A Savoca le salme di due migranti: “Nostri fratelli, un onore accoglierli" - FOTO
di Andrea Rifatto | 28/10/2016 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 28/10/2016 | ATTUALITÀ
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La cerimonia al cimitero di Rina
Toccante cerimonia questa mattina a Savoca, dove sono state tumulate le salme di due migranti morti in mare nella tragedia del Canale di Sicilia del 18 aprile dello scorso anno, quando il naufragio di un’imbarcazione eritrea provocò tra i 700 e i 900 dispersi, numeri che la classificano come una delle più gravi tragedie marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo. L’amministrazione comunale ha dato la propria disponibilità ad accogliere le spoglie, recuperate dalla Marina militare a Melilli e trasportate al cimitero di Rina dall’agenzia funebre San Michele Arcangelo di Furci, dove sono state accolte dal sindaco Antonino Bartolotta, dagli assessori e dai consiglieri comunali, dal parroco don Francesco Broccio e dagli studenti della terza media di Rina, che hanno letto alcuni messaggi. “Due nostri fratelli che hanno trovato la morte durante un viaggio della speranza – ha esordito padre Broccio prima di impartire la benedizione – e a cui avremmo voluto aprire le porte del nostro cuore e non quelle di un cimitero. Oggi vogliamo sentirli ancora più vicini a noi, perché abbiamo bisogno di un’umanità migliore che proponga pace e rispetto reciproco”. “Il nostro è un piccolo e umile gesto, segno di fratellanza – ha detto il sindaco Bartolotta: non ci sono parole per una tragedia così grande, vissuta da popoli che stanno attraversando ciò che gli italiani hanno provato in passato dopo la Seconda guerra mondiale. Sono nostri fratelli che cercano una terra e un futuro migliore per i propri figli. Accoglierli qui ci onora e ci rende più vicini a loro”. Alla cerimonia è intervenuto anche il presidente della Comunità islamica di Messina, Mohamed Refaat, che ha dato l’estremo saluto alle due salme con una preghiera secondo il rito musulmano: “Quello della comunità di Savoca è un grande gesto che fa onore e che rimarrà nella storia: queste vittime sono nostri fratelli che sfuggono da fame e miseria e che meritano di essere accolti” – ha sottolineato.