Domenica 22 Dicembre 2024
Lo Giudice scrive a De Luca, nel 2019 bocciò una proposta. Tre comuni respingono le accuse


Mare jonico sporco, la politica si sveglia a fine stagione dopo un anno perso nel silenzio

di Andrea Rifatto | 25/08/2020 | AMBIENTE

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La scia di sporcizia che ha solcato il mare nei giorni scorsi

In un sabato sera di fine estate la politica si è svegliata, anche se molto tardi, e ha deciso di provare a capire perchè il mare della riviera jonica, da Giardini Naxos a Scaletta Zanclea, sia ogni giorno inquinato da plastica, rifiuti organici solidi e altro. Le fortissime proteste dei bagnanti, che da mesi lamentano l’impossibilità di fare il bagno per le scie di sporcizia, hanno finalmente spinto un amministratore ad intervenire pubblicamente sul tema. A farlo è stato il sindaco di Santa Teresa, Danilo Lo Giudice, finora rimasto in silenzio sul problema, così come tutti gli altri: “Impossibile continuare così - esordisce in un post sulla sua pagina Facebook - invierò una lettera al sindaco di Messina e della Città metropolitana per incontrare tutti i sindaci della provincia ed affrontare in maniera seria il problema del nostro mare. La situazione è insostenibile e lo spettacolo a cui abbiamo dovuto assistere in questa stagione è deplorevole. Avevo scelto di non intervenire su Facebook su questo tema perché assai complesso e non affrontabile con post/commenti - si giustifica il deputato regionale - ho ricevuto numerose sollecitazioni e messaggi da tanti amici che ringrazio per la loro sensibilità e parliamoci chiaro, i depuratori sono la minima parte perché la tipologia e le dimensioni di rifiuti solidi che si sono visti  non può avere provenienza da depuratori. I sacrifici fatti da tanti per far crescere il nostro comprensorio sono enormi - prosegue - il nostro mare non può essere separato con dei muri ma il problema è di tutti, comuni a monte compresi, e come tale va affrontato senza puntare il dito contro qualcuno, ma con grande senso di responsabilità. Il ragionamento deve essere affrontato in maniera univoca - sostiene adesso Lo Giudice - e chiederò anche alla Regione di intervenire per fornire strumenti utili per poter eventualmente monitorare la situazione”. 

Un intervento tardivo, considerato che già un anno fa proprio a Santa Teresa era arrivata una richiesta di discutere il problema: “Siamo sempre alle solite, il tempismo non è il suo forte - replica la consigliera di minoranza Lucia Sansone - era il 12 agosto 2019 quando presentai una proposta per chiedere al Consiglio comunale di affidare al sindaco il mandato di riunire intorno ad un tavolo tutti i colleghi della riviera jonica e tutte le autorità interessate alla tutela dell’ambiente per individuare le cause e finalmente compiere un primo passo decisivo verso la soluzione. Ahimè, la proposta non passò e a distanza di un anno il sindaco ha finalmente preso atto del problema (forse anni prima soffriva di miopia?) ed ha deciso fosse opportuno intervenire. Spero non sia l'ennesimo post per placare momentaneamente gli animi, poiché tale situazione, nonostante le rassicurazioni, sta rendendo impossibile la balneazione”. Un anno fa in Aula Lo Giudice ribadì come l’Amministrazione comunale di Santa Teresa non avesse colpe in merito alla sporcizia in mare: “Basta consultare sul Portale Acque di Balneazione i dati sui campionamenti effettuati nel nostro mare, tutti con esito positivo, il nostro depuratore funziona e le sporcizie possono arrivare da ogni dove, non necessariamente dal depuratore - rispose - io stesso ho visto plastica e assi di legno in acqua. Mi farò carico di affrontare il problema con gli altri sindaci ma non sono favorevole all’istituzione di tavoli tecnici, perché servono a poco”. Poi nella seduta successiva ribadì che “non si possono prendere posizioni sugli altri comuni, il mare è unico e la sporcizia non è di facile individuazione”. Quindi da allora e per un anno nessuno si è più interessato del problema, che poteva essere discusso per trovare le soluzioni già in vista di questa stagione balneare. Dodici mesi persi, dunque.

