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Antennopoli, la voce dei cittadini in Consiglio comunale tra rabbia, paure e appelli
di Andrea Rifatto | 01/01/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 01/01/2023 | ATTUALITÀ
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L’intervento dei cittadini al Consiglio comunale
Rabbia, preoccupazioni, paure, ma anche appelli rivolti alla cittadinanza. Diversi cittadini hanno fatto sentire la loro voce in Consiglio comunale a Santa Teresa di Riva nel corso della seduta aperta per discutere del caso riguardante l’installazione di due stazioni radio base 5G di Iliad, la cui realizzazione è stata bloccata dal Comune dopo le proteste di diversi residenti. “È un palo bomba, ci saranno radiazioni che ci porteranno tumori, è inutile girarci intorno - ha esordito Antonino Lo Re, presidente della cooperativa Massarenti che ha edificato il complesso residenziale sulla panoramica a poche decine di metri dall’impianto di via Celona - noi che abitiamo di fronte faremo le nostre battaglie, non ci possiamo più affacciare ai nostri balconi. Siamo 19 soci e c’è chi ha ha impiegato dieci anni per pagare un mutuo e avere una casa, adesso in un paio di giorni è uscita fuori questa cosa. C’è anche un impatto ambientale, la mia cooperativa ha previsto la costruzione di dieci alloggi nel terreno sotto l’autostrada e in 7.000 metri di terreno la Regione ci ha detto che potrebbe esserci un impatto ambientale, invece un’antenna da 30 metri non impatta? L’autostrada ci ha imposto di distanziarci 30 metri dal loro terreno, non dal guardrail, in questo caso invece dove sono le distanze? Cittadini svegliamoci e voi amministrate in modo più corretto - ha detto al sindaco - vi abbiamo votato per questo”. Per Domenica Crupi, esponente del Comitato Jonico Beni Comuni che insieme a Pippo Sturiale e altri si è battuta negli ultimi vent’anni contro l’installazione delle antenne per la telefonia, “le abitazioni che insistono nel cono delle antenne vengono deprezzate, chi andrebbe a comprarsi una casa? Oltre alla scuola c’è anche un ufficio postale che utilizziamo tutti almeno otto ore al giorno, sono profondamente amareggiata perchè da più di vent’anni l’Ufficio tecnico comunale ha sempre dimostrato un atteggiamento poco consono, se la parte politica era apertamente disponibile a venirci incontro e di essere d’accordo con noi, anche se non tutti e forse a volte anche con disponibilità di facciata, l’Ufficio tecnico ha mostrato un atteggiamento ostruzionistico, andando contro spesso anche all’esperto Sturiale, nascondendo documenti, cambiando parole negli atti e in questi casi basta anche una virgola spostata per consentire alle aziende delle comunicazioni di averla vinta”: “Non si poteva arrivare al silenzio-assenso proprio era l’attenzione che è stata data a questo tema delle antenne - il pensiero di Annabella Sgroi - per quello che è stato fatto in questi anni dall’Ufficio e da Pippo Sturiale. Sin da quando abbiamo iniziato le nostre battaglie volevamo far capire che c’è un principio di cautela della salute da rispettare, come enunciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che nessuno voleva prendere in considerazione. Il regolamento è stato fatto più volte e perfezionato, copiato anche a livello nazionale, ed è diventato uno strumento per dire no alle aziende e alle loro prevaricazioni, perchè queste antenne creano danni alle salute e portano tumori. C’è una responsabilità dell’Ufficio tecnico che non poteva permettere il silenzio-assenso, ma doveva avvisare subito l’Amministrazione comunale”. Per Giovanna Miuccio, cittadina che risiede nei pressi della stazione radio base di via Celona, “c’è stato un comportamento non degno di tutta l’Amministrazione e dell’Ufficio tecnico, mi trovo una casa deprezzata che devo vendere e dove non posso più affacciarmi, state agendo dopo e non si doveva arrivare a questo punto, l’errore è stato fatto prima. Sarà molto difficile risolvere questo problema, credo che non si risolverà, io ci spero perchè devo sperarci”. Alice Sturiale ha chiedo la collaborazione di tutti i cittadini: “Invito a studiare la materia come ho fatto io in questi giorni, sulla valutazione ambientale è stata violata anche una norma statale, non solo del regolamento comunale. Il Comune può individuare i siti di trasmissione per minimizzare l’esposizione della popolazione e determinare i criteri localizzativi, il regolamento non è in antitesi con le competenze statali e non è stato toccato dalle ultime sentenze, anche sfavorevoli al Comune. Non fermiamoci solo alla polemica, che non serve. Mio padre aveva individuato delle aree dove potevano essere dislocate delle antenne con potenza inferiore, preservando anche l’interesse delle comunicazioni. Il Comune nell’ambito dei propri poteri può stabilire i criteri per individuarle”. Salvuccio Irrera, presidente del comitato Jonico Beni Comuni, ha ribadito come sia importante che sia tutta la comunità intervenga sul tema: “Finora è intervenuta quella parte toccata dal problema e questo è interesse di parte, invece è una tematica comune che incide sulla salute pubblica e dunque deve essere presente tutta la comunità, finora è mancata la partecipazione. Non deve più accadere, questo deve essere l’inizio di un nuovo percorso, questa partita che si è aperta non finisce con l’eventuale risoluzione positiva di questa problematica, siamo all’inizio di una nuova era di richieste di installazioni di antenne 5G, dobbiamo stabilire un principio che travalica il tempo. Ci devono essere interessi convergenti in merito al servizio pubblico e alla tutela della salute, nei fatti non è così perchè c’è una sproporzione a favore dell’interesse pubblico. C’è stato un difetto di comunicazione con l’Ufficio tecnico, ristabilire la figura di esperto ambientale è fondamentale”. Tra gli intervenuti anche Agata Moschella, presidente Consulta ambientale comunale, che ha evidenziato come la giurisprudenza in materia spesso non giochi a favore dei Comuni, auspicando che un’azione congiunta possa portare a risultati positivi.