Martedì 16 Luglio 2024
L'atto è stato stipulato negli Anni '80 ma l'Assessorato ha chiuso la pratica solo adesso


Santa Teresa, casa popolare venduta ad una famiglia: la Regione approva dopo... 36 anni

di Andrea Rifatto | 08/07/2024 | ATTUALITÀ

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Gli alloggi popolari di Torrevarata

Era il 23 luglio 1982 quando un cittadino di Santa Teresa di Riva, che viveva in affitto con la moglie in un alloggio popolare del quartiere Torrevarata, chiedeva alla Regione siciliana di poterlo acquistare per continuare ad utilizzarlo. La sua domanda di cessione in proprietà veniva accolta e gli veniva comunicato che il prezzo di vendita era stato fissato in 533mila 870 lire, importo che accettava con il pagamento in unica soluzione effettuato il 10 marzo 1988. Così poche settimane dopo, il 20 dicembre di quell’anno, la Regione e i coniugi santateresini stipulavano davanti un notaio di Messina l’atto di vendita dell’abitazione, appartenente al complesso della case popolari di piazza Garibaldi, e si chiudeva la procedura. Anzi no, perchè solo adesso, a distanza di 36 anni, l’Assessorato regionale dell’Economia si è ricordato di poter procedere all’approvazione del contratto di cessione in favore di marito e moglie, che nel frattempo sono passati a miglior vita. 

Sì, proprio ora, visto che nei giorni scorsi il Dipartimento regionale delle Finanze e del Credito-Servizio 7 Locazioni e Patrimonio disponibile ha emanato il decreto che approva l’atto di cessione in proprietà dell’alloggio popolare di Torrevarata, con la proprietà pro quota e l’uso in comune delle cose indivise, con esclusione dell’area esterna circostante il fabbricato, che rimane di proprietà della Regione. Le palazzine sono state realizzate con i fondi della Legge regionale 1/1949 e poi assunte nella consistenza patrimoniale della Regione, che le ha affittate ai legittimi assegnatari e affidate in gestione all’Istituto autonomo case popolari di Messina. Negli anni è stato chiesto dagli occupanti di poterli acquistare e sono state avviate le pratiche, ma evidentemente non tutte erano state chiuse e a distanza di quasi 40 anni è arrivato un passaggio burocratico che definirlo in ritardo… è un eufemismo.


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