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Alì Terme, tecnici e Ordine Architetti contro il Prg: "Già obsoleto, aspettative deluse"
di Gianluca Santisi | 20/01/2018 | ATTUALITÀ
di Gianluca Santisi | 20/01/2018 | ATTUALITÀ
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Veduta dall'alto della cittadina termale
Il nuovo Piano regolatore generale di Alì Terme è finito nel mirino di otto tecnici operanti nel territorio jonico, che dopo attenta valutazione hanno inviato una serie di osservazioni al sindaco Giuseppe Marino e al commissario ad acta nominato dalla Regione, l’architetto Pietro Coniglio. Quest’ultimo, lo scorso 4 ottobre, ha adottato lo strumento urbanistico in sostituzione del Consiglio comunale e nei giorni scorsi l’assessore regionale al Territorio e Ambiente ha prorogato l’incarico per altri tre mesi in modo da completare l’iter. Le dieci osservazioni sono firmate dagli architetti Francesco Gregorio, Giovanni Garufi, Antonio Micalizzi, Natale Coppolino e Pasquale Ruggeri, dai geometri Fabio Favaloro e Roberto Carella, dall’ingegnere Gaetano Arrigo. “Il Prg di Alì Terme – scrivono nelle loro conclusioni – sembra più il risultato di una pedissequa trasposizione delle direttive di piano su carta, nel quale sono state individuate le aree previste dagli standard, indifferentemente dalla loro ubicazione ed effettiva fruibilità e utilità. Non esiste alcuna indicazione del rapporto strettissimo che esiste fra la spiaggia, il lungomare, la fascia verde inedificata e la cortina edificata a valle della Statale114 e non risulta che tale zona sarà oggetto di future prescrizioni esecutive (caldamente raccomandate)”. Secondo i tecnici, inoltre, non esistono indicazioni sulle possibili utilizzazioni dell’attuale linea ferrata nel momento della sua dismissione e non sono stati sviluppati i criteri di incentivi alle attività legate al turismo ed al termalismo in generale, ma solo per le strutture termali esistenti, come se non fosse opportuno costruire nuove strutture alberghiere. Gli otto tecnici sostengono che il Prg adottato sia già obsoleto, in quanto fa riferimento ai dati Istat 2001 e alla cartografia del 2004, con la conseguenza che l’intera pianificazione non tiene conto né delle modifiche urbanistiche, né delle mutate condizioni socio-economiche e legislative dell’ultimo decennio. Tra la varie criticità segnalate, i professionisti spiegano che “non viene individuato, nelle emergenze architettoniche e archeologiche, l’edificio e l’area di pertinenza del Tiro a Segno Nazionale, recentemente dichiarato di interesse storico, ed erroneamente indicato nelle tavole di piano come edificio da demolire. Analogamente non viene individuato il Palazzetto “Interdonato” e la porzione di area di pertinenza, anch’esso dichiarata di interesse storico antropologico. Tra le altre osservazioni, viene evidenziato che la rappresentazione delle invarianti infrastrutturali e dei relativi vincoli da esse imposte è carente. “Non viene infatti rappresentato – sottolineano i tecnici – il nuovo tracciato ferroviario, già approvato, e conseguentemente non viene affrontato l’utilizzo futuro della attuale sede ferroviaria e delle aree di pertinenza e rispetto, come peraltro richiesto espressamente nelle direttive approvate dal Consiglio comunale”. Anche l’Ordine degli Architetti di Messina “boccia” il nuovo Piano regolatore aliese. In un parere, reso su richiesta degli architetti Francesco Gregorio, Maurizio Arrigo e Giovanni Garufi, sono state evidenziate numerose criticità. “Ringrazio per l’impegno incondizionato – ha evidenziato Gregorio, ex consigliere comunale aliese - tutti i consiglieri dell'Ordine degli Architetti, il presidente Pino Falzea e i componenti della commissione Governo del Territorio, con il presidente Elena La Spada ed il consigliere delegato Teresa Altamore. Nelle tre sedute di commissione abbiamo attentamente analizzato il nuovo Prg del comune di Alì Terme e grazie a questo scrupoloso lavoro sono emerse le tante carenze di un piano che avrebbe dovuto rappresentare il futuro sviluppo socio-economico territorio, tenendo conto della vocazione del territorio la cui economia dovrebbe incentrarsi su turismo balneare, termale e religioso e sull'agricoltura. Le tante aspettative – ha aggiunto Gregorio – che si sono alimentate su questo importante strumento di pianificazione urbana hanno lasciato il posto ad una cocente delusione, poiché il nuovo Prg risulta essere una semplice revisione di quello vigente elaborato nei primi anni ‘90”. Tre le numerose criticità evidenziate dall’Ordine degli Architetti figura “l’assenza di una zona “A” con la sola individuazione puntuale di alcuni edifici e la totale assenza di riferimento al piano paesaggistico approvato”. Inoltre, “le aree a verde pubblico sono individuate a macchia di leopardo. Non è prevista alcuna zona effettivamente utilizzabile come parco urbano e sembra che si siano semplicemente rispettati gli standard dettati dal D.M. 1444/68, senza tenere in considerazione la qualità dello spazio pubblico e la continuità degli spazi verdi e pedonali”.