Sabato 20 Aprile 2024
Giovedì 10 aprile incontro a Furci Siculo tra i sindaci dei 40 comuni coinvolti


Consorzio "Jonia-Taormina-Etna": l'iter avanza tra le perplessità

di Andrea Rifatto | 08/04/2014 | ATTUALITÀ

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L'ipotesi di costituzione del Consorzio "Jonia-Taormina-Etna"

Riuscirà a vedere la luce il Libero Consorzio di Comuni “Jonia Taormina Etna”? Definitivamente soppresse le Province regionali, circa 40 comuni del versante jonico e di quello etneo sono al lavoro per la riorganizzazione del territorio, al di là dei confini stabiliti dagli ormai defunti enti provinciali. Una nuova “unione” che dovrebbe abbracciare 40 municipalità tra Messina e Catania, con al centro Taormina come città leader, anche se Giarre rivendica il ruolo di comune capofila in virtù del maggior numero di abitanti. L’iniziativa, per poter essere messa in pratica, deve puntare a riunire centri con continuità territoriale per almeno 180 mila abitanti complessivi: un traguardo a cui guardano molti sindaci, nella speranza che la nuova dislocazione possa rispondere alle reali esigenze di un territorio vasto e dalle innumerevoli caratteristiche.

Lo scorso 2 aprile, nell’aula consiliare del Comune di Giarre, si è svolta una riunione del “direttorio” dei sindaci formato nel corso dell’incontro del 14 novembre 2013 a Taormina. I primi cittadini, in rappresentanza di tutti i sindaci del comprensorio, hanno discusso della costituzione del Libero Consorzio “Jonia Taormina Etna”, ribadendo la volontà di voler aderire al nuovo ente, manifestando  però dubbi sull’effettiva applicazione della Legge regionale 8/2014, che ha previsto l'istituzione del LIberi Consorzi di comuni e delle Città metropolitane.

Norma giudicata poco chiara soprattutto in riferimento ai referendum confermativi, da tenersi entro sessanta giorni dalla data di approvazione delle deliberazioni dei vari Consigli comunali secondo le modalità stabilite nei rispettivi statuti, che comporterebbero una costo attualmente non sostenibile dai comuni. Il sindaco di Giarre ha messo in evidenza come lo Statuto comunale del suo comune, così come in altri centri, prevede, per la validità dei referendum, la partecipazione della maggioranza assoluta degli aventi diritto: un quorum difficile da raggiungere che metterebbe a rischio l'efficacia delle decisioni ratificate dai Consigli comunali. All’incontro erano presenti i sindaci di Giarre (Roberto Bonaccorsi), Riposto (Enzo Caragliano), Fiumefreddo di Sicilia (Marco Alosi), Taormina (Egidio Giardina), Furci Siculo (Sebastiano Foti), Castelmola (Orlando Russo), Piedimonte Etneo (Ignazio Puglisi), Linguaglossa (Rosa Maria Vecchio), Randazzo (Michele Mario Mangione) e Bronte (Giuseppe Firrarello).

Da chiarire poi quali saranno le effettive funzioni da attribuire al Consorzio dei Comuni: per questo i sindaci presenti hanno auspicato un intervento della Regione Siciliana, mediante l’emissione di una circolare esplicativa, ed hanno convenuto di preparare al più presto una proposta di deliberazione condivisa, da far approvare ai rispettivi Consigli comunali. Il sindaco di Bronte, tenuto conto della particolare posizione geografica della città, pur ribadendo la sua personale convinzione dell’adesione al consorzio “Jonia Taormina Etna”, ha evidenziato durante l’incontro la necessità di dover valutare, anche con l’aiuto dei propri cittadini, se partecipare con il Consorzio jonico-etneo o aderire alla proposta portata avanti dal Comune di Paternò e dei vicini centri etnei. 


La proposta. Il movimento Città Viva di Giarre, in collaborazione con numerosi sindaci dell’area jonica, dopo mesi di lavoro, ha prodotto un’ipotesi di spartizione: dentro il Consorzio Jonia-Taormina-Etna confluirebbero ben 44 Comuni, di cui Giarre sarebbe capofila, seguendo il criterio del comune con più abitanti stabilito dalla legge e risolvendo così l’iniziale conflitto con Taormina. Dentro questo grande consorzio rientrerebbero molti centri provenienti dalla provincia di Messina (come Giardini Naxos, Santa Teresa Riva, Roccalumera), e si raggiungerebbero nel complesso 193mila residenti. I comuni che dovrebbero entrare a far parte del nuovo organismo sono Giarre, Riposto, Mascali, Randazzo, Fiumefreddo di Sicilia, Linguaglossa, Calatabiano, Piedimonte Etneo, Castiglione di Sicilia, Sant'Alfio e Milo per l'area etnea; Francavilla, Graniti, Gaggi, Santa Domenica Vittoria, Motta Camastra, Mojo Alcantara, Malvagna, Roccella Valdemone e Floresta per la zona alcantarina. Dall'area jonica dovrebbero confluire Taormina, Giardini Naxos, S. Teresa di Riva, Roccalumera, Nizza di Sicilia, Furci Siculo, Letojanni, Alì Terme, Savoca, Sant'Alessio, Fiumedinisi, Pagliara, Castelmola, Forza d'Agrò, Limina, Casalvecchio Siculo, Alì, Mongiuffi Melia, Mandanici, Gallodoro e Roccafiorita.

Il nuovo appuntamento è stato fissato per giovedì 10 aprile a Furci Siculo, dove si terrà un’assemblea generale con tutti i circa 40 sindaci dei comuni interessati. 

Più informazioni: riforma enti locali  città metropolitane  liberi consorzi di comuni  consorzio jonia taormina etna  


COMMENTI

Pippo Sturiale | il 08/04/2014 alle 21:14:04

193.000 abitanti !? Allora è una Provincia! Le Provincie invece di essere soppresse vengono moltiplicate. Non ci saranno indennità per consiglieri provinciali eletti, ma ci saranno i rimborsi-spese e le spese di funzionamento dei nuovi enti. Come per il senato. A me pare che per le esagerazioni e per il mangia-mangia generalizzato dei nostri politicanti, invece di far funzionare correttamente le istituzioni, si "eliminano", ma in effetti rientrano dalla finestra e, siccome non cambia il costume, si moltiplicheranno i centri di corruzione. Pensiamo prima a cambiare il costume!! Le Istituzioni erano state pensate abbastanza bene!

giacomo.carrubba | il 23/07/2014 alle 12:17:43

condivido l'idea dei liberi consorzi ed il superamente delle provincie in particolare Enna. penso che il Comune di Troina dovrebbe aderire al consorzio dello jonio. giacomo carrubba

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