Articoli correlati
Forza d’Agrò, lite sindaco-prete sul parcheggio: il Tribunale dà ragione alla Parrocchia
di Andrea Rifatto | 01/11/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 01/11/2017 | ATTUALITÀ
5315 Lettori unici | Commenti 1
L'area dietro l'abside e la vettura del Comune
Lo spazio adiacente l’abside della cattedrale Maria Santissima Annunziata e Assunta di Forza d’Agrò appartiene alla Parrocchia e il Comune deve riconsegnarlo rimuovendo l’auto che parcheggia in quello spazio. Lo ha stabilito con un’ordinanza il giudice Maria Luisa Tortorella della Prima Sezione civile del Tribunale di Messina, accogliendo il ricorso presentato il 6 settembre dello scorso anno dal parroco Luciano Zampetti, con cui veniva chiesta l’azione di reintegrazione dell’area di circa 15 metri quadri, situata in piazza Largo Piano, dove i sacerdoti che negli anni hanno retto la cattedrale hanno sempre parcheggiato la loro auto, così come ha fatto don Zampetti sin dal suo arrivo a Forza d’Agrò nel 2011. Tra il 18 e il 19 dicembre 2015, però, al termine dei lavori di riqualificazione della piazza, il Comune si è appropriato dell’area approfittando dell’assenza del sacerdote, occupandola con l’autovettura di servizio e sostenendo come fosse bene demaniale di sua esclusiva proprietà, impedendo alla parrocchia l’esercizio del possesso. Ogni qualvolta l’auto di servizio veniva utilizzata, tra l’altro, altri dipendenti del Comune provvedevano a parcheggiare immediatamente un altro mezzo in modo da non lasciare mai libero lo spazio. Da quel momento la Parrocchia non lo ha quindi potuto utilizzare. Il parroco, difeso dall’avvocato Giovanni Cambria, ha così deciso di rivolgersi al Tribunale, che adesso gli ha dato ragione. Il giudice ha innanzitutto dichiarato infondata l’eccezione della tardività del ricorso avanzata dal legale del Comune, l’avvocato Antonino Gazzara, che sosteneva come fosse stato presentato oltre un anno dopo il presunto spoglio: secondo l’Ente, infatti, la presunta privazione del possesso era avvenuta il 6 maggio 2015 in coincidenza con l’inizio dei lavori in piazza Largo Piano, mentre il giudice Tortorella ha specificato come inizialmente si è trattato di un impedimento di carattere provvisorio necessario ad eseguire in sicurezza le opere, venuto poi meno e trasformatosi in privazione del possesso a partire dal 18-19 dicembre 2015, dopo cioè che il parroco aveva ripreso possesso dello spazio per parcheggiare la propria autovettura. L'ennesimo braccio di ferro tra il sindaco Fabio Di Cara e il parroco Luciano Zampetti, tra cui non è mai corso buon sangue sin dall'arrivo del sacerdote a Forza d'Agrò. Il Tribunale ha preso atto della relazione del consulente tecnico d’ufficio il geometra Vincenzo Garufi, che dopo una approfondita indagine ha riconosciuto la titolarità dell’immobile alla Parrocchia, precisando di non aver riscontrato atti e/o documenti che giustifichino la titolarità del Comune. Nell’ordinanza il giudice ricorda come l’azione di reintegrazione si basi sulla presenza di due presupposti: l’esistenza del possesso e il compimento di un’azione configurabile in termini di spoglio. Che in tal caso ricorrono entrambi, in quanto la Parrocchia ha fornito la prova di aver esercitato il possesso sul terreno oggetto di causa: un testimone ha infatti dichiarato che l’area è sempre stata utilizzata come parcheggio dai parroci fin dal 1977, che negli Anni ’80 il parroco dell’epoca ha realizzato una tettoia a copertura con cancello di ingresso e come prima dei lavori sulla piazza padre Zampetti avesse collocato una catena a delimitazione del confine. Dichiarazioni confermate da un altro testimone, che ha ribadito l’esistenza della catena all’ingresso dello stallo precisando che la stessa era stata successivamente rimossa dai Vigili. Per il giudice “non appare pertanto dubitabile che il ricorrente abbia esercitato il possesso sul bene come parcheggio fin dagli Anni '70 e i testimoni confermano la tesi della Parrocchia in ordine all’avvenuto spoglio da parte del Comune, che esercita il possesso sull’area parcheggiando l’autovettura di servizio”. Da qui la condanna nei confronti del Comune di Forza d’Agrò al ripristino dello status quo ante mediante la rimozione delle auto parcheggiate nell’area adiacente l’abside della Chiesa Madre e al pagamento delle spese, pari a 2mila 486 euro oltre spese generali e del consulente tecnico d’ufficio. L’Ente, che ha liquidato finora all'avvocato Gazzara la somma di 800 euro a titolo di acconto per l'incarico, potrà adesso presentare reclamo contro l’ordinanza.