Santa Teresa, i revisori "bocciano" il nuovo pozzo e chiedono il rispetto della legge
di Andrea Rifatto | 14/12/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 14/12/2023 | ATTUALITÀ
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La trivellazione è stata fatta in pochi giorni
La crisi idrica si è spenta, ma in aula si sono accese le polemiche. Il nuovo pozzo Giardino 2 di Santa Teresa di Riva, realizzato a fine ottobre per superare l’emergenza nelle borgate Giardino, Quartarello e San Gaetano, è finito in Consiglio comunale per l’approvazione dei quattro debiti fuori bilancio scaturiti dall’affidamento urgente dei lavori e degli affidamenti necessari ad evitare disagi alla popolazione. Se sui due interventi dell’autobotte per rifornire le famiglie, costati 4mila 880 euro, non vi è stata alcuna discussione in quanto è stata riconosciuta la sussistenza dei requisiti della somma urgenza e le delibere sono state approvate all’unanimità, ad innescare il dibattito sono stati gli interventi di trivellazione del terreno (effettuati dalla ditta “Carini Trivellazioni Srl” di Acquedolci per 52mila 724 euro) e di messa in esercizio del pozzo (“Ma.No. Tecnologie e Ambiente Srls” di Santa Teresa di Riva per 19mila 595 euro). Il Collegio dei revisori dei conti, composto da Giuseppe Cinà (presidente), Cesare Tajana e Angelo Puglisi, ha infatti espresso pareri non favorevoli al riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, ritenendo che “la norma consente la somma urgenza per i lavori pubblici cagionati dal verificarsi di un evento eccezionale o imprevedibile” mentre le attività non possono essere oggetto di somma urgenza “in quanto il lavoro di trivellazione e realizzazione di un pozzo può, a ragione, rientrare nella programmazione ordinaria di lavori pubblici”. Dunque le somme urgenze sono state valutate “non adeguatamente giustificate” ed è stato evidenziato che “la realizzazione di un pozzo prevede l’ottenimento di speciali autorizzazioni che dovranno essere richieste”. I revisori hanno chiesto che in futuro si eviti “il riproporsi di situazioni similari attenendosi scrupolosamente alle disposizioni di legge circa la gestione della spesa pubblica”, con l’invito al Comune a compiere “le verifiche necessarie ad accertare eventuali responsabilità” e qualora accertate “ad effettuare le conseguenti azioni di rivalsa”. Il segretario dovrà accertare “se la realizzazione del pozzo abbia seguito tutti gli iter e ottenuto tutte le autorizzazioni previste nel caso di trivellazioni di pozzi su terreni di proprietà del demanio dello Stato e in difetto valutare se sussiste l’obbligo di segnalazione alle autorità competenti”. Le due delibere sono state approvate dalla maggioranza con l’astensione dell’opposizione: “Un intervento fatto a fin di bene davanti ad un’emergenza per la quale l’Amministrazione non poteva rimanere impassibile - ha commentato il capogruppo di minoranza Nino Bartolotta - resta da capire se l’Amministrazione poteva o non poteva agire diversamente. I revisori dei conti sono rimasti l’unico baluardo del controllo degli atti, secondo me l’Amministrazione non poteva programmare, ma non significa che si poteva fare quello che si voleva, forse si poteva avviare una procedura ristretta tra più ditte per affidare i lavori”. Tesi, quelle del Collegio di revisione, non sposate dall’Amministrazione: “Rispetto i pareri ma non li condivido - ha detto il sindaco Danilo Lo Giudice - ho agito da massima autorità sanitaria e di protezione civile, non potevo lasciare le persone senza acqua e servite con l’autobotte casa per casa. Era una situazione di criticità oggettiva, non si aveva contezza dell’intervento da fare e per la trivellazione non era possibile fare una gara o una trattativa, ma la quantificazione della spesa era fattibile solo a consuntivo non sapendo a quale profondità sarebbe stata trovata l’acqua. In presenza di un pozzo non potevamo programmarne un altro, più somma urgenza di questa non ne ho mai vista essendo un evento eccezionale e imprevedibile. Tra l’altro la programmazione in ambito idrico spetta adesso all’Ati, il Comune può fare solo manutenzione ordinaria e straordinaria. È facile scrivere un parere negativo, ma quale sarebbe stata la soluzione? Lo avevo spiegato al presidente del Collegio e mi aspettavo un parere favorevole”. Anche il direttore dell’Ufficio tecnico e la segretaria comunale hanno ribadito come la somma urgenza sia da intendersi come un evento eccezionale e imprevedibile come in questo caso, al quale non si può sopperire con i normali mezzi. “Dal punto di vista umano capisco la situazione - ha detto in aula il revisore Tajana - ma dobbiamo far osservare le leggi”.