A18, proteste degli utenti e preoccupazione dei sindaci: "Danni per il turismo"
di Andrea Rifatto | 06/02/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 06/02/2019 | ATTUALITÀ
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La deviazione di carreggiata a Giardini
Anche gli amministratori locali sono sempre più stanchi di subire disagi per le condizioni della Messina-Catania. Ieri pomeriggio i sindaci di Taormina (Mario Bolognari), Giardini (Nello Lo Turco), Letojanni (Alessandro Costa) e Castelmola (Orlando Russo) si sono incontrati a Palazzo dei Giurati discutendo della questione e stilando al termine un verbale in cui hanno espresso “la loro preoccupazione per l’ennesima chiusura dell’A18”. “Il permanere della pericolosità per i pendolari e l’approssimarsi della stagione turistica, in un quadro di incertezze sugli interventi da realizzare, possono penalizzare gravemente il territorio comprensoriale” – scrivono i quattro, che denunciano come “ad oggi i lavori non sembrano procedere come sperato”, lamentando “l’uso della Statale 114 come unica soluzione alternativa”. Al sindaco di Giardini è stato dato mandato di organizzare a breve un confronto con i vertici delle istituzioni responsabili. Di incontri, promesse e confronti sono stanchi gli automobilisti: “La situazione è insostenibile e intollerabile, se a breve non incominceranno a fare i lavori di manutenzione ordinaria (cioè tappare le buche seriamente), entro fine mese scenderemo in strada – commenta Stefano Costantino, amministratore del gruppo Facebook “A18 e A20 le autostrade siciliane della vergogna” con 11.500 iscritti, dove gli utenti raccontano le loro brutte esperienze su A18 e A20 – si sta mettendo a dura prova la nostra incommensurabile pazienza sicula. Domani (oggi, ndc) incontreremo il presidente della Regione”. “La situazione è insostenibile da tempo, si deve scendere in strada al più presto”, commentano altri utenti. “Ma una class-action, con richiesta di rimborso di tutti i pedaggi versati per un servizio offerto e non a norma?” suggerisce Pierpaolo Biondi, presidente di Federalberghi Riviera Jonica. Costantino ieri ha lanciato un sondaggio: “Sono passati due anni dalla creazione del gruppo e la situazione non è cambiata. Come andare avanti?”: oltre 250 hanno già suggerito di scendere in strada e manifestare bloccando tutto, 130 di portare avanti una class action, in minoranza chi propone di non utilizzare l’autostrada per un mese e altre ipotesi. Sulla questione si è espresso anche Paolo Starvaggi, segretario provinciale del Pd: “Qualsiasi governo regionale degno di questo nome dovrebbe vergognarsi di un’autostrada, ed è già un titolo usurpato, come la A18. Invece da Palazzo D’Orleans solo silenzio. Speriamo almeno sia imbarazzato” – commenta dopo i rattoppi di ieri. “Il provvedimento arriva dopo settimane di incidenti, anche mortali, e di interruzioni perenni lungo l’arteria autostradale, uno scandalo indegno di un territorio che fino a prova contraria dovrebbe essere italiano ed europeo, e come tale garantire minimi standard di decenza. Nel giro di dieci giorni abbiamo assistito a tre morti, una carambola tra dieci auto e un mezzo pesante, scontri in tangenziale e da ultimo, provvedimento di rara gravità, della chiusura di un tratto di autostrada. Quanto ancora ci vorrà prima che si prendano provvedimenti seri, e non palliativi come quello di oggi?”, è la domanda che il Partito democratico di Messina pone. “Abbiamo sentito dire all’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, non più tardi di sabato scorso qui a Messina a discutere di ponte sullo Stretto, che gli interventi urgenti si scontrano con le lungaggini burocratiche. All’assessore – prosegue Starvaggi – per la sua quota parte temporale di responsabilità (parte della quale va ascritta anche al precedente governo che pure noi sostenevamo) chiediamo: cosa c’è di emergenziale nella frana di Letojanni, che sta lì da tre anni e mezzo? Cosa c’è di emergenziale in restringimenti di carreggiata ultraquinquennali, senza apparente ragione di esistere e senza che si sia mai vista l’ombra di un cantiere? Cosa c’è di emergenziale in una tratta che ha bisogno di una radicale ripavimentazione da almeno un decennio? Domande - continua - alle quali questo governo non riesce a dare risposta, nemmeno di facciata, nemmeno di circostanza. Non una sola voce, infatti, si è levata non solo per un doveroso mea culpa, ma anche soltanto per prendere posizione, mentre ogni giorno migliaia di pendolari rischiano letteralmente la vita per menefreghismo e incapacità della politica. Messina chiede soluzioni, non giustificazioni. Le pretende da anni, e le reclama adesso – conclude il segretario provinciale dei Democratici messinesi – non si indugi più con la vita delle persone”.