Intanto i sindaci di Nizza, Alì Terme e Fiumedinisi respingono le accuse fatte da diversi cittadini della riviera sull’inquinamento del mare causato dal malfunzionamento del depuratore intercomunale nizzardo: “L’impianto, pur essendo datato, funziona, anche se nel periodo estivo è sottoposto a dura prova per l'aumento della popolazione - esordiscono Piero Briguglio, Carlo Giaquinta e Giovanni De Luca - le Amministrazioni interessate monitorano costantemente la situazione ed hanno già adottato provvedimenti urgenti per la sistemazione della lesione della condotta sottomarina di cui è dotato l’impianto. Avuta conoscenza del problema sono stati effettuati saggi sia sull'arenile che in mare con l'intervento di sub specializzati e con recentissimo atto adottato dalla Giunta municipale è stato deliberato l'intervento riparativo e risolutivo del problema. Spiace sentire costantemente che ormai passa il messaggio, peraltro non veritiero anche perché non supportato da elementi certi, che l'inquinamento del nostro mare sia da ricondurre al depuratore intercomunale di Nizza Alì Terme e Fiumedinisi - evidenziano - dalla piccola lesione della condotta sottomarina, infatti, fuoriesce acqua e non il legname, le borse di plastica ed altra sporcizia allo stato solido che galleggiano, portati dalla corrente avanti e indietro sul litorale jonico. Questo ‘schifo’ è da ricondurre ad altre realtà e non certamente al depuratore intercomunale o alla piccola lesione nella sua condotta sottomarina. Ci uniamo concordi alla protesta del sindaco di Santa Teresa, il disagio esiste e le nostre Amministrazioni stanno adottando gli opportuni rimedi. Certamente si comprende la rabbia e la protesta civile delle persone che vedono una situazione anomala e di disagio, ormai da tanti anni, ma non si comprende o giustifica - concludono i tre sindaci - la mera speculazione personale o politica, che motu proprio cerca di ricondurre responsabilità esclusive al nostro depuratore intercomunale”.

Più informazioni: mare sporco  


COMMENTI

Giuseppe Migliastro | il 25/08/2020 alle 13:36:29

Dopo anni e anni si é svegliato e ha tirato la testa fuori dalla sabbia!!! Magari obbligato dai disegni elettorali di qualche suo superiore gerarchico!!!

giuseppe cacciola | il 25/08/2020 alle 20:16:43

Ritorno ancora una volta sull'argomento ,non ci si puo' svegliare all'improvviso,ed accorgersi che le bandiere blu si sono stinte, e' vero ci vuole serieta' e costanza per uscire da questo ginepraio. Bisogna razionalizzare i depuratori e rinnovarli ,ma soprattutto monitorarli biologicamente ,costantemente e giornalmente ,ad ore diverse, in modo da intervenire preventivamente all'insorgere di situazioni di rischio biologico. Voglio ricordare che gli impianti di depurazione trattano liquidi biologici, che hanno una loro caratteristica e vitalita'. Da considerare i punti del Comune di Messina che versano a mare acque torbide, provenienti dalle fiumare,che facilmente in occasione di temporali provvedono a riversare in mare quanto depositato negli alvei torrentizi . A questo bisogna aggiungere probabili sversamenti in mare,da parte di naviglio commerciale,non controllato . A tutte queste criticita' aggiungiamo una corrente costantemente alternata nei due sensi di " muntanti e scinnenti" e la frittata e' servita. Ribadisco con forza la costituzione di un tavolo tecnico formato da esperti e conoscitori del mare locale al fine di elaborare un ' piano di interventi .

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