Artù e Pupa, a Letojanni i cavalli che "allontanano" l'estinzione della razza siciliana
di Francesca Gullotta | 13/04/2024 | ATTUALITÀ
di Francesca Gullotta | 13/04/2024 | ATTUALITÀ
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Artù e Pupa con i cavalieri Ylenia D'Agostino e Cesare Caprino
Ci sono anche Artù e Pupa di Blandina a rappresentare il cavallo siciliano che nei giorni scorsi è stato classificato come “razza”. L’impegno e la perseveranza messi in atto da oltre trent’anni sono stati premiati: i cavalli nati, cresciuti ed allevati dalla famiglia Caprino nel maneggio-fattoria “Blandina”, che si estende nella zona collinare che sovrasta Letojanni, sono stati riconosciuti come esemplari degni di incarnare e rappresentare le caratteristiche della razza del cavallo siciliano che rischiava l’estinzione. Una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, prima con il padre Cesare e oggi con il figlio Luigi, che con passione e dedizione si occupano dell’allevamento e dell’addestramento degli equini, selezionando anche gli accoppiamenti. Oltre Artù (che è uno dei nove stalloni “siciliani” esistenti in tutta l’Isola) e Pupa (considerata una buona fattrice), entrambi di 6 anni, a Blandina vi sono altri otto cavalli della stessa tipologia. La particolarità del cavallo siciliano è quella di essere forte e resistente, muscoloso ma nel contempo agile, motivo per cui può essere impiegato nell’equitazione per le sue rilevanti capacità atletiche oltre ad essere molto affidabile. Grazie all’assegnazione del titolo di “razza a limitata diffusione” da parte del Ministero della Cultura, i circa 200 cavalli siciliani presenti sull’isola saranno iscritti nel libro genealogico e potranno essere inseriti in una campagna di tutela e di valorizzazione. Fondamentali per il recupero della razza sono stati i diversi progetti di ricerca genetica e di riproduzione, possibili grazie alla collaborazione di diversi enti ed associazioni pubbliche e private prima fra tutte l’Aracsi (Associazione Regionale Allevatori Cavallo da Sella Siciliano Indigeno) presieduta da Francesco Russo a cui va il merito di essersi speso in prima persona per il raggiungimento dell’agognato obiettivo, l’Istituto sperimentale zootecnico della Sicilia, le varie università sparse in Sicilia, il Gruppo equestre siciliano e l’Anareai (Associazione nazionale allevatori delle razze equine e asinine italiane), che hanno individuato tutti gli allevatori di cavallo siciliano rimasti nel territorio e cercato di favorirne il lavoro, per produrre un maggior numero di cavalli da redistribuire in Sicilia. L’istituzione ufficiale della razza "a limitata diffusione" è stata celebrata a Catania nella sala convegni dell’Istituto incremento ippico per la Sicilia alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino e ai rappresentanti dei vari Enti ed associazioni che si sono prodigati affinché questo ambizioso ed importante progetto diventasse realtà.