Giovedì 21 Novembre 2024
Confermata la soppressione della storica istituzione: la Regione cambia idea sul futuro


Addio alla Direzione didattica di Santa Teresa, ma non sarà accorpata con Roccalumera

di Redazione | 06/12/2023 | ATTUALITÀ

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La sede della Direzione didattica

Finisce l'era della Direzione didattica di Santa Teresa di Riva. Come preannunciato nelle ultime settimane, la storica istituzione scolastica nata nel 1923 e l'ultima rimasta in provincia di Messina sarà soppressa a partire dal prossimo anno scolastico e accorpata ad un altro istituto, secondo le regole stabilite dalla Regione. La conferma è arrivata ieri dall’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Mimmo Turano, nell’ambito della conferenza regionale che ha deciso le sorti della rete scolastica siciliana per l’anno 2024-2025, con la presenza dei sindacati della scuola di Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Anief, Anp, Ugl e Dirigenti Scuola: oltre all’assessore erano presenti il direttore dell’Usr Sicilia Giuseppe Pierro e in collegamento i dirigenti degli Uffici scolastici provinciali. Il decreto regionale firmato da Turano arriverà a breve, ma le decisioni sono state già assunte, con un taglio di 95 autonomie scolastiche in tutta la regione di cui 11 nella provincia di Messina: dunque si avranno undici dirigenze in meno a partire dal prossimo settembre e insieme ai presidi saranno tagliati anche i direttori dei Servizi Generali e Amministrativi. A differenza della proposta iniziale arrivata dall’Ufficio scolastico provinciale, però, la Direzione didattica di Santa Teresa di Riva non sarà accorpata all’Istituto comprensivo di Roccalumera ma all’Istituto comprensivo di Santa Teresa di Riva, che avrà così una popolazione di circa 1.200 studenti tra le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, per un totale di sette plessi dislocati sul territorio comunale. L’istituto “Rosario Livatino” di Roccalumera mantiene quindi la sua organizzazione attuale e continuerà ad avere competenza sulle scuole di Roccalumera, Furci Siculo, Pagliara e Mandanici: scartata, dunque, la prima ipotesi di accorpare le scuole furcesi all’Istituto comprensivo di Santa Teresa di Riva.

Sulla proposta di ridimensionamento arrivano le critiche dei sindacati. “L’assessore Turano ha descritto questo dimensionamento come un percorso inevitabile chiesto dall’Unione Europea e finalizzato ad ottenere i finanziamenti del Pnrr - commenta la Flc-Cgil Messina - ma questa non rappresenta la giusta interpretazione di quanto si legge nella missione della scuola, dove si parla di razionalizzazione in termini di classi e non certo di istituti in quanto si fa riferimento all’uso della lezione frontale in classe non in modo esclusivo ma flessibile. Nessun riferimento si fa però al Pnrr - afferma la segretaria generale Patrizia Donato - quando l’Europa chiede di ridurre il numero di alunni per classe, perché questo rappresenterebbe un costo, mentre invece, ben nascosti sotto il falso vessillo di ‘ce lo chiede l’Europa’ abbiamo finito per tagliare il diritto allo studio in un territorio già fortemente penalizzato da fenomeni di abbandono scolastico, di povertà educative. Quindi la responsabilità politica di questi tagli è tutta del governo e della Regione Sicilia in particolare - continua la sindacalista - che non ha saputo difendere il proprio territorio dall’ennesimo attacco ai diritti garantiti dalla Costituzione. Come regione paghiamo già un prezzo altissimo in termini di carenze di ambienti scolastici, di palestre, di spazi adatti per realizzare le mense e poter aumentare il tempo scuola dei nostri bambini che, al termine del primo ciclo, a conti fatti, passano a scuola due anni in meno rispetto ai coetanei che vivono in una regione del nord. Con questi tagli, abbiamo ulteriormente confermato che un diritto fondamentale come la scuola pubblica non è uguale su tutto il territorio ma rimane legato al luogo geografico in cui si nasce o si vive”. Per la Flc-Cgil Messina “sono scelte miopi come queste che condannano un territorio a fenomeni sempre crescenti di denatalità e di spopolamento: senza scuola, senza sanità, arretrano i servizi pubblici, e dove gli abitanti scarseggiano, non ci sono investimenti, non ci sono opportunità occupazionali, scompaiono le comunità e si va verso la desertificazione umana”. La la Flc-Cgil Messina ha espresso la propria netta contrarietà al dimensionamento fin da subito e ha messo in campo diverse iniziative: “Abbiamo impugnato il provvedimento con i primi esiti che purtroppo non sono positivi, ma siamo in attesa della risposta nel merito da parte del Tar del Lazio che si pronuncerà il 6 febbraio Abbiamo lanciato una raccolta firme contro il dimensionamento che, in pochi giorni ha avuto più di 5 mila adesioni. Ci dispiace apprendere che il governo regionale ha preferito ancora una volta sacrificare i giovani e i loro diritti sull’altare dei tagli”.


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