Sabato 27 Luglio 2024
Il Centro antiviolenza “Al Tuo Fianco” scende in campo dopo la sentenza della Cassazione


"Dobbiamo chiedere scusa a Lorena": sabato a Furci Siculo manifestazione di protesta

di Andrea Rifatto | 24/07/2024 | ATTUALITÀ

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La villetta dove è avvenuto il delitto

“Tutti dobbiamo manifestare il nostro dissenso e chiedere pubblicamente scusa a Lorena”. A commentare le motivazioni dell’annullamento con rinvio della condanna all’ergastolo di Antonio De Pace, l’infermiere calabrese accusato del femminicidio di Lorena Quaranta, la studentessa 27enne originaria di Favara uccisa il 31 marzo del 2020 a Furci Siculo, è anche il Centro antiviolenza “Al Tuo Fianco” che sorge a poche centinaia di metri dalla villetta di via Delle Mimose dove avvenne il delitto. Il rischio che lo stress da Covid diventi un’attenuante, come a voler trovare una giustificazione per ogni femminicidio, ha allarmato la struttura che da anni si prodiga per sensibilizzare sul tema della lotta alla violenza contro le donne, che ha sentito sente il bisogno di fare sentire la propria voce in un momento in cui da ogni parte d’Italia si levano pensieri di indignazione per la decisione dei giudici della Suprema Corte. "Non si può stare in silenzio o limitarsi a mere dichiarazioni ma occorre 'fare rumore' - commenta la presidente di “Al Tuo Fianco”, Concetta La Torre - per questo abbiamo deciso di organizzare una manifestazione di solidarietà e protesta proprio nel luogo dove Lorena è stata ammazzata, alla presenza di istituzioni, rappresentanti politici e dei familiari della vittima". L'appuntamento è per sabato 27 luglio, alle ore 19, con una marcia silenziosa che partirà da via Delle Mimose 12 e raggiungerà la panchina rossa per Lorena sul lungomare. Un'iniziativa sposata anche dall’Amministrazione comunale di Furci Siculo.

"È questo il momento in cui non bastano solo le dichiarazioni di indignazione - sottolinea La Torre - ma occorre dimostrare in modo fattivo l’impegno a costruire una società 'civile' fondata su principi di rispetto della sacralità della vita della donna". Il Centro antiviolenza vuole dare risonanza a quanto accaduto e denunciare esplicitamente il pericolo che questa sentenza possa rappresentare per la violazione dei diritti delle donne, vanificando così il lavoro che la struttura e tutti i centri nazionali hanno svolto e continuano a svolgere in questi anni: “Questo è un orientamento che ci sconvolge - prosegue la presidente - perché legittima un pericoloso precedente sulla base del quale qualsiasi situazione di stress e di particolare angoscia, fonte di disagio, con la “contingente difficoltà di porvi rimedio”, potrebbe costituire fattore tale da incidere sulla misura della responsabilità penale. In un Paese in cui l’incidenza della pandemia è stata ignorata per quanto riguarda gli effetti sulla salute mentale dei giovani, non si può non rimanere indignati allorquando viene invece inspiegabilmente considerata come possibile circostanza attenuante per un femminicidio. Il messaggio che si dà alla collettività è fuorviante e pertanto non possiamo rimanere indifferenti”. 

L’associazione “Al Tuo Fianco” punta anche ad esprimere attraverso la manifestazione la propria vicinanza e solidarietà ai familiari di Lorena Quaranta e rafforzare ancora di più il proprio impegno nella lotta alla violenza di genere, vicina a tutte a tutte quelle donne che, in situazioni simili, vivono magari un momento di sfiducia nella giustizia e che potrebbero essere scoraggiate alla denuncia. "Adesso più che mai - conclude La Torre - è necessario dimostrare l’importanza della formazione di quella consapevolezza, necessità su cui da anni insistiamo, di radicale ed insuperabile rifiuto di ogni forma di giustificazione di condotte che costituiscono efferati delitti”. 


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