Giovedì 25 Aprile 2024
Anche Nello Musumeci è giunto a Fiumedinisi all'inaugurazione della rete jonica


Metano, una scommessa vinta contro la rassegnazione - VIDEO e FOTO

di Andrea Rifatto | 27/01/2019 | ATTUALITÀ

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L'accensione della fiamma del metano

“Sognavo da molti anni questo momento, dopo 10 anni ce l’abbiamo fatta e il territorio unito ha vinto”. Il sindaco metropolitano Cateno De Luca non poteva che essere tra i più soddisfatti ieri sera, quando alle 20.29 la fiamma alimentata dal gas ha illuminato piazza Matrice a Fiumedinisi, durante la cerimonia di inaugurazione della rete metanifera, che serve 35mila utenti in 12 comuni del “Bacino Sicilia Jonico-Peloritano”. Ad accenderla, oltre De Luca, che nel 2009 da primo cittadino di Fiumedinisi (comune capofila) riuscì a riunire i sindaci del comprensorio e avviare un’iniziativa comune, è arrivato anche il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Insieme a lui l’assessore regionale all’Energia Alberto Pierobon, il dirigente generale del Dipartimento regionale Energia Salvatore D’Urso, sindaci o delegati dei comuni di Alì, Alì Terme, Antillo, Casalvecchio, Furci, Itala, Mandanici, Nizza, Pagliara, Roccalumera, S. Alessio, Savoca, Scaletta e S. Teresa, la senatrice Grazia D’Angelo, i deputati regionali Danilo Lo Giudice (sindaco di S. Teresa) e Valentina Zafarana e Daniele Di Cavolo, presidente della Fin Consorzio, impresa che ha realizzato e gestirà l’opera in concessione per vent’anni. In questa fase la rete servirà 12 comuni, mentre ad Alì, Antillo e Mandanici, rimasti fuori dai finanziamenti europei nel 2014, si conta di poter proseguire con le opere a breve termine. Prima dell’accensione della fiamma in piazza, le autorità hanno partecipato alla santa messa nella chiesa Madre, celebrata dal parroco Daniele Femminò e da don Dario Giardina. Poi l’accensione del braciere in piazza, per mano di Musumeci, Cateno e Giovanni De Luca e la benedizione impartita dal vicario della zona jonica, padre Ettore Sentimentale. Poi la consegna delle targe di ringraziamento da parte della Fin Consorzio a sindaci e autorità e il brindisi con il taglio della torta.

“Una serata storica per tutta la riviera jonica messinese, un’opera che ci ha visti protagonisti, sia i passati amministratori che gli attuali, per garantire un importante servizio pubblico che mancava nel nostro territorio” ha aperto gli interventi il sindaco ospitante, Giovanni De Luca. “Abbiamo vinto la partita contro il “cusapi”, il “chissà se mai si farà” – ha preso subito dopo la parola Cateno De Luca – dal 1985 si tentava di metanizzare questa zona, visto che il gas era fermo a Letojanni a sud e a Messina a nord ed eravamo un fazzoletto disgraziato. Ce l’abbiamo fatta, c’è stata grande partecipazione con una strategia solida. Grazie ai finanziamenti Po-Fesr per 54 milioni di euro e ai fondi della Fin Consorzio in project financing, per un investimento totale da 130 milioni di euro, abbiamo raggiunto l’obiettivo: questa inaugurazione dimostra che abbiamo il dovere di tentarci rispetto ad opere difficili e per noi comuni dell’entroterra che sembriamo destinati a morire è un momento ulteriore per affermare che vi è voglia di emergere ed essere al passo con gli altri”. Il sindaco metropolitano ha ringraziato tutti i progettisti, definiti “pionieri”, che nel 2009 si misero a disposizione gratuitamente per redigere un progetto preliminare che ha consentito di partecipare ai bandi e ottenere i finanziamenti nel 2014. “Grazie soprattutto ai sindaci, che nel 2009 mi hanno dato una cambiale in bianco per questa strategia di area vasta. Con l’impegno le cose si riescono a fare”.

“Un passo avanti sulla strada della modernizzazione e dell’efficientamento energetico – ha commentato Nello Musumeci – perché la Sicilia ha bisogno di energia pulita e di innovarsi. In altre parti di Italia un’opera del genere si realizza in due anni – ha evidenziato – dobbiamo superare i lacci e lacciuoli della burocrazia, abbiamo tanto ritardo da recuperare e in questo primo anno di governo abbiamo fatto tanto. Siamo in una fase difficile, il nostro nemico è la mafia e la rassegnazione: forse la mafia riusciamo a batterla, la rassegnazione un po’ meno. Dobbiamo smetterla e decidere noi il nostro destino”.



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