Albergatori jonici delusi dal Governo: "Misure insufficienti, a rischio 10mila stagionali"
19/03/2020 | ATTUALITÀ
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Il presidente di Federalberghi, Pierpaolo Biondi
C’è delusione tra gli albergatori della riviera jonica messinese dopo l’approvazione del Decreto legge “Cura Italia”, che contiene le misure economiche per rispondere all'emergenza sanitaria del Coronavirus. Ad esprimere l’insoddisfazione della categoria è Federalberghi Riviera Jonica Messina, tramite il suo presidente Pierpaolo Biondi. “Il Decreto legge approvato ha creato molto disappunto e delusione all’interno del mondo del turismo della riviera jonica messinese, che ricordiamo essere fatto dal grande albergo, dalle piccole attività a conduzione familiare, ma soprattutto anche dalle migliaia di lavoratori che ruotano nel comparto, la maggior parte di essi stagionali – esordisce Biondi – il turismo è il settore maggiormente colpito e nella nostra area rappresenta la maggiore economia, sulla quale si base il sostentamento di migliaia di famiglie. Il fermo del turismo, se non saranno supportate imprese e lavoratori in maniera adeguata, potrà rappresentare un problema sociale di enorme entità con effetti devastanti per famiglie, lavoratori ed imprese. Realisticamente ad oggi si può prevedere che è molto difficile che la stagione 2020 sia in grado di partire, con perdite non recuperabili, per cui le attività turistiche si troveranno molto probabilmente con entrate pari a zero e quindi impossibilitate ad affrontare qualsiasi tipo di pagamento, e soprattutto non saranno in grado di procedere alle assunzioni. Il Decreto, nonostante le numerose e pressanti istanze da parte del comparto turistico – continua il presidente di Federalberghi – non ha ancora colto le necessità primarie, in primis quella dei lavoratori stagionali, che ricordiamo essere oltre 10.000 (area jonica di Messina), tutte le attività turistiche del territorio si basano su una stagione che varia da marzo ad ottobre. Il Decreto ha riconosciuto un’indennità di 600 euro solo per il mese di marzo per coloro che hanno cessato il loro rapporto di lavoro tra l’1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto, dopo marzo al momento non è prevista alcuna indennità, per cui come faranno migliaia di lavoratori a sostenersi? Sembra che il Decreto non abbia recepito che al Sud la maggior parte dei lavoratori del settore turismo sia stagionale – evidenzia Biondi - riteniamo che questo decreto possa rappresentare solo un primo passo di sostegno per reagire alle necessità immediate, ma molto deve essere fatto, se non ci saranno azioni decise e forti non ci saranno più imprese. L’unica soluzione per evitare il collasso nel territorio – conclude – è che il Governo preveda la cassa integrazione per tutti i lavoratori del turismo compresi gli stagionali e la sospensione di tutti i tributi per le aziende per l’anno in corso, nella speranza che la stagione possa riprendersi nel 2021”