Alcantara svuotato, si rischia il disastro ambientale: protesta per il blocco dei prelievi
di Andrea Rifatto | 25/08/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 25/08/2021 | ATTUALITÀ
1885 Lettori unici
Il letto del fiume asciutto
C’è la ferma intenzione di andare fino in fondo per scoprire le cause che hanno provocato lo stato di siccità di alcuni tratti del fiume Alcantara. L’azione avviata dal Parco fluviale, presieduto da Renato Fichera, va avanti senza sosta e si è innescato un meccanismo che sta coinvolgendo tutti gli enti interessati, molti dei quali finora non si erano mai confrontati. In atto c’è un fenomeno che può portare ad un disastro ambientale, come è stato evidenziato dalle autorità, e il fiume sta manifestando il suo stato di crisi e la natura fa il suo corso, tenendo poco conto dei ragionamenti degli uomini. Dopo un primo tavolo tecnico a fine luglio, il Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti ha già fissato un nuovo incontro per l’1 settembre per discutere le varie problematiche emerse, dall’entità e controllo delle portate emunte dai pozzi alla legittimità delle derivazioni che sottendono le centrali Enel e le utenze agricole consortili, dall’entità della riduzione delle portate alle procedure per l’identificazione dei soggetti ritenuti presunti abusivi. La zona che manifesta assenza d’acqua si è estesa ulteriormente verso valle e per questo motivo l’Ente Parco vuole avere contezza delle concessioni rilasciate sia sotto il profilo degli usi che delle autorizzazioni e dei prelievi. Vero è che il 2019 ed il 2020 sono stati due anni particolarmente siccitosi e scarse anche sono state le precipitazioni nevose, che alimentano in gran parte il sistema Alcantara, ma è emerso anche come su entrambe le sponde si attinga l’acqua pagando il canone ma in attesa di concessioni in sanatoria, senza che venga verificato se il prelievo sia compatibile con le portate che transitano. Ferma restando la necessità di effettuare degli accertamenti su eventuali prelievi totalmente abusivi, la Guardia costiera di Riposto ha quindi chiesto la collaborazione degli Uffici preposti al rilascio dei titoli per verificare anche quelli che prelevano in regime “transitorio”, in modo da mettere a sistema i dati con quelli relativi alla sostenibilità ambientale dell’ecosistema Alcantara e avere un riscontro certo sull’eventuale incompatibilità dei prelievi. In sostanza potrebbe essere proprio questo il serio problema che sta causando il disastro del fiume. Verificando sul territorio, è emerso come sia difficile che vi siano singole persone che attingano abusivamente, se non associate ad un Consorzio o ad una grande rete di distribuzione: per cui, i prelievi abusivi, se pure ci fossero, sarebbero davvero minimi rispetto a quello che è il problema, legato invece a quelli che sono i grandi prelievi che possono essere associati in Consorzi o grandi aziende ed è quindi necessario verificare se abbiano i titoli o meno e se siano compatibili. L’Arpa ha ricordato come i prelievi di acqua siano rimasti immutati nel tempo, come se la siccità non fosse diventata un problema, e oggi si è in una situazione emergenziale perchè nell’Alcantara non c’è acqua per i pesci ma neanche per bere e un uso più oculato della risorse deve essere il primo obiettivo da conseguire a breve termine. “Ritengo sia soltanto l'inizio di un nuovo percorso che alla fine dovrà dare risposte certe a tutte le domande, non ultimo la verifica dei cosiddetti prelievi in sanatoria per carenza di valutazione e concessione da parte del Genio civile di Messina e Catania - commenta il presidente del Parco, Renato Fichera - in pratica sino ad oggi, chiunque - sia esso privato o no - sembrerebbe che con la semplice presentazione dell'istanza e il pagamento del canone trascorsi i trenta giorni poteva effettuare il prelievo per il quantitativo richiesto in attesa che l'Ente preposto gli rilasciasse la concessione. Concessioni mai rilasciate perché era più comodo per tutti. A questo basterebbe aggiungere che i prelievi di cui alle cosiddette concessioni in sanatoria non sono monitorate, né tantomeno alle fonti di prelievo, specie dei Consorzi, sono installati i misuratori. Ciò significa che presumibilmente, su una richiesta e un pagamento canone di 20 litri/secondo, è possibile acquisirne anche centinaia di litri/secondo senza che qualcuno verifichi. La logica suggerirebbe un controllo da parte degli enti preposti. Tale compito, sino ad oggi e per quanto possibile per carenza della necessaria documentazione concessoria e di personale, viene faticosamente fatto dal Parco. Ritengo che, completati gli opportuni accertamenti e realizzata la mappa dei prelievi, molte cose cambieranno a beneficio del fiume perché ognuno per le proprie competenze dovrà risponderne”. Ieri, però, è divampata la protesta perchè Enel Green Power ha chiuso un punto di captazione dell’acqua posizionando un cartello che recita “Derivazione chiusa, prelievo non autorizzato”, con l'invio agli utenti a rivolgersi al Dipartimento regionale Acque e Rifiuti e al Genio civile di Catania, scatenando la rabbia degli agricoltori della vallata che sostengono di avere concessioni centenarie: aspetti che dovranno essere chiariti nel tavolo tecnico del’1 settembre.