Assistenti familiari, battaglia della Dispari Onlus per il riconoscimento nazionale
di Andrea Rifatto | 18/09/2017 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 18/09/2017 | ATTUALITÀ
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La presidente Natalina Polmo e la vice Antonella Aliberti
Nuova battaglia dell’associazione Dispari Onlus di S. Teresa di Riva, formata da mamme e papà di persone diversamente abili che si occupa di dare impulso e attivare esperienze di autorganizzazione e mutuo-aiuto fra le famiglie. Il sodalizio presieduto da Natalina Polmo sta infatti procedendo a sensibilizzare le amministrazioni locali dei centri del comprensorio jonico affinché diano sostegno all’iniziativa parlamentare per il riconoscimento giuridico della figura del caregiver familiare. Si tratta di un assistente familiare si prende cura, al di fuori di un contesto professionale e retribuito, di una persona, generalmente un familiare, assicurandole assistenza, supporto, sostegno che sono necessarie a causa dell’età, di una menomazione, di una patologia e per l’assenza o della carenza di servizi pubblici adeguati e sufficienti alla situazione. Il caregiver deve farsi carico dell’organizzazione delle cure e dell’assistenza e può trovarsi dunque in una condizione di sofferenza e di disagio riconducibili ad affaticamento fisico e psicologico, solitudine, consapevolezza di non potersi ammalare per le conseguenze che la sua assenza potrebbe provocare, il sommarsi dei compiti assistenziali a quelli familiari e lavorativi, possibili problemi economici, frustrazione. Persone che in sostanza vivono in una condizione di abnegazione quasi totale, che compromette i loro diritti umani fondamentali: quelli alla salute, al riposo, alla vita sociale e alla realizzazione personale e l’impegno del caregiver familiare prolungato nel tempo può mettere a dura prova l’equilibrio psicofisico del prestatore delle cure ma anche dell’intero nucleo in cui è inserito. Secondo i promotori dell’iniziativa prendersi cura di un proprio familiare è una scelta d’amore che deve essere valorizzata e sostenuta dallo Stato. Il Premio Nobel 2009 per la Medicina, Elizabeth Blackburn, ha dimostrato che i caregiver familiari hanno un’aspettativa di vita fin a 17 anni inferiore alla media della popolazione e secondo quanto emerso dalle ricerche condotte sul tema i caregiver, logorati da un carico assistenziale senza pari, sono stati costretti nel 66% dei casi a lasciare del tutto il lavoro e nel 10% a chiedere il part-time o il telelavoro. In molti Pesi europei sono previste specifiche tutele per i caregiver come supporti di vacanza assistenziali, benefici economici e contributivi previdenziali. L’attenzione richiesta dal Coordinamento nazionale famiglie disabili agli Enti locali sta portando quindi i comuni a manifestare la propria adesione all’iniziativa legislativa avviata il 5 dicembre 2015 con la presentazione al Senato di un disegno di legge a firma della senatrice Laura Bignami, finalizzato a riconoscere e tutelare il lavoro svolto dai caregiver e riconoscerne il valore sociale ed economico per la collettività. Senza il costo dei caregiver familiari in forma gratuita, infatti, il costo economico delle tante persone che hanno bisogno di assistenza continua sarebbe insostenibile per lo Stato e quindi si chiede di voler riconoscere una condizione giuridica di tutele, equivalente a quella riconosciuta ai lavoratori domestici, meglio se corrispondente alla posizione lavorativa attuale nel caso il caregiver sia riuscito a conservare il proprio posto di lavoro. L’iter parlamentare ha iniziato il suo corso e si sta cercando adesso di sollecitare dal basso, sin dai comuni, la sue prosecuzione per giungere in tempi brevi all’approvazione. Il primo sostegno nel comprensorio jonico è arrivato dal Consiglio comunale di Sant’Alessio Siculo, che ha approvato all’unanimità una delibera con cui si aderisce all’iniziativa parlamentare e si sollecita l’iter per giungere in tempi brevi all’approvazione del disegno di legge. Analoga iniziativa verrà intrapresa a breve dal Consiglio di S. Teresa di Riva e successivamente anche negli centri jonici. I provvedimenti verranno poi inviati al Parlamento.