Giovedì 26 Dicembre 2024
Prime reazioni ai verdetti del Tar, che hanno anche stoppato l'intervento dell'organismo


Antenne Santa Teresa, il Comitato Beni Comuni dopo la sconfitta: "La battaglia va avanti"

di Andrea Rifatto | 06/05/2023 | ATTUALITÀ

1536 Lettori unici

Il presidente Irrera con Sturiale e l'attivista Crupi

Prime reazioni alla decisione del Tar di Catania di accogliere i ricorsi di Iliad per le due stazioni radio base 5G in corso di realizzazione a Santa Teresa di Riva, con l’annullamento delle revoche dei permessi di costruire deciso dal Comune. Ad intervenire è il Comitato Jonico Beni Comuni, presieduto da Salvuccio Irrera, che si è costituito in giudizio per sostenere la legittimità del Regolamento comunale sulle antenne e dei provvedimenti dell’Ufficio tecnico, evidenziando che Iliad, sebbene “invitata a concordare una pianificazione con il Comune in base alle sue esigenze”, si sarebbe sottratta all’incontro impedendo all’Amministrazione di addivenire ad una pianificazione concordata funzionale al corretto assetto territoriale. “Lo spirito di servizio che ha caratterizzato da sempre l’essenza del Comitato ci impone di astenerci dal commento della sentenza - esordisce l’organismo - nel massimo rispetto che abbiamo per l’architettura istituzionale riteniamo però di poter affiancare, alla realtà processuale, per ora appunto solo di primo grado, la realtà fattuale in modo che la collettività sia adeguatamente informata. I giudici hanno ritenuto che nell’esercizio del potere di autotutela da parte del Comune non sia stato evidenziato l’interesse pubblico all’esercizio dello stesso e come esso potesse essere contemperato rispetto a quello privato - scrive il Comitato - ma nei fatti sappiamo che le richieste di Iliad presentavano almeno tre profili di criticità: la non conforme rappresentazione dei luoghi utilizzata a fondamento della richiesta (falsa prospettazione della realtà); la presenza a poche decine di metri dalla stazione radio base di siti sensibili (asili e scuole); la violazione del Regolamento comunale (espressione del potere di governo del territorio e non cassato da nessun organo) e il silenzio snobbante di fronte allo sforzo di bilanciamento degli interessi profuso dall'Amministrazione nell'ottobre 2021, con la convocazione di tutte le compagnie telefoniche per trovare insieme una soluzione partecipata. Tutti questi motivi, per il Tar, non sono bastati a sancire la prevalenza dell'interesse pubblico alla rimozione dell'atto illegittimo sull'interesse privato di Iliad, alla quale il Comune avrebbe comunque garantito l'installazione in altri siti, già individuati e indicati”. 

I verdetti della giustizia amministrativa non scoraggiano comunque il Comitato Beni Comuni, ma anzi rafforzano la convinzione che è necessario continuare a lavorare, “facendo squadra con tutti gli organi locali per rimarcare i valori costituzionali che mai subordinano l’interesse pubblico a quello dei privati, ancorché per l’iniziativa di opere di interesse generale”. La costituzione al Tar del Comitato, assistito dall’avvocato Alice Sturiale, è stata dichiarata inammissibile, in quanto privo di legittimazione ad agire poiché costituito solo il 3 aprile (assenza del requisito della continuità delle attività) e composto da sole 10 persone (privo di adeguata rappresentatività): “Purtroppo le dinamiche processuali-giudiziarie sono troppo rigide per poter dimostrare quello che l'intera collettività conosce come dato più che acquisito e soprattutto pacifico - commenta in merito l’organismo guidato da Irrera - l’esperienza e l’operatività non ideologica, maturata nel tempo, è tale da farci considerare, dai cittadini e dalle amministrazioni, rappresentativi non solo della comunità santateresina ma dell’intero comprensorio delle valli joniche. La memoria storica di cui siamo portatori, maturata nel continuo lavoro di studio e di informazione profuso all’interno del comprensorio jonico, non può essere misurata dalla fredda valutazione documentale di atti fatta dai giudici, prodotti al solo scopo di presenziare in udienza, ma è presente in ogni attività e battaglia svolta nell'interesse dei cittadini. Abbiamo comunque avuto la possibilità, ancorchè non utilizzata ai fini della sentenza, di poter argomentare in udienza le ragioni di una cittadinanza attenta alla tematica e siamo certi che lo sforzo non sia stato profuso invano. Il governo del territorio è, fino a prova contraria, prerogativa delle amministrazioni comunali: i Comuni possono scegliere di localizzare tali impianti in siti alternativi, garantendo, al contempo, l'interesse alla comunicazione/ricezione ed il corretto e funzionale assetto territoriale minimizzando i rischi di esposizione. L’autotutela esercitata dal Comune non aveva la pretesa di vietare, in via generale, l’istallazione delle stazioni radio base, ma era la naturale risposta alla loro richiesta viziata da elementi incompatibili con l’attuale conformazione del territorio. Chiediamo con maggior vigore di rimanere uniti - conclude il Comitato Jonico Beni Comuni - ed evitare di barattare la nostra potestà/libertà in nome di un progresso che fa sempre più rima con interessi privati travestiti, solo superficialmente, da interessi pubblici”. Lunedì 8 maggio, alle 18, si terrà al Palazzo dell Cultura di Santa Teresa un incontro sulla redazione del Piano antenne, alla presenza di Alfio Turco, amministratore della società “Polab”.

Più informazioni: antenne iliad  


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.