Al "Pugliatti" di Furci impianti pericolosi e fuori norma: relazione choc di un tecnico
di Andrea Rifatto | 01/04/2022 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 01/04/2022 | ATTUALITÀ
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La sede associata di Furci Siculo
Tubazioni elettriche penzolanti, quadri di comando accessibili a chiunque, sistemi antincendio non funzionanti. È il quadro degli impianti e dei sistemi di sicurezza dell’Istituto superiore “Salvatore Pugliatti” di Furci Siculo, sezione associata della sede centrale di Taormina, descritto in una relazione allegata al progetto di ristrutturazione, miglioramento e messa in sicurezza dell’edificio approvato nei giorni scorsi dalla Città metropolitana, per una spesa di 1 milione 070mila 330 euro, di cui 701mila 108 euro per lavori e 369mila 221 euro per somme a disposizione. Somme che Palazzo dei Leoni spera di reperire al più presto ottenendo un finanziamento. Nel frattempo è stato dato il via libera all’elaborato definitivo redatto dall’ingegnere Salvatore Oliva di Patti, grazie ad un contributo di 73mila 661 euro per le spese di progettazione concesso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il professionista ha compiuto diversi sopralluoghi, il primo il 24 novembre alla presenza dell’architetto Domenica Giacobbe del Servizio Edilizia Metropolitana e dell’ingegnere Giuseppe Aicolino, responsabile della sicurezza incaricato dall’Istituto scolastico. Successivamente sono stati fatti altri accessi ai locali della scuola per verifiche e valutazioni tecniche funzionali allo svolgimento dell’incarico ricevuto. L’ingegnere Oliva ha richiesto all’ingegnere Aicolino e all’architetto Giacobbe eventuale documentazione inerente la verifica ultima dell’impianto di messa a terra, documentazione progettuale relativa all’impianto elettrico esistente e relativa a progetti o interventi di prevenzione incendi riferiti alla struttura oggetto di intervento progettuale. Secondo quanto riferito dai tecnici e responsabili interpellati, però, la documentazione non è esistente o non è più reperibile. Ecco cosa è emerso durante i sopralluoghi e quanto è riportato nella relazione stilata dal professionista il 29 dicembre. Impianto elettrico. La cabina di trasformazione Mt/Bt di proprietà, che alimenta la struttura scolastica, risulta alquanto vetusta sia in termini di sicurezza nell’accesso ai locali (il locale utente è sprovvisto di tutti i dispositivi di protezione per l’accesso al locale) che relativamente alla consistenza ed efficienza dell’impianto di messa a terra che interessa tutto l’Istituto, in quanto trattasi di impianto con sistema di distribuzione di tipo TN-S. Tra l’altro, alla verifica delle utenze elettriche presenti nell’istituto scolastico, la presenza di una cabina di trasformazione Mt/Bt di proprietà non trova giustificazioni oggettive negli assorbimenti elettrici (non superiori a 10 kW). I rischi che, tra l’altro, essa introduce in conseguenza dell’impossibilità di effettuare le verifiche di sicurezza previste dalla vigente normativa confermano la non opportunità di mantenerla in funzione o di intervenire per ripristinarla. Nell’Istituto sono presenti quadri elettrici di zona installati in posizione non esclusivamente accessibile agli addetti, il che comporta che chiunque potrebbe accedere ad essi compromettendo la propria sicurezza e quella degli altri. Le carpenterie di molti dei quadri individuati sono in lamiera metallica sprovvisti di ulteriore schermo di protezione rimovibile con l’uso di un attrezzo come previsto dalla vigente normativa tecnica di settore, nonché di indicazioni specifiche riguardati le funzionalità degli interruttori in essi installati. In alcuni casi l’ingegnere Oliva non è stato in grado di rilevare, anche col supporto dei tecnici di laboratorio dell’Istituto, la presenza di dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (dispositivi differenziali) e la mancanza della necessaria verifica dell’impianto di messa a terra e della documentazione tecnica progettuale dell’impianto elettrico non ha consentito di poter verificare l’efficienza dell’eventuale coordinamento tra l’interruttore magnetotermico ed il valore di resistenza di terra prevista come opportunità di protezione contro i contatti indiretti nei sistemi di distribuzione di tipo TN-S. Le condutture elettriche utilizzate per la distribuzione dei conduttori elettrici nell’area dei laboratori per esercitazioni tecnico-pratiche siti al piano seminterrato risultano essere costituite da canalizzazioni metalliche alquanto vetuste e non correttamente manutenute. I conduttori elettrici al loro interno non hanno caratteristiche idonee per il tipo di posa anche in relazione al rischio d’incendio ad essi connesso. Negli stessi laboratori, le derivazioni delle tubazioni plastiche dai canali metallici sono realizzate in assenza del rispetto del grado di protezione richiesto in funzione delle caratteristiche degli ambienti. In generale il grado di protezione delle installazioni elettriche, al piano seminterrato, non è rispettato. Le condutture elettriche in opera sotto traccia, utilizzate per la stesura dei conduttori elettrici nelle aree delle aule e degli uffici, terminano in cassette di derivazione in opera sotto traccia che in alcuni casi sono sprovviste di coperchi e in altri i coperchi sono male fissati alla scatola. Molte tubazioni di tipo plastico, rigido, sono fissate a parete o a soffitto in modo non idoneo (penzolamenti vari di tubazioni attestano ciò), sintomo di una distribuzione delle linee elettriche che non ne consente una idonea e corretta individuazione, classificazione e conseguente sezionamento. Al riguardo, detta “non corretta” configurazione delle condutture elettriche interessa, prevalentemente il piano seminterrato. Accresce la disorganizzazione e, di conseguenza il rischio, la presenza di condutture di tipo in plastica rigida utilizzate per la stesura dei cavi di rete; queste ultime si “mischiano” con le condutture utilizzate per l’energia con la conseguente contiguità tra cavi di energia e segnale, ciascuno con tensione di isolamento diverso in dissonanza con le disposizioni tecniche normative. Riguardo i conduttori elettrici presenti nelle varie condutture, questi non sono idonei a ridurre il rischio incendio secondo quanto indicato dalle vigenti norme tecniche che privilegiano l’utilizzo negli interventi di manutenzione e ne impongono l’applicazione nelle nuove realizzazioni di cavi antincendio, a ridotta emissione di fumi e gas corrosivi. Impianto antincendio. Benché sia presente nella scuola un impianto idrico antincendio ad idranti, si considera che lo stato manutentivo degli idranti intesi come manichette, rubinetti e cassette portaidranti sia assolutamente non idoneo a garantirne l’uso funzionale ed in sicurezza. La stessa rete di tubazioni ed in particolare i sistemi di giunzione utilizzati, in ragione anche dello stato di manutenzione, non si ritengono idonei a garantirne la funzionalità e la sicurezza operativa in caso di intervento. Per quanto attiene il gruppo di pressione antincendio, questo risulta sprovvisto di documentazione certificativa, non risulta correttamente elettricamente alimentato e non è idoneamente manutenuto. Le caratteristiche del locale gruppo antincendio non rispettano le disposizioni di cui alla Norma. Per quanto attiene la riserva idrica antincendio, questa risulta insufficiente (è pari a circa 12 metri cubi) a fronte dei circa 22 metri cubi richiesti dalla normativa idonei a garantire il funzionamento contemporaneo di almeno tre idranti con una portata singola di 120 l/min per almeno 1h.