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Antenne Santa Teresa, il Comune annulla i permessi. Arpa informò il sindaco ad agosto
di Andrea Rifatto | 23/01/2023 | ATTUALITÀ
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Il parere Arpa inviato il 16 agosto
“Deve considerarsi la prevalenza dell’interesse pubblico su quello antagonista del privato”. Così a 30 giorni dall’avvio del procedimento amministrativo, dopo le proteste della cittadinanza, il Comune di Santa Teresa di Riva ha annullato in autotutela i permessi di costruire per le due stazioni radio base 5G di Iliad, previste in via Monsignor Antonino Celona e via Scorsonello, ottenuti dalla società grazie al silenzio-assenso scattato a seguito delle istanze presentate il 25 luglio e non esaminate. Adesso il responsabile dell’Ufficio urbanistica e il direttore dell’Ufficio tecnico, i geometri Sebastiano Smiroldo e Francesco Pagano, hanno siglato i due provvedimenti confermando l’esito negativo, dopo “un approfondimento istruttorio della documentazione”, per via del mancato rispetto del Regolamento comunale sull’installazione e la modifica degli impianti fissi di telecomunicazioni per telefonia cellulare e radiotelevisivi. Per la stazione radio base di via Celona Iliad sostiene nell’analisi di impatto elettromagnetico l’assenza nel raggio di 300 metri di edifici sensibili, strutture sanitarie e complessi scolastici e nella planimetria vengono indicati alcuni fabbricati, tra cui uno nel raggio di 300 metri e l’altro di 200 metri, classificati come “scuola” ed “edificio”: descrizione per l’Ufficio tecnico non corretta, in quanto vi è sì una scuola, ma l’altro immobile è destinato ad asilo e all’Istituto alberghiero “Santa Marta”, non specificati in progetto. Iliad, sempre per via Celona, scrive di “assenza di qualsiasi vincolo ad eccezione di quello sulle zone a rischio sismico”, mentre il Comune contesta che l’antenna ricade all’interno del limite di 60 metri dal rilevato autostradale dell’A18. Per entrambe le antenne è stata superata l’altezza massima consentita, pari a 7,50 metri per le zone agricole, visto che in via Celona si arriva a 30 metri e in via Scorsonello a 24 metri; nei due progetti non è prevista la “scatola nera” che registra i livelli di potenza e disattiva automaticamente la stazione se si superano i valori prefissati e infine mancano gli atti di obbligazione unilaterale alla rimozione dell’impianto alla scadenza della concessione ministeriale, con fideiussione per le spese di dismissione. Rispetto ai provvedimenti di avvio del procedimento, negli atti di annullamento non viene fatto cenno alla valutazione di impatto ambientale, che secondo l’articolo 2 del Regolamento può essere richiesta dal Comune qualora vengano installate torri (come in questo caso) o supporti comunque troppo appariscenti. Il 21 dicembre Iliad aveva contestato l’iter avviato dal Comune, non entrando però nel merito degli aspetti tecnici, invitando a revocare la sospensione dei lavori, non sussistendo le ragioni poste a presupposto della stessa” e ad astenersi dall’adottare ulteriori provvedimenti sfavorevoli, “al fine di scongiurare la necessità di un defatigante e non necessario contenzioso”, avvertendo che “un ulteriore ritardo comporterebbe un notevole e ingiustificato danno”. Secondo la società “l’annullamento presuppone la sussistenza di ragioni di interesse pubblico prevalenti sulle aspettative del privato; i procedimenti autorizzatori sono regolamentati dall’unica normativa di settore (D. Lgs. 259/2003) che classifica le stazioni radio base come opere di pubblica utilità; la richiesta di integrazione atti del 29 novembre è stata inviata oltre i termini ed è tardiva; gli impianti di telefonia non sono assimilabili alle normali costruzioni edilizie. Dunque appare scontato che l’azienda ricorrerà al Tar di Catania contro l’annullamento dei permessi di costruire. Dagli atti emerge anche un dato “politico”: il 16 agosto l’Arpa ha inviato i pareri tecnico-previsionali favorevoli pure al sindaco Danilo Lo Giudice, che ha sempre affermato di non sapere nulla delle due antenne in arrivo e di averlo appreso da noi il 15 dicembre chiedendo subito lumi all’Ufficio tecnico, “reo”, a suo dire, di non averlo informato prima. Ma stando agli atti quella documentazione doveva essere sul suo tavolo già da quattro mesi, trattandosi di una materia delicata e importante dove il Comune ha il compito di vigilare.