Sabato 23 Novembre 2024
Il verdetto su otto bilanci dal 2015: ordinati nuovi correttivi e limitate le spese


Savoca, irregolarità contabili e gravi squilibri: la Corte dei conti "punisce" il Comune

di Andrea Rifatto | 25/01/2023 | ATTUALITÀ

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Ora il Consiglio comunale dovrà tornare a deliberare

Arriva un giudizio negativo dalla Corte dei conti sulla situazione finanziaria del Comune, già oggetto di osservazioni con una prima deliberazione di novembre. Con la pronuncia specifica pubblicata ieri, la Sezione di controllo per la Regione siciliana ha accertato “la presenza di profili di irregolarità contabile e criticità per gli equilibri di bilancio, nonché di difformità dalla sana gestione finanziaria, con riferimento ai rendiconti 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020 e ai bilanci di previsione 2019-2021 e 2020-2022”, sancendo che “il Comune di Savoca si trova in condizione di ente locale strutturalmente deficitario” (dal 2019) e applicando anche una “restrizione” parziale alle uscite. I giudici contabili, vista l’esigenza di riconfigurare correttamente il piano di rientro dal disavanzo, in attesa dell’adozione delle misure correttive necessarie hanno infatti deciso di imporre le limitazioni previste dall’articolo 188 comma 1 quater del Testo unico enti locali, consistenti nel “divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge”. Il verdetto della Corte dei conti è contenuto in 35 pagine firmate dal presidente Salvatore Pilato e dal magistrato relatore Antonio Tea, dopo l’esame delle memorie inviate dall’Amministrazione (l’ultima del 31 dicembre) e il contraddittorio in presenza del 20 dicembre, e adesso l’ente deve trasmettere entro 60 giorni le misure correttive adottate in ottemperanza a quanto richiesto. La Sezione di controllo scrive che “l’Ente versa in una situazione di disavanzo sin dall’esercizio 2017, con un andamento in costante peggioramento a decorrere dal 2018” e se il problema concernente la corretta quantificazione del Fondo anticipazione liquidità al 31 dicembre 2021 è stato ritenuto sostanzialmente superato, è sulle modalità di recupero del disavanzo da 869mila 933 euro (il 30 dicembre il Consiglio comunale ha previsto di ripianarlo in tre anni) che “il programma di rientro presenta profili di non conformità alle disposizioni dell’ordinamento contabile”, in quanto trattato erroneamente come un’unica partita indistinta da distribuire in un orizzonte temporale triennale. Una parte (197mila 401 euro), ad esempio, avrebbe dovuto essere ripianata entro il 2022 e adesso la quota non recuperata dovrà essere applicata interamente nell’esercizio 2023, senza ulteriori rinvii. In sostanza “l’Amministrazione dovrà riconfigurare il programma di recupero del disavanzo” a partire dal bilancio di previsione 2023, già approvato dalla giunta, secondo le indicazioni fornite dalla Corte dei conti. 

In merito al contrasto all’evasione tributaria è emersa l’assenza, durante il quinquennio 2015-2020, di entrate derivanti da recupero (fatta eccezione per l’Imu nel 2015), ma il Comune ha sostenuto che dai dati in suo possesso “risulta una positiva capacità di riscossione e di recupero, il servizio di accertamento e riscossione dei tributi maggiori e minori è stato esternalizzato alla società ‘Area Srl’ dall’ottobre 2018, che ha emesso ruoli ordinari Tari (2015-2020) elLa percentuale di incasso dei ruoli ordinari e dei ruoli coattivi fa emergere una media di percentuale di riscossione dell’80% e che l’Imu ha un incasso di 158mila 777 euro nel 2021 e 181mila 432 euro nel 2022”. I giudici hanno però ribadito “la difficoltà nel riconciliare i dati esposti nella relazione con quelli risultanti dai questionari trasmessi alla Sezione: ad esempio, riguardo all’Imu, la relazione indica l’emissione di avvisi di accertamento a seguito di incrocio delle banche dati con il catasto relativi alle annualità di imposta 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, per un importo complessivo pari a circa 216mila 564 euro, il quale non trova alcun riscontro nell’ammontare degli accertamenti derivanti da recupero evasione indicato nei questionari che è pari a zero in tutti gli esercizi dal 2016 al 2020”. In ogni caso, nel prendere atto delle informazioni fornite in fase istruttoria e in sede di contraddittorio, l’Ente è stato invitato “a incrementare il contrasto all’evasione e ad assicurare un adeguato livello di riscossione delle entrate correlate a tale attività”, anche perchè la carenza di entrate “si riflette in una condizione di tensione di cassa con conseguenti difficoltà nell’assolvere i pagamenti in tempi adeguati e parallela necessità di ricorrere all’anticipazione di tesoreria”. Sui residui attivi (passati da euro 2 milioni nel 2015 a 3,9 milioni nel 2020) e sulla perdurante esiguità delle riscossioni delle somme rimaste a residuo la Corte scrive in ogni caso che “il Comune, pur avendo formulato alcune considerazioni di carattere generale sull’attività di riscossione, non ha introdotto alcuna particolare argomentazione o spiegazione” e che “i dati del responsabile del Servizio Tributi non risultano riconciliabili con quelli relativi ai residui attivi inseriti nei prospetti”. La deliberazione è stata trasmessa al Consiglio comunale ai fini dell’adozione delle necessarie misure correttive, al sindaco e al revisore dei conti, oltre che alla Commissione per la stabilità finanziaria e per gli organici degli enti locali del Ministero dell’Interno per i controlli di competenza. Inoltre è stato ordinato al Comune di Savoca di pubblicare la pronuncia specifica sul sito internet dell’Amministrazione, dove ad oggi non risulta ancora inserita.


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