Venerdì 19 Aprile 2024
Scoperto a 50-60 metri di profondità. Studi in corso della Soprintendenza del Mare


Messina, trovato nel porto il relitto di un piroscafo dell’800

di Redazione | 02/10/2017 | ATTUALITÀ

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Il relitto ritrovato nel porto

Potrebbe essere assimilabile a quello di un piroscafo del XIX secolo, probabilmente utilizzato per il traghettamento tra Sicilia e Calabria, il relitto in legno rinvenuto a una profondità compresa tra i 55 e i 62 metri all’interno del porto di Messina. Il ritrovamento è avvenuto a circa 50 metri di distanza dalla murata di dritta del Produgal, dove è stato notato un relitto quasi del tutto insabbiato del quale sono visibili i resti della prora e della murata di dritta su cui è possibile notare parte del fasciame in legno rivestito da altro materiale. A poppa è presente un ammasso di tubi, compatibili con quelli utilizzati per alimentare una caldaia, che sembra aver subito un’esplosione. Il relitto è stato documentato e rilevato, benché le reali dimensioni siano solamente intuibili in quanto gli elementi costitutivi sono solo in minima parte visibili visto che la maggior parte del relitto si trova coperto dal sedimento, nel corso di una campagna esplorativa subacquea avviata nel marzo 2013 da Ecosfera Diving con la collaborazione e l'assistenza dei reparti subacquei della Marina Militare e della Guardia Costiera, finalizzata alla documentazione del relitto della Nave “Groppo”, adagiato sul fondale del porto di Messina su una batimetrica compresa tra i 40 e i 60 metri di profondità. Nel corso di questa campagna, il team composto dal tenente di vascello Giuseppe Simeone (comandante del Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di Messina), Domenico Crisopulli (operatore subacqueo della Marina Militare) e Domenico Majolino (titolare del Diving Center Ecosfera di Messina), ha effettuato una prospezione allontanandosi dal relitto della Nave “Groppo” seguendo alcuni resti apparentemente appartenenti allo stesso, fino a giungere in prossimità del relitto della Nave Produgal (ex Ruskin). Alle prime immersioni sono seguite ricerche d’archivio, nonché altre indagini con operatori e veicoli subacquei, al fine di cogliere elementi distintivi che potessero consentire una identificazione certa. Nei giorni 23 e 24 agosto di quest’anno sono state inoltre condotte ulteriori immersioni con il Rov (Remotely Operated Vehicle) in dotazione al Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di Messina al fine di documentare altri utili elementi. In base ai dati in possesso, il relitto potrebbe essere assimilabile a quello di un piroscafo in legno del XIX secolo. L'ipotesi identificativa già esistente, alla quale si è pervenuti sulla base delle notizie storiche acquisite, sarà definita a breve, appena conclusi gli studi condotti dalla Soprintendenza del Mare e dalla Guardia Costiera con il Diving Center Ecosfera di Messina.

“Il fantastico fondale interno alla ‘falce di Messina, area oggi interamente portuale, continua a incredibilmente a riservare sorprese grazie alla caparbietà dei ricercatori subacquei della Marina Militare, della Guardia Costiera e del Diving Center Ecosfera di Messina con il coordinamento tecnico-scientifico della Soprintendenza del Mare – ha dichiarato Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare –. Già alcuni anni fa questo fondale aveva restituito alla memoria il Produgal, la nave russa legata alla tragica storia del terremoto di Messina poiché furono i suoi marinai a prestare i primi soccorsi alla sofferente popolazione della città distrutta dal sisma. Oggi, nel corso di una campagna di documentazione del relitto della Nave “Groppo”, torpediniera italiana affondata il 25 maggio del 1943, adagiato sul fondale del porto ad una profondità compresa tra i 40 e i 60 metri, compaiono le sembianze di un altro relitto. Sulla base delle prime osservazioni ed analisi si tratterebbe del relitto di un piroscafo in legno ottocentesco che speriamo al più presto d’identificare”.


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