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S. Teresa, aree pubbliche occupate da privati. E il Comune resta a guardare - FOTO
di Andrea Rifatto | 16/07/2020 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 16/07/2020 | ATTUALITÀ
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Un orto realizzato su area pubblica
C’è chi ha realizzato l’orticello sotto casa per coltivare i prodotti della terra, chi ha allargato con vasi e fiori il giardino di pertinenza della propria abitazione e chi ha deciso di piantare alberi e cespugli per godersi l’ombra e ripararsi dalla calura. A Santa Teresa la gestione di alcune aree comunali a ridosso di complessi edilizi, sulla carta destinate a verde pubblico, sfugge totalmente all’Amministrazione, che le ritiene addirittura incolte e difficili da gestire tanto da volerle vendere agli stessi residenti delle abitazioni adiacenti, che hanno manifestato la volontà di acquistarle. Operazione che però è saltata in Consiglio comunale, visto che il Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari proposto all’aula dal sindaco Danilo Lo Giudice è stato modificato dopo le perplessità espresse dai consiglieri di minoranza Antonio Scarcella e Giuseppe Migliastro e dalla collega di maggioranza Anna Dominici. Dal documento sono state stralciate due particelle di terreno ricadenti nella cooperativa “Massarenti” a Ligoria per 819 metri quadrati e otto particelle nella cooperativa “Glauco” a Casalotto per 1.584 metri quadrati, tutti registrati al Catasto come agrumeti. Terreni, ceduti al Comune dopo la costruzione dei complessi di edilizia convenzionata, che secondo la relazione firmata dall’architetto Natale Coppolino Gregorio dell’Ufficio tecnico “allo stato attuale risultano incolti e durante il periodo estivo creano uno stato di pericolo per incendi e per la presenza di animali” e che “i soci delle cooperative, allo scopo di valorizzare le aree circostanti gli edifici, hanno manifestato la volontà di acquisire”. In realtà non è proprio così. Abbiamo infatti verificato come buona parte di queste aree siano di fatto già occupate dai privati. Le particelle 2063 e 2069 della “Massarenti” non sono infatti pericolose come sostiene l’Ente ma la loro superficie è ricoperta da uno strato di ghiaia e utilizzata come zona di manovra/parcheggio (una porzione della seconda è stata in parte occupata dai proprietari di un’abitazione), così come non sono mancate le sorprese nelle particelle della “Glauco”. In quest’ultimo complesso vi è una particella (la 2392, di fronte casa del sindaco e per tale motivo la proposta di delibera a sua firma è stata contestata dal consigliere Migliastro, al quale Lo Giudice ha replicato di non essere interessato all’acquisto di quei terreni) discretamente curata con alberi e con panchine nelle vicinanze, mentre quella immediatamente adiacente (2380) risulta chiusa da un cancello e inaccessibile ai cittadini; poi alcune porzioni delle particelle 2073 e 2071 sono state occupate dai privati e trasformate in orti, così come in pezzi delle particelle 2089, 2090, 2103 sono stati piantati alberi e piante, mentre solo la 2467 appare totalmente incolta con erbacce. Dunque vendere queste aree sembrerebbe un voler sanare un’occupazione già in atto piuttosto che sollevare il Comune dall’onere di gestirle, dimenticando però che gli standard urbanistici previsti dalla legge costituiscono dotazioni minime e inderogabili di spazi pubblici o riservati alle attività collettive e di conseguenza le aree destinate a standard di verde pubblico non possono essere sottratte alla fruizione collettiva. Al posto di ortaggi e verdure basterebbe quindi realizzare piccoli spazi di verde e installare qualche gioco per bambini così da consentire ai residenti dei complessi di avere delle aree di svago. Sulla gestione di queste aree è deciso a vederci chiaro anche il Partito democratico di Santa Teresa, che ha annunciato un’interrogazione tramite il proprio consigliere comunale, Antonio Scarcella, per chiarire “lo stato attuale dei terreni e se gli stessi sono stati occupati e quali tipo di opere pubbliche sono state previste nei piani di lottizzazione a carico delle imprese che hanno effettuato i lavori di costruzione dei complessi.