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“Non bastano i soldi”: la Regione chiude Isola Bella e altre 20 riserve naturali
di Redazione | 14/04/2016 | AMBIENTE
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La riserva naturale Isola Bella
La Regione Siciliana non ha più i soldi in cassa per mantenere le riserve naturali in Sicilia e si vede costretta a chiuderle. A renderlo noto è stato ieri sera il Dipartimento dell'Ambiente, che ha inviato una nota ai gestori delle 21 riserve naturali dell'Isola, spiegando che la somma di 859mila euro stanziata per le spese di impianto e di gestione delle aree in questione "non consente la copertura finanziaria dell'intero esercizio 2016" ma "è sufficiente a garantire le relative attività solo fino alla data del 16 aprile". Da sabato, dunque, Legambiente, Wwf, Lipu, Cai, Italia Nostra, Gre, Rangers d'Italia e Università di Catania-Cutgana sono state invitate a "sospendere qualsiasi attività di gestione e di relativa spesa per le suddette aree protette". Cancelli chiusi, quindi, a meno che gli enti gestori e i lavoratori che da anni sono impiegati nelle Riserve non vogliano continuare oltre il termine indicato utilizzando "eventuali risorse di altra provenienza" o facendosi bastare i soldi stanziati risparmiando "nella ripartizione della spesa tra gli emolumenti del personale e i costi di gestione", comunicandolo per tempo al Dipartimento regionale dell'Ambiente. Tra le 21 riserve naturali che la Regione ha deciso di far chiudere anche l’Isola Bella di Taormina, gestita dal Centro universitario per la tutela e la gestione degli ambienti naturali e degli agro-sistemi (Cutgana) dell’Università di Catania, finita nei mesi scorsi al centro di un aspro scontro tra Comune e Regione in merito alla decisione dell’assessorato Territorio e Ambiente di applicare un ticket di ingresso all’isolotto in base ad una legge regionale approvata recentemente. Oltre la riserva della Perla chiuderanno battenti Isola di Lampedusa, Macalbue di Aragona, Grotta di Santa Ninfa, Lago Sfondato, Grotta di Sant’Angelo Muxaro, Grotta di Carburangeli, Grotta dei Puntali, Grotta della Molara, Grotta Conza, Grotta d'Entella, Monte Conca, Capo Rama, Lago Preola e Gorghi Tondi, Saline di Trapani e Paceco, Torre Salsa, Isola delle Femmine, Biviele di Gela, Saline di Priolo, Monte Pellegrino, Complesso Immacolatelle e Micio Conti. Tutte aree dove fauna e flora sono rimaste incontaminate preservando paesaggi e biodiversità anche grazie al lavoro di uomini e donne che ora rischiano il posto dall'oggi al domani. Oasi che potranno riaprire "solo a seguito di un eventuale assestamento del bilancio regionale che preveda un incremento della dotazione finanziaria del competente capitolo". "Un fatto gravissimo e senza precedenti che rischia, da un giorno all'altro, di vanificare l’enorme lavoro di salvaguardia e la corretta valorizzazione dei tesori naturalistici siciliani – ha commentato la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi –. Si tratta di una decisione incomprensibile e con conseguenze drammatiche non solo per le aree naturali interessate ma anche per i tanti lavoratori che hanno garantito (e garantiscono) la gestione delle riserve. Non solo – aggiunge Bianchi –: azzerare i presidi che hanno garantito la protezione e la conservazione di luoghi unici al mondo significa lasciare territori che tutto il mondo ci invidia alla mercé della delinquenza, dell'illegalità, del bracconaggio e della criminalità organizzata". AGGIORNAMENTO ORE 14 - La situazione è stata affrontata stamane nel corso di una riunione con tutti i gestori delle Riserve, così come annunciato ieri da Margherita Ingrassia, funzionario del Dipartimento dell’Ambiente, nel quale l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, ha garantito che le riserve rimarranno aperte, chiedendo uno sforzo sul contenimento delle spese in cambio di un impegno a trovare 952mila euro per garantire la copertura dei costi fino a giugno grazie ad un assestamento di bilancio, in attesa dei nuovi fondi, pari a circa 1,5 milioni di euro, che dovrebbero arrivare da Roma dopo lo sblocco di una tranche da 500 milioni. L'assessore ha inoltre respinto al mittente le critiche sulla mancata attuazione del decreto che prevede il pagamento del ticket di ingresso alle riserve naturalistiche: "Il provvedimento è stato indirizzato agli enti gestori, a cui spetta l'onere di decidere le modalità con le quali istituire il servizio".