Mercoledì 25 Dicembre 2024
Valori entro i nuovi limiti nazionali. La minoranza denuncia l'assenza di informazioni


Antimonio nelle falde, allarme rientrato. A Nizza dubbi sull'acqua erogata dalle autobotti

di Andrea Rifatto | 16/12/2024 | ATTUALITÀ

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Dal 4 novembre le autobotti erogano acqua a Nizza

Allarme rientrato per la presenza di antimonio nelle acque sotterranee di Alì Terme e Nizza di Sicilia. Mercoledì scorso Rete Ferroviaria Italiana aveva comunicato i risultati delle analisi effettuate tra il 25 e il 28 ottobre ed era emersa una quantità di metalloide superiore al valore limite stabilito dal D. Lgs 152/2006, pari a 5 microgrammi/litro, visto che nei due siti ispezionati nella cittadina termale i valori erano di 10,6 e 8,73 µg/l, mentre nel vicino centro nizzardo di 11 e 10,4 µg/l. In realtà, però, il D. Lgs 18/2023, che ha attuato la direttiva Ue 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ha innalzato a 10 microgrammi/litro il valore di parametro e dunque i risultati emersi dalle indagini Rfi non dovrebbero far temere le popolazioni. «Di fronte ai presunti valori non conformi diramati da Rfi avevamo deciso in via cautelativa di chiudere l’erogazione d’acqua dai pozzi - commenta il sindaco di Alì Terme, Tommaso Micalizzi - ma scopriamo che i parametri utilizzati da Rfi non tengono conto della entrata in vigore del D. Lgs 18/2023 che attesta l'antimonio nella normalità se compreso tra 0 e 10 µg/l. Quindi falso allarme e confusione generata dalla errata e leggera comunicazione di Rfi, per cui si torna alla “normalità” in attesa delle nostre analisi, che speriamo mettano la parole fine». 

A Nizza di Sicilia la minoranza consiliare denuncia intanto l’assenza di informazioni sulla potabilità dell’acqua somministrata ai cittadini dalle autobotti sin dal 4 novembre, sul punto di prelievo e sull'affidamento alla ditta: i consiglieri Concita Isaja e Antonino Leone, sin dal 27 novembre, hanno chiesto notizie agli uffici e solo nei giorni scorsi sono riusciti ad appurare come al Comune non esista alcun atto che attesti la provenienza dell’acqua (distribuita dai mezzi che operano all’interno del cantiere del raddoppio ferroviario) come messo nero su bianco anche dal segretario comunale dopo una verifica all’Ufficio tecnico. Circostanza ritenuta grave che ha portato l’opposizione ad avvisare i Carabinieri, il prefetto e l'Assessorato alle Autonomie Locali


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