Giovedì 21 Novembre 2024
L'annuncio dell'assessore Cordaro durante una visita nel sito tutelato dal Parco


Taormina, finanziati dalla Regione due progetti per la riqualificazione dell'Isola Bella

09/05/2021 | ATTUALITÀ

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I presenti alla visita istituzionale

“La Regione Siciliana, per tutelare e valorizzare le nostre aree protette, ha finanziato due progetti per migliorare la fruizione dell’Isola Bella a Taormina, un sito di straordinaria bellezza naturalistica che tutti ci invidiano”. Lo ha annunciato l'assessore all'Ambiente Toto Cordaro, nel corso di una visita istituzionale nel sito tutelato dal Parco archeologico Naxos-Taormina e dalla Riserva naturale orientata Isola Bella. Ad accogliere l'esponente del governo Musumeci, il rettore e il direttore generale dell’Università di Catania, Francesco Priolo e Giovanni La Via, il sindaco di Taormina Mario Bolognari, il direttore del Parco archeologico Gabriella Tigano, il direttore del Centro di ricerca Cutgana dell’ateneo catanese Giovanni Signorello e il direttore della Riserva Anna Abramo. Prevista la riqualificazione del “giardino” di Villa Caronia e un collegamento dei due siti con mobilità leggera sostenibile. “L’obiettivo della Regione, in linea con la strategia sulla biodiversità 2030 dell’Unione Europea - sottolinea Cordaro - è di trasformare almeno il 30 per cento del territorio siciliano in aree protette gestite efficacemente. Un obiettivo raggiungibile visto che ad oggi in Sicilia oltre il 20 per cento del territorio è tutelato da Parchi, riserve naturali e siti d’importanza comunitaria. La Sicilia – ha aggiunto l’assessore - ha istituito, con una legge regionale del 1981, la prima area protetta in Italia, perché già 40 anni fa vi era una forte esigenza di tutela dell’ambiente. Probabilmente questa legge va rivista, anche con una riflessione comune con gli enti gestori e le associazioni ambientaliste, per trovare il giusto equilibro fra tutela, valorizzazione e promozione di luoghi da tutelare e proporre al mondo intero”. Un impegno sposato in pieno da 25 anni dall’Università di Catania che, come ha spiegato il rettore Francesco Priolo, “rappresenta un caso unico tra gli atenei italiani visto che gestisce direttamente riserve naturali regionali e anche un’area marina protetta per tutelare e conservare la biodiversità presente, tra cui numerose specie endemiche, anche in territori fortemente antropizzati come l’Isola Bella e favorendo sempre una fruizione eco-sostenibile. Una best practice che dovremmo esportare nel sistema universitario italiano”. 

Nel corso della visita istituzionale è stato illustrato il progetto “Hortus - Interventi di tutela e valorizzazione per la fruizione della Riserva naturale orientata Isola Bella e realizzazione di un orto botanico e di un museo naturalistico” finanziato nell’ambito Po-Fesr Sicilia 2014-2020, Asse 6, Azione 6.6.1 “Interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione di rilevanza strategica (aree protette in ambito terrestre e marino, paesaggi tutelati) tali da consolidare e promuovere processi di sviluppo”. Un progetto che sarà realizzato entro l’anno e che mira alla valorizzazione della biodiversità in un contesto fortemente antropizzato tramite la valorizzazione della fruizione dell’Isola Bella e di Villa Caronia. Saranno realizzati un orto botanico e un museo multimediale, ma anche sentieri e percorsi naturalistici sull’Isola Bella, mentre a Villa Caronia sono previsti interventi di riqualificazione dell’orto botanico (segnalato nel 1970 come “Giardino botanico” dall’Istituto geografico De Agostini) e di ripristino delle serre. I due siti saranno collegati con un sistema di mobilità leggera sostenibile (biciclette). “L’Università di Catania e il Parco archeologico Naxos Taormina, in piena sinergia, sono impegnati da anni nella gestione dell’Isola Bella, un sito di straordinario interesse culturale, paesaggistico e naturalistico, bilanciando i diversi aspetti della tutela, valorizzazione e sviluppo socio-economico del territorio con il coinvolgimento delle istituzioni e degli operatori taorminesi” hanno spiegato il direttore della riserva naturale, Anna Abramo.


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