A Nizza il murale dedicato a Lorena Quaranta: un abbraccio contro ogni violenza - FOTO
di Andrea Rifatto | 26/11/2024 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/11/2024 | ATTUALITÀ
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La cerimonia di inaugurazione del murale
Un abbraccio, segno di amore e protezione, per respingere ogni forma di violenza e sopruso. A Nizza di Sicilia da ieri mattina ne campeggia un altro, dopo quello inaugurato nei mesi scorsi, donato dallo stesso imprenditore della Sicilia occidentale che ha preferito rimanere anonimo nel suo gesto per la comunità. L’opera, “Baciate e uccise… l’amore non è violenza”, è stata realizzata in piazza Sandro Pertini dall’artista Salvatore Ligama e raffigura un abbraccio tra un uomo e una donna: un murale dedicato in particolare a Lorena Quaranta, la giovane studentessa di Favara vittima di femminicidio nel 2020 a Furci Siculo, e a quante come lei hanno perso la vita per mano di chi diceva di amarle. “Lorena amava la riviera jonica e ho voluto dedicare a lei un abbraccio pieno di amore - ha spiegato il donatore - per gridare al mondo intero il messaggio che l'amore non è violenza, così come è successo a Lorena e a tutte le donne vittime di femminicidio”. All’inaugurazione erano presenti autorità civili e militari e cittadini del comprensorio: in prima fila il sindaco Natale Briguglio con la vicesindaca Nella Foscolo, i sindaci Matteo Francilia (Furci Siculo), Daniele Laudini (Itala), il presidente del Consiglio comunale Nino Muscarello di Alì Terme e la consigliera Claudia Gugliotta per Roccalumera, la senatrice Dafne Musolino e la deputata Stefania Marino. “Un segno che deve farci riflettere su avvenimenti inconcepibili e impensabili come i delitti - ha detto il sindaco di Nizza - questo murale dedicato a Lorena raffigura un abbraccio, un gesto nobile spesso sottovalutato, ed è rivolto non solo a Nizza ma a tutta la riviera jonica. Il donatore ha preferito rimanere anonimo perchè il bene va fatto in sordina e non possiamo che dirgli grazie - ha aggiunto Briguglio - chi si troverà a passare da qui potrà fermarsi qualche secondo a pensare a Lorena e alla violenza nel mondo in tutte le sue forme, grazie a quest’opera che arricchisce il paese e farà riflettere su quello che è successo e non dovrà succedere mai più”. L’imprenditore ha donato anche un’immagine che ritrae gli occhi di Lorena con l'aggiunta di un messaggio scritto dai genitori, "Bisogna dimostrare responsabilità e amore per la vita", collocata su una panchina di fronte al murale. Tra i presenti il vicario parrocchiale don Anthony Iyiegbu, l’Anpi Jonica con la presidente Angela Maria Trimarchi, associazioni e studenti. Importante presenza alla manifestazione quella dell’Arma dei Carabinieri, con i comandanti delle Stazioni di Roccalumera, Alì Terme e Fiumedinisi, Domenico Musolino, Antonio Puglisi e Giacomo Galletta, che nei loro interventi hanno sottolineato l’importanza di percepire subito i campanelli di allarme con una sinergia tra scuole, famiglie e associazioni antiviolenza, ricordando come le caserme dei Carabinieri siano anche luoghi di ascolto per le vittime e devono essere viste dai cittadini come punti di riferimento per parlare e denunciare abusi e violenze. All’organizzazione dell’evento ha collaborato anche l'associazione-centro antiviolenza "Al tuo fianco" di Furci Siculo: “Non è soltanto un’immagine ma spunto di riflessione su Lorena - ha evidenziato la presidente Cettina La Torre, che assiste nel processo il padre della giovane uccisa e ha portato il saluto della famiglia - sul perchè sia stata uccisa per mano di chi doveva proteggerla e aveva il compito di amarla e rispettarla, divenuto invece il suo carnefice. Dobbiamo chiederci perchè ancora oggi troppe donne trovano la morte per mano di chi deve difenderle, la violenza è un problema culturale e non bastano solo le leggi - ha evidenziato - ma serve un cambiamento culturale e tutti possono fare la loro parte, la famiglia, la scuole e le istituzioni. È importante arrivare a sentenze giuste, purtroppo nel caso di Lorena la Corte di Cassazione ha stabilito un principio che noi noi condividiamo, la possibilità di concedere un’attenuante per lo stress da Covid all’assassino che ha spezzato la vita di una ragazza di soli 24 anni che aveva un futuro radioso come donna, medico e madre. Attendiamo la sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria del 28 novembre e se dovesse introdurre questa attenuante riteniamo ci sia un pericolo per tutte le donne, sarebbe una sconfitta per tutti. Una sentenza giusta darà dignità ai familiari di Lorena e a tutte le donne che non trovano il coraggio di denunciare”. LA SCOPERTURA DEL MURALE