagli impianti di depurazione, il problema va individuato nelle navi che attraversano il mare e negli scarichi diretti che ci possono essere, anche lontano da noi. Il nostro mare comunque è balneabile come certificato dal Ministero della Salute e non dobbiamo trovarci costretti a subire questa cosa e da vittime passare a soggetti che determinano la situazione. Per il sindaco di Sant’Alessio, Giovanni Foti, “il problema è a Messina, che ha due infrazioni europee perché una parte di città non ha fognature e scarica a mare e l’altra depura male, e anche dal fiume Alcantara. La città deve bloccare i propri sversamenti altrimenti i nostri sforzi sono inutili, perché la corrente marina ci massacra. Facciamo un tavolo tecnico con le autorità e anche con il presidente della Regione, che è commissario regionale per le acque”. Tavolo a cui Lo Giudice aveva suggerito di far sedere anche Amam e Consorzio Rete Fognante di Taormina. “Come sindaci l’unico intervento che possiamo fare è la verifica dei depuratori, per un fatto di coscienza e tutela personale – ha aggiunto il primo cittadino di Scaletta, Gianfranco Moschella – il resto sfugge al nostro controllo e alla nostra determinazione. Il tavolo tecnico può essere utile per meglio comprendere come intervenire su dinamiche che non possiamo dominare noi”. Ma la proposta alla fine è stata bocciata e si è optato per scrivere direttamente al commissario nazionale.