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Alle urne solo il 18,59%: la frazione rimane con Forza d’Agrò. I commenti dei protagonisti


Scorporo Scifì, manca il quorum: referendum non valido - RISULTATI

di Andrea Rifatto | 18/10/2015 | ATTUALITÀ

3697 Lettori unici | Commenti 2

Il seggio di Scifì, presieduto da Fabio Di Cara

Obiettivo non raggiunto: Scifì rimane con Forza d’Agrò. È questo il verdetto del referendum svoltosi oggi per decidere il destino della frazione, cioè se farla rimanere con Forza d’Agrò o distaccarla accorpandola a Sant’Alessio Siculo. Al voto erano chiamati i 2.512 elettori di entrambi i comuni (1.463 S. Alessio, 1.049 Forza) ma si sono recati ai seggi solo 467 votanti, pari al 18,59%. In particolare: a Sant'Alessio hanno votato in 271 (18,46%), 99 nella sezione 1 e 172 nella sezione 2; a Forza d'Agrò 86 (11,38%); a Scifì 110 (36,52%). Per la validità della consultazione era necessario raggiungere il 50%+1 degli aventi diritto, pari a 1.257: i cittadini hanno però disertato le urne e la percentuale raggiunta si è attestata ben al di sotto della quota necessaria a poter dichiarare valida l’iniziativa. L’esito dello spoglio è stato favorevole ai sostenitori del “”, che hanno ottenuto 406 voti (86,94%), mentre il “No” si è fermato a 50 (10,70%). Tutto inutile, però: i numeri hanno fatto sì che il referendum avesse esito negativo.

Ciò che temevano i fautori dell’accorpamento di Scifì a Sant’Alessio si è verificato: lo scoglio più difficile non era infatti quello di convincere gli elettori a votare a favore del quesito referendario, quanto portare alle urne un numero di persone sufficiente affinché la consultazione fosse valida. Ma già nel tardo pomeriggio si era capito che la sfida era impossibile. A Scifì, dove tutto partì sette anni su iniziativa di un comitato di cittadini, la giornata di oggi è stata particolare: da un lato i sostenitori del “Sì”, che hanno portato avanti la campagna referendaria pur consapevoli della complessità della sfida, dall’altra i fautori del “No”, che nelle scorse settimane si erano costituiti anche loro in comitato preferendo però la via del silenzio e puntando decisamente sull'astensione per evitare il raggiungimento del quorum. Sulla stessa linea gli amministratori di Forza d'Agrò, con in testa il sindaco Fabio Di Cara, da sempre contrario allo scorporo di Scifì. Proprio Di Cara è stato presidente di seggio a Scifì, dove davanti alla sezione elettorale erano presenti anche alcuni componenti della sua Giunta, come il vicesindaco Massimo Cacopardo e l’assessore Fiorino Chillemi, e l’ex sindaco Bruno Miliadò. Presenze poco opportune, secondo il comitato promotore della consultazione. Ma il primo cittadino è apparso sereno: “Non capisco le polemiche, per me è stata un’occasione in più per stare vicino ai cittadini di Scifì. Tra l’altro – aggiunge – rinuncerò all’indennità prevista per l’incarico svolto oggi”. Ma il comitato del Sì la pensa diversamente “Giudichiamo sconcertante la scelta di nominare Di Cara presidente di seggio e la sua mancata astensione dall'incarico, visto che ha fatto ricorsi, interviste e costituito il comitato del No, diventato poi Comitato degli astenuti” ha commentato Filippo Brianni, uno dei portavoce.

Brianni: “È stata una vittoria di Pirro, ma andiamo avanti”
“È stata chiaramente una vittoria di Pirro, vanificata dall’astensionismo, paradossalmente alimentato anche da alcuni amministratori delle due comunità che, per piccoli conteggi di bottega, hanno preferito strozzare il più innovativo ed importante progetto politico avviato nel comprensorio, sfuggendo al confronto ed unendo le loro debolezze argomentative e numeriche alla forza elettorale di astensionisti, nauseati dalla politica, emigranti e residenti “. A parlare è Filippo Brianni, primo promotore dell’iniziativa culminata nel referendum. “Tra la gente è carente la responsabilità di assumere scelte – prosegue –: tutti parlano di cambiamento, ma in pochi nei fatti hanno il coraggio di perseguirlo, mettendoci facce ed impegno. Il progetto di comprensorializzazione delle scelte politiche partito da Scifì deve però continuare, è l’unica strada che può salvare le nostre comunità, e si ricomincerà subito, anche con l’avvio di un dibattito sulla fusione dei comuni, a cominciare da Forza d’Agrò e S. Alessio. Nemmeno per liberare l’Italia bastò la prima guerra di indipendenza. Ma, alla fine, è stata liberata. Si va avanti – conclude Brianni – abbiamo tenacia e la forza delle nostre idee, che non sono barattabili con posticini e indennità.  Inoltre, chiediamo ora all’amministrazione di Forza d’Agrò di farsi immediatamente carico di affrontare e risolvere lei le problematiche relative ai servizi essenziali di Scifì che si sarebbero risolti automaticamente con l’accorpamento”.

Di Cara: “Se il futuro sarà l’accorpamento preferisco Letojanni”
Il sindaco di Forza d’Agrò Fabio Di Cara si mostra tranquillo: “Se il referendum fosse passato si sarebbe attuato tra 2-3 anni, probabilmente dopo la scadenza del mio mandato” – ci spiega fuori dal seggio di Scifì. “Visto che propongono di unire i comuni io certamente guardo ad una sinergia con Letojanni, con cui condividiamo una spiccata attrattività turistica, e non certo con Sant’Alessio”. Il primo cittadino ha annunciato che domani commenterà a freddo tutta la vicenda.

RISULTATI DEFINITIVI      

SANT’ALESSIO SICULO (2 seggi)
elettori 1.463
votanti 271 (18,52%)
SI 236 (88 sezione 1, 148 sezione 2)
NO 32 (11 sezione 1, 21 sezione 2)
BIANCHE 1
NULLE 2 

FORZA D’AGR
Ó
elettori 756
votanti 86 (11,38%)
SI 71
NO 11
BIANCHE 3
NULLE 1

SCIFÍ
elettori 293
votanti 110 (36,52%)
SI 99
NO 7
BIANCHE 2
NULLE 2

TOTALE ELETTORI 2.512 –  quorum 1.257

TOTALE VOTANTI    467     18,59%

SI 406 (86,94%)

NO 50 (10,70%)

BIANCHE 6 (1,28%)

NULLE 5 (1,07%)

 

Più informazioni: referendum scifì  


COMMENTI

??? | il 18/10/2015 alle 23:30:44

Tutto ciò ai cittadini quanto è costato ?

Elemiafuelm | il 18/03/2016 alle 12:42:51

5 million The poles burned example of this, dfg3esl

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