Al "Premio Zappalà" la storia di Nino Agostino: "Nostro figlio ucciso dallo Stato"
di Andrea Rifatto | 06/08/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 06/08/2017 | ATTUALITÀ
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Caminiti, Moro, Agostino, Schiera e D'Arrigo
Dalla gioia di avere una divisa in famiglia al dolore di un figlio morto per mano di “mele marce” dello Stato. Una storia drammatica quella raccontata da Vincenzo Agostino e Augusta Schiera, genitori di Nino Agostino, poliziotto palermitano ucciso il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini con la moglie Ida Castelluccio. Un omicidio rimasto irrisolto intorno a cui ruotano tanti misteri, rievocati nel giardino di “Villa Crisafulli-Ragno” a S. Teresa di Riva in occasione della 12esima edizione del “Premio Zappalà-Incontro alla vita” in ricordo di Onofrio Zappalà, il giovane di Sant’Alessio Siculo morto nella strage di Bologna del 1980, organizzata dall’associazione “Amici di Onofrio Zappalà”. Tra gli ospiti anche Agnese Moro, figlia di Aldo, mentre il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, non ha partecipato alla serata per motivi di salute. Dopo i saluti del sindaco di S. Teresa, Danilo Lo Giudice, e del vicesindaco di Sant’Alessio, Franco Santoro, è stato tracciato un ricordo di Onofrio da parte del presidente dell’associazione, Antonello D’Arrigo, e dal vicepresidente Natale Caminiti con la collaborazione di Melina Patanè dell’associazione “Il Paese di fronte al Mare”, che hanno letto una brano-ricostruzione degli ultimi istanti di vita di Onorio Zappalà alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980. Il giorno prima la 12esima edizione del “Premio Zappalà” aveva preso il via con l’apertura dello sportello filatelico di Poste italiane per un annullo che andrà ad obliterare delle cartoline filateliche appositamente disegnate in esclusiva dai maestri Nino Ucchino e Licinio Fazio, più una terza cartolina creata dall’Associazione. Poi la visita al cimitero di Sant’Alessio dove sono stati deposti dei fiori sulla tomba di Onofrio, prima della celebrazione eucaristica nella Chiesa Madre alla presenza di autorità civili e militari e di Agnese Moro. A “Villa Crisafulli-Ragno” i coniugi Agostino hanno ripercorso la vita del figlio e il calvario iniziato quell’estate del 1989, quando Nino e la moglie sono stati assassinati in un agguato perché probabilmente l’agente aveva scoperto qualcosa sul fallito attentato Addaura del 1989 al giudice Giovanni Falcone, a cui l’agente salvò praticamente la vita sventando la strage. “Dopo quell’episodio ci sono strati strani movimenti, cosa aveva scoperto mio figlio, perche l’hanno ucciso?” – si è chiesto Vincenzo Agostino. “Verità e giustizia ci sono state negate, nostro figlio non è stato ucciso dalla mafia ma dallo Stato – ha detto al folto pubblico su cui è calato un silenzio tombale – ma il cerchio si sta chiudendo e presto sapremo come sono andate le cose. Io e mia moglie giriamo l’Italia per raccontare la storia di Nino e Ida, un poliziotto che aveva giurato fedeltà allo Stato ma che è stato ostacolato da mele marce all’interno di quel sistema ed è morto tra le nostre braccia”. Poi un appello al pubblico perché “siete voi cittadini che dovete scegliere da che parte stare, la Sicilia deve essere libera dal malaffare e la politica deve lavorare per questo obiettivo”. “La volontà di avere giustizia è forte da 28 anni – ha aggiunto Augusta Schiera – i magistrati avevano il dovere di cercare prove e testimoni ma non l’hanno fatto. La mia vita e la famiglia sono state distrutte ma Nino ha avuto giustizia divina in attesa di quella terrena, è stato una spina nel fianco dello Stato e sono sicura che la verità emergerà presto”. Agnese Moro, ha definito terribile la storia raccontata dai coniugi Agostino: "Fatti legati da una guerra contro la Repubblica e la Costituzione che imperversò in quegli anni - ha detto la figlia dello statista ucciso dalle Br - ma siamo noi a decidere in che paese vivere. Io ho un sogno, so già che sembra un'utopia, ma è quello di avere un Paese in cui la violenza sia bandita". Ad Agostino, Schiera e Moro sono stati consegnati i Premi Zappalà, mentre le due borse di studio sono andate a Roberto Cannarella (VA Liceo classico) e Alessandro Campagna (VA Scientifico). Alla serata erano presenti anche i rappresentanti delle "Agende Rosse-Gruppo Graziella Campagna" di Messina e del presidio Libera "Nino e Ida Agostino" di Messina.