Alì Terme, l'ex poligono blocca il progetto dello svincolo: "Va demolito"
di Andrea Rifatto | 22/01/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 22/01/2019 | ATTUALITÀ
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L'incontro di Alì Terme
Sulla strada per arrivare alla realizzazione dello svincolo autostradale di Alì Terme si para davanti l’edificio dell’ex poligono di tiro a segno. Un ostacolo che però gli amministratori locali e la Regione contano presto di eliminare. Nel vero senso della parola, demolendolo. È ciò che è emerso ieri mattina durante l’incontro nel municipio aliese promosso dall’Amministrazione comunale guodata dal sindaco Carlo Giaquinta per fare il punto sulle criticità infrastrutturali della valle del Nisi e del comprensorio fino a Scaletta. Al tavolo l’assessore regionale a Infrastrutture e Mobilità Marco Falcone, il dirigente generale del Consorzio per le autostrade siciliane Salvatore Minaldi, Valerio Mele coordinatore Anas Sicilia e Barbara di Franco responsabile Area compartimentale Anas di Catania, i sindaci Giovanni De Luca (Fiumedinisi), Natale Rao (Alì), Gianfranco Moschella (Scaletta), Nino Crisafulli (Itala), il sindaco della Città metropolitana Cateno De Luca, il deputato regionale Danilo Lo Giudice e la senatrice Urania Papatheu. “Basta chiacchiere, da adesso noi sindaci, che in materia di opere strategiche non abbiamo potere, agiremo compatti e vogliamo risposte certe e cronoprogrammi – ha esordito Giaquinta – la burocrazia ci travolge e siamo esasperati”. Durante l’’incontro si è discusso tra l’altro della messa in sicurezza del torrente Maestroguglielmo, esondato nel 2007, il cui iter progettuale da 3 milioni di euro è bloccato per un problema relativo ai sottoservizi di Rfi e dei detriti dell’alluvione di Scaletta del 2009 ammassati nel torrente Fiumedinisi e mai rimossi. Il progetto definitivo per lo svincolo di Alì Terme, è emerso durante l’incontro, è lievitato a 41 milioni di euro all’interno del Masterplan della Città metropolitana in quanto inizialmente non era stata calcolata l’Iva. I lavori dovranno essere appaltati entro il 31 dicembre 2020 ma l’iter rischia di bloccarsi per il vincolo apposto il 21 aprile 2016 dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, con decreto dell’allora dirigente generale Gaetano Pennino, che ha dichiarato l’area di circa 7.000 metri quadri dell’ex poligono tiro a segno di epoca fascista, che sorge a ridosso del ponte Fiumedinisi sulla Statale 114, come sito di interesse culturale sottoposto alle prescrizioni di tutela del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Una decisione che arrivò a seguito della richiesta del dicembre 2015 con la quale l'Agenzia del Demanio, ente proprietario dell’area, chiese la verifica dell'interesse culturale del bene e considerato anche il parere con il quale la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina verificò la sussistenza dell'interesse culturale. Adesso, però, quell’edificio edificato tra il 1890 e il 1900 utilizzata durante il ventennio fascista, potrebbe bloccare l’iter della mastodontica opera viaria. “Il Comune e il Cas devono fare presente l’esigenza prevalente dello svincolo rispetto ad un edificio di poca importanza – ha rilevato l’assessore Falcone – e sottoporremo la questione al sovrintendente Orazio Micali, con il quale abbiamo già avuto un primo incontro”. L’esponente del governo Musumeci, così come l’onorevole Lo Giudice, appaiono fiduciosi che l’ostacolo possa superarsi in breve tempo. Micali, da noi contattato ieri, dice di non avere ancora piena conoscenza della vicenda e che valuterà quale soluzione adottare guardando al rispetto dell’interesse pubblico. La revoca finale del vincolo spetterà comunque alla Regione. “Il Masterplan è chiuso, entro un mese sarà operativo e lo svincolo aliese è finanziato per intero. Ovviamente la Soprintendenza dovrà rivedere il sui parere” – ha ricordato De Luca, mentre il primo cittadino di Fiumedinisi ha evidenziato come la vecchia governante del Cas non abbia ottemperato alle richieste del Ministero dell’Ambiente facendo scadere la valutazione di impatto ambientale e bisognerà adesso produrne una nuova riavviando tutto l’iter. Il Dipartimento regionale dell’Urabnistica dovrà inoltre occuparsi delle procedure espropriative delle aree dove è previsto lo svincolo. Pronta la risposta di Minaldi: “Entro 7 giorni avremo da Tecnhital, la società che ne sta occupando della Via, la documentazione e la invieremo a Roma. Subito dopo fisseremo un incontro per fare il punto”.