Martedì 16 Luglio 2024
Annullato il decreto che limitava l'affidamento dei siti di Taormina e Giardini


Teatro Antico e Naxos, "Aditus" vince il ricorso contro la Regione e continua la gestione

di Andrea Rifatto | 19/06/2024 | ATTUALITÀ

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L'affidamento risale al 2017

L’appalto di concessione per la gestione dei servizi per il pubblico nel Teatro Antico di Taormina e nel Museo-Area archeologica Giardini Naxos deve andare avanti e la Regione ha l’obbligo di stabilire la nuova scadenza per consentire al privato di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario. È quanto ha deciso il Tar di Catania accogliendo il ricorso della società “Aditus Srl”, presentato contro l’Assessorato regionale Beni culturali e Identità siciliana per chiedere l’annullamento di tutti i provvedimenti che hanno prorogato fino al 30 aprile di quest’anno l’appalto affidato nel 2017, mentre secondo la concessionaria doveva essere prolungato sino al 29 dicembre 2026. La vicenda è nata a seguito dello stato emergenziale dovuto alla epidemia da Covid-19, che a giugno 2021 (data di scadenza del contratto) ha portato Regione e “Aditus” a prendere atto che il flusso dei visitatori ha registrato valori negativi rispetto a quelli degli anni precedenti e non ha permesso di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario previsto. La durata della proroga è finita però al centro di uno scontro legale. Adesso i giudici hanno stabilito l’evidente improcedibilità per sopravvenuta carenza d’interesse del ricorso introduttivo, del primo e del secondo ricorso per motivi aggiunti, mentre hanno ritenuto fondato e accolto il terzo ricorso per motivi aggiunti, sul quale sono concentrate le esigenze di tutela giurisdizionale della società ricorrente visto che è stato depositato il 16 gennaio, tramite gli avvocati Giovanni Mandolfo e Claudio Piacentini, per chiedere l’annullamento della determinazione dirigenziale dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana del 29 novembre 2023 con la quale è stata concessa alla società concessionaria la dilazione del termine di scadenza fino al 30 aprile 2024, stimata congrua per il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario. La concessione riguarda i servizi di biglietteria, controllo accessi, pulizia e guardaroba, affidati per quattro anni ad un canone annuo di 62mila 857 euro oltre il 7% sul fatturato annuo, il 71% sull’acquisto dei biglietti di ingresso e il 30% per servizi o eventi straordinari. 

I giudici della Prima Sezione del Tar etneo hanno evidenziato in sentenza che “la predisposizione di un nuovo Piano economico-finanziario, a fronte di eventi imprevedibili e sopravvenuti che hanno modificato l’originario equilibrio economico del rapporto di concessione, costituisce specifico obbligo di rinegoziazione in capo alla concedente, costituente espressione dei principi di collaborazione e buona fede che caratterizzano l’agire pubblicistico”; obbligo di rinegoziazione che non è stato contestato dalla Regione, rimanendo controverso invece lo specifico contenuto delle condizioni di durata del rapporto. “Ambito nel quale la parte gode di ampia discrezionalità valutativa - scrive il Tar - che implica necessariamente la completezza ed esaustività dell’istruttoria volta a verificare i predetti presupposti, che, nel caso di specie, appare carente o frammentaria”. Dunque i giudici hanno annullato il provvedimento regionale nella parte in cui limita la proroga della gestione del Teatro Antico e dell’Area archeologica di Naxos al 30 aprile, con l’obbligo per la Regione di rideterminarsi sul punto alla luce delle coordinate stabilite in sentenza. L’Assessorato è stato inoltre condannato al pagamento delle spese di lite liquidate in 2mila euro e rimborso delle spese forfettarie 


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