Mercoledì 30 Ottobre 2024
Accolta l’istanza cautelare: l'Ati deve attendere prima di selezionare il socio privato


Acquedotti a Messinacque, Letojanni apre una breccia. Il Tar: "Non aggiudicate la gara"

di Andrea Rifatto | 28/09/2023 | ATTUALITÀ

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Una decisione che apre una breccia ed erode le solide certezze della Regione siciliana, finora imperterrita dinanzi alle proteste dei Comuni. Arriva una pronuncia che potrebbe fare scuola nella “guerra dell’acqua” tra i sindaci e l’Ambito territoriale idrico di Messina sull’adesione “forzata” alla “Messinacque Spa”, società a capitale misto pubblico (51%) e privato (49%), per la gestione del servizio idrico integrato in tutti i comuni della provincia, ad eccezione di 16 centri ai quali è stata riconosciuta la gestione autonoma. Il Tar di Catania ha accolto l’istanza di misure cautelari monocratiche presentata dal Comune di Letojanni, tra i primi a bocciare a giugno l’adesione al nuovo “carrozzone” e ad essere successivamente commissariato con la nomina della funzionaria regionale Teresa Restivo. L’Amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Costa, assistita dall’avvocato Salvatore Gentile, ha presentato ricorso contro il commissario ad acta, l’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, la Regione siciliana, l’Assemblea territoriale idrica di Messina e il commissario ad acta di quest’ultima, Rosaria Barresi, tutti non costituiti in giudizio, chiedendo l’annullamento di tutti gli atti previa sospensione degli stessi, a partire dal decreto del presidente della Regione con il quale è stato nominato il commissario Barresi fino all’avviso pubblico del 30 giugno che ha avviato la procedura ad evidenza pubblica per la selezione del socio privato operativo della costituenda società, alla quale sarà affidata la concessione del servizio idrico integrato per l'Ambito territoriale di Messina. Il presidente della Quinta Sezione del Tribunale amministrativo etneo, Michele Buonauro, ha accolto l’istanza monocratica “considerato che, anche tenuto conto della complessità della vicenda, nel bilanciamento degli opposti interessi, appare opportuno inibire la conclusione del procedimento di selezione del socio privato, per il tempo necessario a valutare, in sede cautelare collegiale, la correttezza della scelta di adottare il modello del partenariato pubblico-privato e l’eventuale connesso pregiudizio”. Il decreto presidenziale inibisce all’Ati di Messina “di procedere all’aggiudicazione della procedura di selezione del socio privato fino alla trattazione collegiale dell’istanza cautelare”, fissata per la camera di consiglio del 17 ottobre. 

Dunque fino a quella data non potrà essere completato l’iter di scelta del socio privato, avviato a fine giugno tramite procedura aperta con il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’importo di 2 milioni 569mila 505 euro euro. Nei giorni scorsi l’Assemblea territoriale idrica di Messina ha prorogato il termine di presentazione delle offerte, inizialmente previsto per il 15 settembre, alle ore 12 del 30 ottobre, con la prima seduta di gara fissata presuntivamente per il 3 novembre, ma la decisione del Tar prevista per la metà del mese prossimo potrebbe cambiare le carte in tavola. La scelta di impugnare al Tar gli atti di Regione e Ati era stata assunta nel corso del confronto tra i sindaci che si è svolto il 2 settembre alla Città metropolitana di Messina, quando buona parte degli amministratori messinesi hanno ribadito la loro contrarietà ai commissariamenti che sconfessano la volontà democratica ed espropriano i Consigli comunali dei propri compiti, visto che già era stata deliberata da quasi tutti i Comuni la mancata adesione alla nuova società per i timori di aumenti dei costi a carico dei cittadini e forti dubbi sulla futura gestione delle reti. Un’altra ipotesi sul tavolo è quella di scegliere l’Amam di Messina come gestore unico dell’acqua, soluzione scartata in passato che ha poi portato la Regione ad intervenire in via sostitutiva, visto che che all’Ati non è stato raggiunto un accordo e non è stato affidato il servizio idrico al gestore unico entro i termini di legge. Adesso la decisione del Tar di Catania riaccende le speranze dei sindaci.

L’Ati idrico precisa che “la procedura di gara è tutt’ora in corso e il Tar di Catania non l’ha sospesa, limitandosi ad inibire una (impossibile) aggiudicazione prima della data dell’udienza fissata per il 17 ottobre”, visto che le offerte possono essere presentate fino al 30 ottobre, e il commissario ad acta Rosaria Barresi e il direttore generale Arturo Vallone sottolineano che “è chiaro, quindi, che non potrà giungersi all’aggiudicazione della procedura di gara prima che la stazione appaltante possa acquisire le offerte degli operatori economici del settore e successivamente provvedere alla valutazione delle stesse, come logica procedimentale impone”. Sulla mancata costituzione al Tar l’Ati spiega che “le parti intimate in giudizio non avrebbero potuto costituirsi nella fase che ha condotto all’emissione del provvedimento monocratico che si contraddistingue, appunto, quale rito processuale che si compie inaudita altera parte (senza ascoltare la parte avversa, ndc). Tuttavia è bene precisare che la commissaria regionale Barresi e l’Ati di Messina, con note a firma congiunta del 19 settembre 2023 (ancora prima del deposito del ricorso al Tar) e del 25 settembre 2023 (acquisito il numero di ruolo del ricorso) hanno avanzato istanza di audizione in contraddittorio al presidente della sezione giudicante, onde fornire elementi utili per la decisione, non riscontrata da parte del Tar”.


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