Acquedotti comunali alla Messinacque, anche Furci e Savoca dicono no alla privatizzazione
di Andrea Rifatto | 03/07/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 03/07/2023 | ATTUALITÀ
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Unanimità di vedute nel Consiglio furcese
Mentre l’Ati idrico di Messina avvia la procedura per selezionare il socio privato della costituenda società “Messinacque Spa”, alla quale sarà affidata la concessione del servizio idrico integrato, i Comuni jonici continuano a bocciare le proposte di adesione al nuovo organismo. Anche a Furci Siculo e Savoca, infatti, i Consigli comunali hanno detto no alla delibera proposta dal commissario ad acta della Regione, Rosaria Barresi, che prevede una nuova forma di gestione del servizio idrico in 92 comuni tramite una società a capitale misto pubblico (51%) e privato (49%). Il Consiglio furcese ha respinto fermamente la delibera con undici voti contrari (assente Marco Finocchio), dopo la lettura in aula di due documenti da parte dei capigruppo di maggioranza e minoranza, Carola Foti e Francesco Rigano, nei quali è stata ribadita la volontà di non privatizzare un bene pubblico come l’acqua e sono state espresse preoccupazioni per il potere che viene dato ai privati nel Consiglio di gestione della “Messinacque Spa”, che stabilirà investimenti e tariffe anche per un comune come Furci Siculo che riesce a garantire autonomamente l’approvvigionamento idrico. Nella nuova società l’ente furcese avrà una quota dello 0,275%, con un capitale da versare pari a 5mila 490 euro. “Sono soddisfatto per la decisione assunta dal Consiglio comunale - ha detto il sindaco Matteo Francilia - non servono nuovi carrozzoni per far arricchire i privati e così si rischia di far quintuplicare i costi per i cittadini senza che i Comuni contino più nulla. È necessario che gli amministratori locali facciano fronte comune per sollevare la questione sui tavoli della politica regionale”. A Savoca la proposta di adesione a “Messinacque”, con una quota di partecipazione dello 0,141% pari a 2mila 828 euro, è stata bocciata dalla maggioranza con quattro voti contrari (assenti Massimiliano Palella, Giuseppe Trimarchi e Carmelo Ucchino) e l’astensione della minoranza (assente Adele Trimarchi), perchè come ha evidenziato il capogruppo di maggioranza Sergio Trimarchi “è contraria alla Legge 19/2015 sull’acqua pubblica e ai principi di equità, giustizia sociale e risparmio energetico”. In entrambi i Comuni arriverà dunque il commissario ad adottare le delibere, come già accaduto a Letojanni dopo la bocciatura in aula.